spiritualità, religione
Graphe.it
4 novembre 2021
cartaceo
168
SAN GIUSEPPE. Percorsi iconografici natalizi tra Oriente e Occidente
STEFANIA COLAFRANCESCHI
il volume inaugura la nuova collana ITINERARI
Pagine 168, 16 euro, Graphe.it
Seguendo il filo ideale delle rappresentazioni iconografiche bizantine, bizantineggianti occidentali della Natività e dell’Adorazione dei pastori, viene riproposta la figura di san Giuseppe attraverso le espressioni artistiche, in stretta correlazione con quanto riferito dagli evangeli canonici e apocrifi, dai padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Un percorso che riserva non poche sorprese.
Nella presepistica moderna Giuseppe ha un ruolo preminente. Insieme a Gesù e Maria è un «protagonista» della rappresentazione dello straordinario evento della Natività. Appare quasi sempre in ginocchio, volto al Bambino, simmetrico a Maria, a mani giunte o a braccia incrociate sul petto, assorto in preghiera e in adorazione. Questa attitudine pia e devota diverge da quella che si vede nelle icone bizantine e nelle opere pittoriche e plastiche realizzate in Occidente nell’Alto Medioevo, dove compare relegato in un angolo, il più delle volte solo, molto rattristato, affranto dal dubbio e dal dolore.
Queste due modalità rappresentative, nella loro specificità, potrebbero sembrare i punti di partenza e di arrivo di un percorso dell’iconografia della Natività. In realtà tali diversità non sono dovute a un processo evolutivo più o meno sequenziale, bensì a un evento che segnò una vera e propria svolta, improvvisa, nell’arte occidentale: la narrazione della nascita di Gesù nelle Rivelazioni celesti di santa Brigida di Svezia (1303-1373), che ebbe una grande fortuna. Anche in questa nuova tipologia iconografica, tuttavia, la figura di Giuseppe, pur tra alterne vicende, rimase particolare.
Seguendo il filo ideale delle rappresentazioni iconografiche bizantine, bizantineggianti e occidentali della Natività e dell’Adorazione dei pastori, viene riproposta la figura di san Giuseppe attraverso le espressioni artistiche, in stretta correlazione con quanto riferito dagli evangeli canonici e apocrifi, dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Un percorso che riserva non poche sorprese.
L’autrice di “San Giuseppe”
Stefania Colafranceschi è nata a Roma, città in cui risiede. Ha contribuito al Repertorio degli Archivi delle Confraternite di Roma per la rivista Ricerche per la Storia religiosa di Roma (1985). Dal 1996 al 2013 ha collaborato alla direzione della Collana «Donne d’Oriente e d’Occidente» pubblicata dall’Editoriale Jaca Book di Milano. I suoi ambiti di ricerca e di pubblicazione sono temi agiografici e devozionali di arte sacra e tradizione, in particolare relativi alla Natività e al ciclo dell’Infanzia, a san Giuseppe e san Biagio.
Ha partecipato alla Biennale d’Arte Sacra di Piombino (Livorno) con interventi sulla Natività (2007, 2009, 2011). Ha collaborato ai cataloghi delle mostre di Corciano (Perugia) su presepi di carta, immaginette e manufatti della tradizione claustrale (2009), sull’iconografia dell’Adorazione dei Magi (2011) e sull’albero di Natale (2012). Per il volume Percorsi e immagini nell’arte di Pietro Ivaldi, il Muto di Toleto (Acqui, 2010) ha trattato gli Aspetti di simbologia nelle natività di Pietro Ivaldi. In collaborazione col Centro Studi “G. Baruffaldi” di Cento (Ferrara), ha collaborato al volume San Biagio, fede e devozione in Italia (2014) con la ricerca: La Vita di San Biagio: la tradizione narrativa e Iconografia di San Biagio. Per la Mostra «San Giorgio martire» (Faenza 2010), ha collaborato al catalogo: Immagini e simbologie del santo cavaliere.
Conta numerose pubblicazioni nell’ambito delle iniziative incentrate sulla figura di san Giuseppe (2006-2014). Di recente per il volume Dalla Sicilia alla Puglia. La festa di San Giuseppe (Taranto, 2012), ha collaborato con il saggio: A te o beato Giuseppe… Il culto di San Giuseppe nei santini. Ha collaborato e curato il volume De domo David. La Confraternita di San Giuseppe Patriarca e la sua chiesa a Nardò. Studi e ricerche a quattro secoli dalla fondazione (1619-2019) (Fondazione Terra d’Otranto, Nardò-Roma 2019).
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.