Le parole dell’Economia di Francesco Mercadante pubblicato il 21 aprile 2022 per Il Sole 24 Ore.
Le parole dell’economia, molto di frequente, fanno anche paura. Anche? Sì, anche, cioè unitamente al mistero che recano in sé.
Il sostantivo “debito”, per esempio, talora risulta tormentoso: ciò non è affatto casuale: nelle proprie origini romanze, esso implica nettamente l’essere costretti o l’essere destinati e, in alcune testimonianze letterarie, ha a che vedere pure con la morte. Di certe crisi, tuttavia, siamo responsabili. Il verbo greco ‘krìnein’, da cui crisi deriva, anticamente, aveva il significato di separare, in virtù della propria radice, ed era connesso con la trebbiatura. In pratica, indicava l’attività di separare la granella del frumento dalla paglia e dalla pula. La crisi, dunque, contiene in sé una scelta fatta dopo una separazione, un taglio. Ogni parola “racconta”, quasi da sé, cioè senza l’intervento del narratore, una vicenda economico-creativa e sociale, può esaltare o annientare un legame, condizionare, in un modo o nell’altro, la stabilità d’un Paese.
L’AUTORE
Francesco Mercadante
Casa Editrice
Il debutto nelle edicole è a Milano, il primo agosto 1865: il giornale “Il Sole”, dedicato all’economia, è l’espressione di una borghesia liberale e innovatrice, voluto dal commerciante di stoffe Gaetano Semenza (in foto), dai fratelli imprenditori della seta Penocchio e dall’editore Francesco Vallardi.
La motivazione editoriale di Semenza nasce a Londra, quando il commerciante frequenta Giuseppe Mazzini e il suo gruppo di esuli. Naturale l’ispirazione politica liberale e riformista, all’inizio ancor più radicale e democratica, in ogni caso favorevole alle manifestazioni di libertà economica. Nei suoi primi anni “Il Sole” è stato un giornale di battaglia, per sostenere la rappresentanza democratica milanese nelle istituzioni, ispirato dalle idee di Carlo Cattaneo.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.