arte
Bollati Boringhieri
4 novembre 2021
cartaceo, ebook
192
In libreria dal 4 novembre Edmund de Waal con un libro sulla famiglia Camondo
LETTERE A CAMONDO
Trama di “Lettere a Camondo”
Conosciuti come «i Rothschild dell’Est», i Camondo, ebrei di origine italiana ma provenienti da Istanbul, abitavano a Parigi in rue de Monceau, a pochi portoni di distanza dagli Ephrussi, la famiglia di Edmund de Waal, indimenticabile protagonista di “Un’eredità di avorio e ambra”.
Come gli Ephrussi, anche i Camondo erano esponenti dell’alta società della Belle Époque parigina che da stimati collezionisti e filantropi divennero bersagli dell’antisemitismo. Grande amante della bellezza artistica, Moïse de Camondo volle creare la più grande collezione d’arte francese del Settecento con l’intento di lasciarla al figlio Nissim. Ma Nissim perderà la vita giovanissimo durante la Prima guerra mondiale; e Moïse destinerà alla sua stessa morte, nel 1935, sia la casa sia la collezione allo Stato francese. Da allora, il Musée Nissim de Camondo è rimasto inalterato.
Nel 2018 Edmund de Waal, che all’attività di ceramista e scrittore accosta da anni a quella di curatore di mostre e installazioni, viene invitato dal museo a lavorare sugli archivi della famiglia. È primo artista contemporaneo a ricevere tale privilegio.
De Waal sente subito una perfetta sintonia e affinità con la sensibilità di Moïse e gli scrive cinquantotto lettere che offrono spunti di riflessioni personali sul valore della memoria e della famiglia, sulla malinconia, sulle natura della morte, sul passare del tempo.
In queste sue lettere, de Waal ci consegna una meditazione su che cosa significhi ricostruire una storia familiare; su quali siano gli oggetti, quali i pezzi di un innumerevole archivio che scegliamo di volta in volta per lasciare memoria di noi.
Lettere a Camondo è dunque il libro di un artista interessato e sensibile alla materialità delle cose; ma anche di uno scrittore discreto, quasi defilato dalla narrazione, che lascia che a parlarci siano le persone che non ci sono più e i loro oggetti, riportati in vita nella forma più intima di scrittura, quella epistolare.
L’autore di “Lettere a Camondo”
Edmund de Waal è uno dei più importanti ceramisti al mondo e le sue porcellane sono ospitate nei maggiori musei. Il suo memoir, Un’eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri 2011) è stato pubblicato in trenta lingue e ha vinto il Costa Biography Award e il RSL Ondaatje Prize, ed è stato finalista al Duff Cooper Prize, al Jewish Quarterly Wingate Prize, al PEN/Ackerley Prize, al Southbank Sky Arts Award for Literature, all’Orwell Prize e al BBC Samuel Johnson Prize. Abita a Londra con la sua famiglia.
I molteplici impegni famigliari (ho due figli stupendi oltre ad un marito e a un cane) mi hanno sottratto per un lungo periodo ad una delle mie più grandi passioni: la lettura (oltre alla pallacanestro -amore questo condiviso con mio marito, allenatore, e mio figlio, arbitro, che ci ha portato a creare una nostra società dove ricopro il ruolo di presidente). Ora complice un infortunio che mi costringe a diradare i miei impegni fuori casa (non posso guidare) sono “finalmente” riuscita a riprendere un libro in mano! Il fato, insieme ad un post di Kiky (co-fondatrice de “La bottega dei libri” che conosco da oltre 20 anni) pubblicato su Facebook han fatto sì che nascesse la mia collaborazione con “La bottega”, collaborazione che quotidianamente mi riempie di soddisfazione.