Laura Nottari si racconta per il Festival Romance Italiano
Un breve racconto della mia vita
Breve storia semiseria:
Sono nata all’ombra der Cuppolone (a Roma si pronuncia con due P), il 12 giugno del 1981, sorellina nevrotica di un fratello divenuto santo.
Crescendo – ahimè non in altezza – ho fatto uscire di testa i miei genitori con hobby particolari: l’astronomia, i fumetti, l’autoproduzione di sapone, i cani di razza Collie, Robocop, la pesca sportiva e il disegno. Non paga, collezionavo sport come fossero figurine: basket, nuoto, ginnastica ritmica (quando sono andata in fissa con il cartone Hilary), karate (Dragon Ball), baseball (Pat la ragazza del baseball), calcio (no, niente, questo mi mancava).
Verso i diciassette anni ero nerd ma non lo sapevo. I nerd ancora non esistevano, quindi ero semplicemente ‘la sfigata della classe che va alla Fiera del Fumetto’.
Le mie compagne cantavano i Take That, io la sigla di Evangelion in giapponese.
Stanca di fare sport, mi sono buttata in poltrona dandomi senza ritegno al mondo dei videogiochi. E giù di Play Station like there was no tomorrow, roba che mi si è pure infiammato il tunnel carpale per colpa di Metal Gear Solid e Tomb Raider. Ricordo che volevo vivere in Giappone, cosa che desidero tutt’ora, ma non a Tokio. Hokkaido sarebbe perfetta.
In concomitanza al mio svaccamento, ecco l’avvento di quello che è stato il mio grande amore: il gioco di ruolo, D&D, Vampiri la Masquerade e compagnia bella.
E mentre le mie coetanee rimorchiavano in discoteca, io passavo le serate con i miei amici (non ancora) nerd, facendo copulare e morire male il mio paladino, o mago di turno. Con le schede in mano ho capito che vivere storie inventate e accoppare personaggi mi piaceva. Tanto.
Passano gli anni, crepano i poveri paladini, io capisco che l’Università non è per me, e vado a lavorare. Quasi contemporaneamente, forse a causa del disagio per il contatto con il pubblico, inizio a scrivere qualcosina.
Scopro Wattpad, e lì inizio a sversare capitoli di Away, poi una santa donna mi convince a credere di più in me stessa, e io credo a mia volta in lei. La Santa in questione è Rebecca Quasi.
Adesso ho quarant’anni, ho ancora una Play Station in casa, ho due cani (non sono Collie, ma perdono pelo peggio di quelli lì), vorrei sempre emigrare in oriente, ho il fisico di una che non fa sport e faccio ancora ciulare e morire male i personaggi inventati.
Che non mi si venga a dire che non sono coerente! Oh!
I luoghi della mia vita
Primo tra tutti il DIVANO DI CASA. È il mio posto del cuore. Sul divano passo le ore, e se butta bene, intere giornate. Quando non posso stare con lui, gli lancio occhiate malinconiche. Quando torno dal lavoro, gli sussurro lasciva: ‘eccomi amoreh, mi aspettavih?’.
La combinazione perfetta è: divano, plaid, cani, computer acceso, birretta, patatine, e qualcuno che mi sfama (così non mi alzo).
Secondo posto per il Parco del Pineto, dove porto a scorrazzare i miei cani. È una riserva naturale enorme, uno degli ultimi polmoni verdi di Roma. Passeggiando per i viali, si passa in un attimo dalle zone ‘civilizzate’ a quelle boschive e intricatissime. Se siete di Roma non potete non visitarlo e se lo fate, mi raccomando: attenti ai cinghiali e agli scambisti.
Terzo posto per Lisbona, l’unico luogo che mi ha fatto dire ‘io qui ci sono già stata’. Meravigliosa, struggente, bella da perderci la testa. L’ho visitata due volte, e mi manca tantissimo. Andateci, amatela!
Quarto posto per il sedile guida della mia brum brum. Lì mi sento tipo VinCoso di Fast and Furious, tranne che io non ho muscoli, non ho la pelata, e guido Slow and Disaged. Siccome sono alta un metro e cinquaboh, la mia brum è una ‘minuscola’ Juke nera. Al momento dell’acquisto, la scelta è stata inversamente proporzionale alla mia mole, quindi
una nanetta ha portato a casa quattro metri e venti di crossover che non sa parcheggiare. Sarei capace di arrivare a Viterbo, pur di non dover fare un posteggio laterale in retromarcia. E se putacaso è a sinistra, salgo direttamente fino a Milano. Una volta ho staccato tutto il parafanghi per fare un parcheggio di muso, ma la colpa non è
stata mia, bensì di una colonna che si è spostata. Insomma, sgrattugiate di carrozzeria a parte, ci sto bene lì dentro.
Ferma sarebbe meglio, ma vabbè…
Cosa avrà da dirci Laura Nottari dei suoi libri?
Vi racconto i miei libri
Però a modo mio, ossia con delle ‘trame brutte’.
AWAY (vol 1. Mezzo fantasy/mezzo romance/mezzo time-travel/mezza serie visto che il vol 2 non esiste).
Hayley, una tipetta che se la tira peggio di Blair Waldorf, non si sa come e non si sa il perché, finisce in una realtà medievalqualcosa (Sospensione dell’Incredulità: ON). Prima di sbroccare, anzi, nel bel mezzo di un attacco di isteria, viene salvata da due tizi che lei CREDE cavalieri, ma in realtà sono due poracci.
Clarence è un fabbro e l’altro, Bren è un… oddio, vi giuro che non so che lavoro faccia Bren. Facciamo che lui esiste e basta.
Hayley credendo di essere la reginetta di stocavolo, tratta male tutti, a partire da Clarence fino al capoccione soldatone della città dove viene ‘ospitata sotto chiave’.
A causa del suo caratterino viene reclusa in cucina.
A causa del suo caratterino l’unico maschio decente della cittadella (leggasi: Clarence) si innamora di lei come un perfetto imbecille.
A causa del suo caratterino Bren (il disoccupato), dapprima la darebbe in pasto alle trote, poi de botto diventa il suo best friend evah, alternando con lei, liti e battute porche.
A causa del suo caratterino Bren si taglia i capelli (info assolutamente importante).
A causa del suo caratterino Clarence viene esiliato.
Nel mezzo: una trama sensata, arti che volano, viaggi, botte, galline, zezzoh, e Bren che vi giuro non so che lavoro faccia.
CORRISPONDENZA IMPERFETTA (Romance storico. 1818)
Edith, un racchio soldo de cacio di vent’anni, va con sua sorella (mini soldo di cacio, però carina) a una festa di un pezzo da novanta, tale Lord Esmond, conte di Rovington. Lui è vecchio (ha superato gli anta), zoppo, brizzolato, ha la pancetta e il vaffa facilissimo. Edith ed Esmond, ovviamente, si innamorano alla prima botta. Non botta botta, diciamo appena si vedono. Esmond, vecchio volpone, dà un lavoro a Edith, così se la tiene sempre in casa. Siccome la ragazza non sa fare nulla, ma è capace a scrivere, con la scusa marpiona ‘Avete una bella grafia, signorina’ le appioppa quello da scribacchina. In tutto il libro Edith spedirà giusto due cartoline, perché il Conte è uno asociale, e il lavoro serviva all’autrice solo come scusa.
Nella trama: drammi vari, lacrime, spari, sorelle varie che sbroccano, il tutto condito da drammi familiari e dottori friendzonati.
Si consiglia la lettura a un pubblico consapevole. Non consumare in ore pasti. Tenere fuori dalla portata delle amanti dello storico ‘vero’.
ONOREVOLE PROPOSTA (Romance storico. 1845)
A Jeremy d’Ambray va tutto benissimo.
Innanzitutto, è serenamente vedovo. È privo di donna da anni, ma con un figlio maschio, Conrad, fulgido ventenne, come erede. Quindi versante famiglia: scialla! Ha un lavoro come Capo Ingegnere delle sue Officine (locomotive), ed è uno dei borghesi più influenti e ricchi di Londra. Aò!
È nel fiore dei suoi quarant’anni, nel boom economico della società, perfettamente a suo agio nella morale rigidissima dell’epoca vittoriana.
Ricapitolando: Jeremy è freddo, ganzo, sportivo, ricco, realizzato, sereno… Cosa può andargli mai storto?
Niente, a parte il fatto che suo figlio, de botto, viene trovato morto imbottito di oppio, in un bordello.
Pepperepèèèèèè! Scandalo!
Il mondo di Jeremy si spatafascia a terra tipo stracchino, il Ton lo schifa, lo addita ridendo di lui, e lui non ci capisce più una cippa lippa.
Oltre al danno, la beffa! Jeremy scopre che Conrad aveva un’amante, una donna di nome Bianca. Una bella buzzicona formosa alla quale suo figlio ha lasciato in dono ‘qualcosina’.
Panico! Delirio!
E lo Xanax non lo avevano ancora inventato…
Nel libro: Jeremy che sbrocca, lutto, amore incestuoso, amore incintoso, Jeremy che sbrocca, alberi genealogici più in caciara dell’edera, contratti vari, Jeremy che sbrocca, mazze da cricket, singhiozzi. E, per finire, Jeremy che sbrocca.
ASIP – STAR IS PORN (romance/erotico/se ride pure/contemporaneo)
Nicole, ex attrice hot, stufa di essere la schiava di Rosie produttrice acida, e di avere a che fare con attori mezzi drogati, decide di aprire una casa di produzione hard tutta sua.
A darle man forte c’è Gioia, attrice rodatissima e gnocca oltre ogni dire. Le due fondano la A Star is Porn, e come attore di punta scelgono Mykola, un poveraccio pescato per strada, che non mastica benissimo l’italiano.
Mykola era uno degli uomini delle pulizie della Rosie’s Production, e il mocio non è la cosa più grossa che ha tra le mani.
Proprio no.
Vi giuro di no.
Nicole e Gioia decidono di girare film hot in costume, ficcando Mykola e il suo mocio nei panni dei vari Mr Darcy, Heathcliff e via dicendo. Amore in corsetto, decisamente non platonico.
Mykola, innocente giovinotto bazzotto, si prende una sbandata per il suo capo, Nicole, di dieci anni più grande di lui. Una donna stabile, centrata e pacatissima (seguono risate).
Nel libro: sesso, quarantenni disagiate, sesso, corsetti, cameraman, sesso, termini astrusi, posizioni scomode, sesso, misure assurde, cose che mi sono vergognata a scrivere, spruzzi vari, amore.
JOEL & SUE (romance contemporaneo/sloooooow burn)
Mary Sue, ventisettenne pasticciera di Manhattan, è una che nella vita non quaglia niente, quindi, la sera in cui (ma tu guarda il caso!) inizia il libro, ha deciso che troverà l’uomo della sua vita.
Lo va a cercare in una festa per single, insieme alla sua amica Linda, entrambe calate in abitini sobri e per nulla equivoci.
Alcolizzata ma ancora focalizzata, Mary Sue individua il suo uomo: Jason, biondo, belloH con l’h. I due si conoscono e si piacciono.
Che cosa manca? Quello del titolo, ovviamente, ossia colui che rompe le uova nel paniere, messer: Joel.
Joel è il SIMPATICISSIMO amico di Jason. Un uomo torvo, acido, scorbutico, paranoico e logorroico. Scegliete un altro ‘oico’, va bene tutto.
Joel schifa Mary Sue (ribattezzata da lui stesso Sue), Mary Sue schifa Joel e vuole Jason che a sua volta vuole Sue. Linda è ubriaca e basta.
Tutto quello che seguirà sarà colpa di nove Daiquiri di troppo.
Nel libro: Insulti, cliché di ogni forma e colore, Joel ossessivo compulsivi vari, intolleranze di varia natura (sociale, amorosa e intestinale) paranoie germofobiche, gatti, Manhattan sotto Natale, polsi sexy, tantissimo angst e churros. Infine, due che non si possono vedere, però si vedranno sempre. Spesso. Tipo tutti i giorni. Fino alla nausea.
Come nascono i miei personaggi
In realtà si costruiscono da soli man mano che la storia procede. Di solito parto da un’idea, getto le basi, poi sono loro stessi a dirmi cosa preferiscono, come vogliono essere e dove desiderano andare. A parte i tratti somatici, dei miei personaggi decido poco, a priori.
Come nascono le mie storie
Di botto, vengono su e basta. Talvolta parto da un’idea, o un intento (vorrei parlare di… vorrei scrivere questo genere…), oppure sono i personaggi stessi a chiamarmi.
Onorevole Proposta, per esempio, è nato mentre ero al lavoro, dall’immagine mentale di un uomo chino sulla tomba del figlio (sì, al lavoro mi annoio).
Joel & Sue, invece, è evoluto dall’idea iniziale di scrivere un chick-lit, poi è diventato un romance più profondo.
Quello che non sapete di me ma dovreste sapere
Ho entrambe le retine degli occhi forate.
Sono metodica e abitudinaria.
Sono timidissima.
So parlare al contrario.
Mi inceppo quando parlo.
Ho tutti i capelli bianchi.
In casa ho 17 alghe palla.
Dicono di me
Al lavoro mi chiamano: Piccola gnoma o gatto nero. Dipende.
Tutti dicono che non so parcheggiare (s’era capito) e che sono pigra (vedi: divano).
Il mio compagno sostiene che non so cucinare, ed è vero.
Le amiche dicono che non mi prendo mai sul serio, e che qualche volta, invece, dovrei. Io rispondo loro: Gnègnègnè!
Ringraziamo Laura Nottari per essere stata con noi e per la sua simpatia contaggiosa.
Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!
Ho letto il simpaticissimo “Made in Garbatella”.