Cartaceo
Raffaello Cortina Editore
7 novembre 2019
Cartaceo
203
La sagoma perturbante della pulsione di morte, che la psicoanalisi dopo Freud avrebbe voluto ripudiare, ritorna prepotente sulla scena della vita individuale e collettiva.
Gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce? La schiavitù alla libertà? La vita morta alla vita viva? Dopo “L’uomo senza inconscio”, Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse. Al centro non è più la dimensione perversa di un godimento neo-libertino che rifiuta la Legge, ma il ritiro sociale del soggetto, la sua introversione melanconica. Il muro emerge come il simbolo inquietante del nostro tempo; è il muro della chiusura della vita nei confronti della vita; è la tendenza neo-melanconica al rifiuto della trascendenza dell’esistenza; è la pulsione securitaria che vorrebbe trasformare il confine da luogo vitale di scambio a bastione, filo spinato, porto chiuso.
Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti in Italia, insegna alle Università di Pavia e Verona. Dirige l’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) e collabora con la Repubblica. I suoi libri sono tradotti in molte lingue. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, L’uomo senza inconscio (2010), i due volumi su Jacques Lacan (2012-2016), Cosa resta del padre? (2017), Contro il sacrificio (2017), Alimentare il desiderio (con M.A. Rugo, 2019) e Le nuove melanconie (2019).
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.