
Il bosco di latte
Racconti
PaginaUno
Marzo 2019
Cartaceo
117
“Dall ‘autore del provocatorio romanzo L’asino morto, che ebbe vasta eco in tutta Europa. “
Racconti bizzarri di Jules Janin
Questa raccolta è concepita per fornire al lettore italiano un quadro rappresentativo della narrativa eccentrica e vivace di Jules Janin. Situazioni paradossali, personaggi insoliti, richiami storici e il ghigno dell’irriverenza: questi i contenuti dei racconti di Janin. Gli otto racconti qui presentati possono essere considerati come altrettanti esercizi narrativi percorsi da una vena bizzarra, ironica e stravagante, caratteristica di quella stagione letteraria francese così fervida e cruciale che vide l’affermazione della parabola effimera ma gravida di conseguenze del cosiddetto Romanticismo frenetico. Una stagione a cui parteciparono, tra gli altri, autori del calibro di Hugo, Gautier, Vigny, Musset, Balzac e Nerval.
Jules Janin (Saint-Etienne 1804 – Parigi 1874), si trasferisce ancor giovane a Parigi, dove inizia a scrivere per testate come Le Figaro e il Journal des Débats, che accoglieva le firme più celebri del periodo. Nel 1829 pubblica, per cautela in forma anonima, il suo primo controverso romanzo: L’asino morto, ottenendo un riscontro internazionale. Inizia così la sua prolifica attività di narratore e saggista che affianca alla sua professione di critico apprezzato e temuto, e spesso coinvolto in diatribe e polemiche. Tra il 1853 e il 1858 raccoglie e pubblica, in sei tomi, i suoi numerosi interventi critici (Histoire de la litérature dramatique). Nel 1870 viene nominato membro dell’Accademia di Francia. Muore a Parigi quattro anni dopo.

Non amo darmi titoli ma ne ho conseguito uno: dottoressa. Il che implica che io abbia una laurea; una soltanto, anche se i miei interessi spaziano in un territorio vastissimo che definirei ” Al di là del deserto”, (citando il titolo di un libro di uno dei più grandi filosofi contemporanei, a mio avviso… s’intende!!). Potrei dirvi che SONO una dottoressa, ma non lo farò, perché ESSERE qualcosa o qualcuno significa chiudersi in uno spazio troppo piccolo e privo di possibilità. Somiglio ad una cellula staminale, sono totipotente e VIVA! “So essere anche“: Una leader eccellente, Moglie mai (se non per burocrazia), compagna di vita di Marco sempre, mamma, Amica, dottoressa, lettrice, studiosa, scienziata, ricercatrice, comica, autrice, artista, pessima bugiarda, Apple addicted, pasticciera, antropologa, curiosa, innovativa, testarda …. E questa descrizione ovviamente non mi soddisfa ma: La modificherò secondo le necessità.