“Le poesie di Stefano Perruccio” di Stefano Perruccio pubblicato a Luglio 2024 per Aletti Editore
«Bere un vino ascoltando Chopin – scrive, nella Prefazione, Cosimo Damiano Damato, scrittore, regista e sceneggiatore, attivo soprattutto nel mondo del teatro – può suggerire immagini e tenerezze a forma di poesia. Riprendersi i ricordi, cucirli su un foglio, godersi quell’attimo di gioia. Goccia a goccia, parole incastrate nel tempo che sa sospendersi. Ritornare in mezzo alla vita, riprendersi ogni senso, tentare di inventarsi la vita, sfidare la ragione cogliendo la benedizione spogliandosi di ogni sentimentalismo ed indossando quell’ironia essenziale che può salvare da un agguato».
Nonostante la vasta produzione letteraria di poesie, racconti e romanzi pubblicati, sono tante le opere di Stefano Perruccio, che non hanno mai visto la luce. L’intento dell’autore, che vive ad Ostia Lido (Roma), è però quello di farle conoscere, un poco alla volta, tirando fuori quell’alone di riservatezza che mantengono quando sono chiuse in un cassetto, condividendole, piuttosto, con i lettori. «Verità e finzione, sincerità e bugia – racconta Stefano, in riferimento alla sua scrittura, in cui si intrecciano realtà e fantasia – sono connaturati in me e si mescolano alla grande, senza bisogno di troppe forzature».
La vita, l’amore, la felicità. Ma anche la tristezza, la malinconia e il rimpianto caratterizzano la poetica di Perruccio, che risente di molteplici influenze letterarie e poetiche, da John Keats e i poeti romantici inglesi a Jacques Prevert, Neruda, Emily Dickinson, Rimbaud e Verlaine, Szymborska, Leopardi e gli ermetici italiani come: Montale, Quasimodo o Umberto Saba.
AUTORE
Stefano Perruccio
Titolo: Le poesie di Stefano Perruccio
Autore: Stefano Perruccio
Casa Editrice: Aletti
Pagine: 51
Data di uscita: Luglio 2024
Genere: Poesia
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.