romanzo, saga familiare
Mondadori
26 ottobre 2021
cartaceo, ebook
528
C’è un momento cruciale, in questa storia. E c’è un “prima”, e c’è un “dopo”.
Il momento cruciale è verso la fine della Seconda guerra mondiale, quando Olga, vedova di Antonio Panini, decide, insieme ai suoi otto figli, di acquistare l’edicola di corso Duomo, nel centro di Modena.
Il “prima” è la storia di Antonio Panini, scampato miracolosamente alla Grande Guerra, combattuta in trincea; del suo amore infinito per Olga, detta “la Caserèina”, perché figlia del casaro; e di come nel durissimo momento tra le due guerre i due abbiano costruito una famiglia tanto numerosa quanto movimentata. Fino alla sua morte prematura, a quarantaquattro anni, nel 1941.
Il “dopo” è una grande saga famigliare, la storia di una delle più affascinanti avventure imprenditoriali italiane, fatta di spirito d’iniziativa, fiuto per gli affari, passione, lavoro, inventiva. Una storia che poteva avvenire solo nell’Italia che rinasce dopo la guerra, e nell’Emilia Romagna del boom economico, della Ferrari e della Maserati e delle prime lotte operaie, delle donne “di zigomo forte” e del calcio che diventa fenomeno popolare, e che poteva avere come protagonista solo una famiglia come quella dei Panini.
Dal più vecchio, Giuseppe, al “piccolo” Franco Cosimo, passando per tutti gli altri fratelli e sorelle, in quegli anni crescono, imparano, si innamorano, fanno figli, si ammalano, guariscono, e soprattutto lavorano, e l’edicola di corso Duomo si ingrandisce, le nuove idee si susseguono, fino a quando non arriva “l’idea” che cambierà tutto, le figurine che hanno fatto sognare milioni di italiani.
Luigi Garlando con quest’opera tocca senza dubbio un vertice della sua fortunata produzione letteraria, e accompagna i lettori attraverso un mondo che tiene insieme la concretezza della ricostruzione storica e il fascino della dimensione romanzesca.
“Io le culle le ho riempite. Ora dovete aiutarmi a sfamare chi c’era dentro”
Parole forti queste pronunciate da Olga Cuoghi, detta “la Casarèina” perché figlia del casaro Primo Cuoghi. Ma chi è questa donna che, dinanzi ad un ufficiale, in quei difficili anni che vanno da una guerra all’altra, osa chiedere ciò? Forse la conosciamo meglio come Olga Panini, moglie di Antonio, capostipite di una delle famiglie che hanno fatto la storia dell’imprenditoria italiana, e non solo. Luigi Garlando, con “L’album dei sogni”, ripercorre tutte le vicende che l’hanno caratterizzata, da quando Antonio non immaginava minimamente a cosa avrebbe dato vita a quando la famiglia decide di dare vita alle mitiche figurine Panini.
Ci troviamo dinanzi ad un romanzo che è un mix di storia e di vita familiare. L’importanza della storia si rinviene fin dalla prima pagina: Antonio deve arruolarsi per combattere durante il primo conflitto mondiale. Garlando adotta, in questa prima parte della narrazione, uno stile molto documentaristico: racconta le vicende della guerra da vicino, facendole vivere al lettore quasi direttamente. Sono pagine emotivamente forti, soprattutto quelle in cui si rinviene la fedeltà alla Patria o l’amicizia verso il compagno soldato o lo spirito di sopravvivenza che aleggerà tra i militari dopo quello che i tedeschi considerarono il “tradimento italiano”.
“Fontane di terra zampillano verso il cielo a ogni boato. I corpi saltano in aria come fieno sollevato da un rastrello. Alle 2 di notte del 24 ottobre 1917 scoppia l’apocalisse. Dal monte Rombon una valanga di bombe si rovescia sulle trincee italiane, immerse nella nebbia e battute dalla pioggia. Dal nulla sbucano granate convenzionali e gas sconosciuti che sterminano l’87° Reggimento” – L’album dei sogni
La seconda parte è connotata da un stile maggiormente romanzato. Antonio Panini resta nei cuori del lettore, soprattutto in quello di Olga che, da donna forte e coraggiosa, assume su di sé l’onere di portare avanti a testa alta la propria famiglia, di ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine (in ordine di età, Veronica, Maria Luisa, Giuseppe, Edda, Norma, Benito, Umberto e il piccolo di famiglia, Franco Cosimo). Il lettore tocca con mano (ops con occhi) cosa vuol dire mantenere una famiglia in questi anni difficile, soprattutto per una donna vedova che si ritrovò a lavorare come sarta. Il fatto che si tratta di fatti realmente accaduti conferisce ancora più fascino alla narrazione e più stima verso Olga, il trait d’union della prima e della seconda parte del libro, ma anche della vita di “prima” e quella di “dopo”. A lei si devono le decisioni che hanno portato la famiglia Panini al lustro che ancora oggi detengono.
Da una piccola edicola di corso Duomo nasce un impero! E nascono tante storie nella storia, tutte profondamente legate al nucleo, costituito dalla famiglia… da Olga!
È davvero interessante leggere della rivoluzione editoriale che si è vissuta con l’avvento delle figurine Panini; e lo è ancora di più alla luce delle vicende umane che ne sono alla base. Vicende che non sono dipendenti l’una dall’altra, anzi: la famiglia, per quanto unita, prende anche strade diverse e indipendenti. Basti pensare ad Umberto che si trasferisce in Venezuela per lavoro e che solo due anni dopo la “mitica” idea di Giuseppe, si impegnerà nell’edicola di famiglia; o ad Edda che per amore si trasferisce a Maddaloni.
“È questa l’idea rivoluzionaria che gli balla in testa, è con quei rettangolini di carta che vuole ribaltare la storia: le figurine. Nonostante qualche battaglia persa in edicola, è sempre più convinto che sia la guerra giusta” – L’album dei sogni
Ha suscitato, inoltre, la mia curiosità anche il fatto di non qualificare la famiglia Panini con il solo album di figurine. Con meraviglia il lettore scoprirà tutte le passioni che caratterizzano ogni singolo membro della famiglia (come le fisarmoniche di Giuseppe), ogni loro punto di vista ed emozione. Un romanzo ricco di vita, o di “sogni”, come ci suggerisce Garlando. Eh si, perché leggere “L’album dei sogni” ti permette di vedere un’Italia che non conosciamo, che non c’è più, che manca!
Le descrizioni dei personaggi, degli ambienti, delle vicende narrate sono molto vive! Lo stampo giornalistico dell’autore non riesce a celarsi dietro la prosa narrativa e questo non dispiace affatto. Il tempo della narrazione comprende gli anni che vanno dal primo decennio del 1900 al 1987, anno della morte di Olga. Lei è il principio e la fine, non certo della fama della famiglia Panini, quanto di quel nucleo originario grazie al quale il sogno si è realizzato!
“Non piangere se tramonta il sole, perché le lacrime non ti lasciano vedere le stelle”
Non a caso, nonostante la vendita dell’azienda a Maxwell, l’immagine conclusiva che Garlando ci regala conferma quanto detto: i sogni non tramontano mai… restano e si tramandano di generazione in generazione.
Cari lettori, quante figurine Panini avete comperato per voi o per i vostri figli??
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.