
Fantascienza
Fanucci
20 febbraio 2020
cartaceo, e-book
“Ibridazione si aggiunge quindi a ibridazione, senza che si possa ricomporre in modo definitivo l’immagine frantumata di un mondo a venire, che è dentro di noi, sepolto nei sogni e nelle fantasie del nuovo millennio.”
“Il recupero di ‘Ma gli androidi…’ avviene nel 1982 – l’anno della morte di Dick – grazie alla comparsa sugli schermi di Blade Runner di Ridley Scott. Pur distaccandosi in più punti dall’opera di Dick, tanto da rendere totalmente umani i `replicanti’ e da eliminare quasi del tutto dalla trama i motivi religiosi e il ruolo giocato dagli animali artificiali, Ridley Scott cattura la visione tragica e insieme grottesca di ‘Ma gli androidi…’, accentuando la metamorfosi del ‘genere’ SF in un noir cupo e metafisico, in cui Rick Deckard, recitato da Harrison Ford, assorbe qualcosa del detective Philip Marlowe di Chandler e affronta in un truculento duello western-futuristico il Roy Batty di Rutger Hauer, pericolosamente contiguo a un superuomo germanico, mentre Sebastian – introdotto nel film al posto di Isi-dore – introduce lo spettatore nel suo personale mondo di balocchi, simile a una sinistra Disneyland. Ibridazione si aggiunge quindi a ibridazione, senza che si possa ricomporre in modo definitivo l’immagine frantumata di un mondo a venire, che è dentro di noi, sepolto nei sogni e nelle fantasie del nuovo millennio.” (Dall’introduzione di Carlo Pagetti)
Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense.
La sua fama, in vita esclusivamente noto nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente presso la critica e il grande pubblico dopo la sua morte, in Patria così come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto, anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982, liberamente tratto dal suo romanzo Il cacciatore di androidi), venendo dunque ampiamente rivalutato come un importante autore postmoderno, precursore della corrente artistico-letteraria dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea.
Temi centrali dei suoi visionari racconti e romanzi, per molti aspetti antesignani delle atmosfere tipiche del cyberpunk, sono i molteplici processi manipolativi del tessuto sociale da parte delle strutture di potere, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e i disturbi psichici a essi correlati, e l’indefessa indagine gnostico-mistica del divino.