
romanzo
Ioscrittore
Maggio 2019
Cartaceo con brossura, e-book
300

I protagonisti, Roberta, Marco e Alessandro, ossia Robby, Markus e Alle, hanno trent'anni e tutta la vita davanti. Vivono a Cognento, frazione di Modena. Eppure qualcosa in loro si è inceppato. Dopo un'adolescenza immersa nella musica, tra concerti e sala prove, i tre amici si trovano ora alla soglia di una nuova fase dell'esistenza e si sentono smarriti, senza futuro. Robby è intrappolata in un lavoro che non ha mai scelto davvero e in una vita affettiva che non riesce a prendere il volo. Markus trascorre sei mesi l'anno a Londra, dove sopravvive facendo la comparsa punk, e gli altri sei mesi a casa dei suoi, a Cognento, dormendo in un vecchio camper sistemato in giardino. Alle invece, con un dottorato in storia lasciato a metà, si è convinto a lavorare nella cartoleria di famiglia, ma dopo la morte accidentale del fratello si è chiuso in casa e quasi non esce più. Come far pace con la fine di un'età e con ciò che la rendeva speciale? Per i tre amici la soluzione viene, inaspettata, dal passato. Per puro caso, Robby ritrova una lettera scritta da un soldato disertore durante la seconda guerra mondiale e da allora nascosta in una bottiglia. Alle, Markus e Robby non ci pensano su troppo e partono con il camper scalcinato alla ricerca di Rosa, la destinataria della lettera ritrovata. Il viaggio verso la Garfagnana, dove secondo le loro congetture dovrebbe ancora vivere Rosa, non è solo un viaggio da un luogo geografico a un altro, ma l'occasione per rimettersi in gioco e cercare di chiudere, finalmente, i conti con il passato, ognuno a modo suo.
“Era una bottiglia di vetro, inabissata per metà. Il collo sporgeva fra gli scogli ed era sigillato da catrame… E dentro – oh, Signore -, dentro si intravedevano due fogli di carta arrotolati”
Il messaggio nella bottiglia è la più letteraria e romantica richiesta d’aiuto, affidata ai flutti del mare, immagine potente e straordinaria dell’anima stessa di chi lo scrive. Lo fece Teofrasto per primo nel IV secolo a. C., cercando di portare una prova delle sue teorie sul mar Mediterraneo e secoli più tardi Cristoforo Colombo, quando, durante una burrasca, temendo di non fare più ritorno in patria, volle lasciare memoria delle sue scoperte, ma dopo di loro furono soprattutto i soldati al fronte che disperavano della loro vita a utilizzare questo mezzo per dare l’ultimo saluto alle persone care. Il romanzo di Chiara Zucchellini, finalista al concorso Ioscrittore, ruota proprio attorno alla lettera che un disertore durante la Seconda Guerra Mondiale scrive a Rosa, la donna da lui amata. La trova fra gli scogli di Livorno Roberta, detta Robby, la protagonista e l’io narrante della vicenda, una trentenne di Modena che vive a Cognento, organizzatrice di convegni ed eventi vari, in piena fase burn-out perché stanca di un’occupazione che non le piace e la svuota. Durante la trasferta di lavoro, si rifugia sulla spiaggia e si abbandona all’aria tersa, azzurra, salmastra, mossa da folate fresche, al sole brillante piantato in cielo, all’acqua che si muove come un dondolo, cose esotiche per chi come lei vive in pianura padana: la bottiglia le appare lì, proprio come succede nei film. Tornata a casa e decisa ormai a mollare definitivamente il suo lavoro, Robby cerca Markus, ossia Marco, l’amico dell’adolescenza. La cresta gialla ancora sulla testa, per la maggior parte dell’anno vive a Londra, suonando la chitarra e arrangiandosi, se è a casa, invece, alloggia nel camper parcheggiato in giardino. Molte passioni in comune, ma famiglie ben diverse: spezzata e anticonformista lei, avvolgente e tradizionale lui. Roberta gli racconta del messaggio e insieme vanno da Alessandro, detto Alle. Pure lui amico degli anni di scuola, vincitore di un dottorato di ricerca in Storia, è la persona più indicata per decifrare quei fogli ingialliti. Purtroppo Alle il dottorato non l’ha finito: dal giorno in cui il fratello è morto tragicamente si è rinchiuso nelle quattro mura della sua stanza senza parlare più con nessuno.
A questo punto in tutti e tre i personaggi, fermi in un limbo di incertezze e di paure, scatta qualcosa: se i protagonisti del romanzo di Jules Verne I figli del capitano Grant, dopo il ritrovamento di un messaggio in una bottiglia arrivano sino alla misteriosa isola di Tabor per soccorrere i naufraghi del Britannia, la storia di Mino Z., come si era firmato il disertore, porterà i nostri personaggi in Toscana, nella splendida Garfagnana, per l’esattezza a Lucca, dove si trovava il negozio del barbiere a cui la lettera era indirizzata e dove forse l’ignara destinataria lavorava. Il loro, tuttavia, sarà soprattutto un viaggio interiore, l’occasione di prendersi tempo e guardarsi dentro, confrontando il passato e il presente, ritrovando la musica degli anni giovanili e insieme i sogni persi per strada.
La Zucchellini, attraverso un uso calibrato del flash-back e con una penna molto felice nel descrivere le emozioni cangianti dei giovani, affronta un tema caro alla letteratura degli ultimi anni, ossia come sopravvivere a un’età adulta che non sempre si rivela quella che si è immaginata. Ci fa entrare nelle notti di Robby, anzi Blue Robby e i suoi amici, notti di sogni e concerti, di vodka e risate, vibranti di emozioni come possono essere quelle degli adolescenti inquieti di una provincia piccola e grigia, un mondo a cui, nonostante tutto, i tre continuano ancora a essere fortemente legati. Ma il tempo non torna indietro ed è avanti che bisogna guardare, acquisendo la consapevolezza di se stessi e di cosa e chi li circonda.
“Good morning heartache, you’re like an old friend, come and see me again”
L’autrice usa un dramma lontano nel tempo e di fatto ancora tutto da approfondire, la diserzione, assieme all’amore impossibile di Mino e Rosa, come chiavi in grado paradossalmente di riaprire il presente dei personaggi, attivando quelle energie interiori che l’esperienza del mondo con i suoi conflitti e le sue delusioni aveva sopito. Un romanzo ben scritto che consiglio proprio i trentenni che stanno attraversando un periodo di insoddisfazione e fuga dalla vita, appunto di diserzione, ma allo stesso tempo vogliono riscoprire le proprie risorse. Ad accompagnare le pulsazioni del romanzo, lo street punk dei Rancid, cupo e aggressivo, eco di un’era musicale, quella dei primi anni novanta, che è quasi già un mito. Robby e compagni non me ne vorranno però se preferisco sempre il reggae pop dei Police e in quest’estate del 2019 canto ancora Message in a bottle!
Federica Introna
Chiara Zucchellini è nata a Modena nel 1985 e si è laureata in Storia dell’Arte a Pisa, lavora come copywriter e nel 2018 ha curato per la Fondazione Collegio San Carlo di Modena la mostra Il Portico del Collegio – Una città in vetrina (2014). Nello stesso anno ha vinto il primo premio del concorso artistico-letterario Riflesso, promosso da MdS Editore, con il racconto il mio gemello è più giovane di me. Con Una provvisoria diserzione è stata finalista al concorso Ioscrittore del gruppo editoriale Mauri Spagnol ed attualmente sta lavorando a una pubblicazione per ragazzi.

Federica Introna, filologa classica, docente di Materie letterarie al Liceo, scrittrice e poeta, è nata e vive a Bari. Le humanae litterae sono la sua passione. Ha pubblicato il romanzo storico “La Congiura” per Newton Compton, vincitore del Premio Ilmioesordio.