“Schegge di vita nella Napoli Belle Époque” di Cynthia Rich e Paolo Izzo pubblicato il 10 aprile 2014 per Stamperia del Valentino.
Aspetti insoliti della Napoli ‘fin de siècle’, tra aerostati, centri benessere, macchine volanti e concorsi di bellezza”.
Il periodo napoletano che va dal 1880 al 1914, data d’inizio del primo tragico conflitto mondiale, è stato spesso trattato il modo superficiale ed univoco dalle molte pubblicazioni che si sono succedute nel tempo. Quelle che animano questo libro sono – come anticipa il sottotitolo – delle “chicche” che, calate in un contesto più generale, rendono un’immagine ben più colorita di quella fin qui attribuitagli, di un periodo a forti tinte, fatto di luci e di ombre, di cui val la pena conoscere gli aspetti più vivi, al di là dei pur begli stereotipi che lo riguardano.
“La Belle-Époque è il momento di gloria della borghesia uscita dalla Rivoluzione francese; è, nel contempo, il canto del cigno di una nobiltà che andava verso una irreparabile consunzione e che – incapace di produrre benessere – si abbandonava al Decadentismo e allo sperpero; categoria, questa, alimentata – dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1918 – dalla nobiltà fuoriuscita dai fatti di Russia. Restava, come è ovvio, il cosiddetto Terzo stato: il ceto operaio; quello dei diseredati che campava la giornata con un duro lavoro e da tempo immemorabile non aveva fatto altro che guardare gli altri vivere. Proprio per questo la Belle Époque non poteva avere vita lunga. Urgeva, come già in atto con la Rivoluzione Industriale, che la classe sociale più penalizzata uscisse alla luce del sole, reclamando la propria parte (…).
Oggetto del nostro excursus sarà Napoli ed il suo forse provinciale modo di assorbire le istanze internazionali provenienti dalla cosmopolita Parigi. Cercheremo di polarizzare l’attenzione del lettore su aspetti meno visitati dalle tante pubblicazioni in materia; accennando solo a certi argomenti, come l’affermarsi del Caffè Concerto, di alcuni aspetti dello spettacolo o dei manifesti pubblicitari di ateliers cittadini, che rappresentano l’aspetto più evidente, anche da un punto di vita iconografico, di una memoria storica approssimativa quanto superficiale”.
AUTORI
Cynthia Rich e Paolo Izzo

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.