
Narrativa Storica
Neri Pozza Editore
27 giugno 2019
cartaceo e kindle
441
“Innamorarsi è la sola avventura illogica, la sola cosa che siamo tentati di credere soprannaturale, nel nostro mondo scontato e ragionevole. L’effetto è assolutamente sproporzionato alla causa.”
Robert Louis Stevenson
Edimburgo, 1894. Brodie Moncur ha ventiquattro anni e da sei lavora per la Channon & Co., il quarto maggior produttore di pianoforti in Gran Bretagna. Valente accordatore, viene invitato un giorno da Ainsley Channon a trasferirsi nella sede di Parigi, dove i pianoforti Channon stentano a conquistare le simpatie francesi. Nell’imponente negozio parigino, due grandi vetrine che si affacciano in avenue de l’Alma, Brodie abbraccia con entusiasmo la sua nuova vita, lontana dalla Scozia, soprattutto, lontana dal suo tirannico padre. Si rimbocca le maniche e concepisce un’idea brillante: ingaggiare un grande pianista, un virtuoso dello strumento, che suoni un Channon nei suoi concerti e dia, così, lustro all’azienda. L’occasione per realizzarla gliela offre il Theatre de la Republique, in una serata in cui John Kilbarron, ex bambino prodigio e musicista di indiscusso talento chiamato Le Liszt irlandais, esegue la Sinfonia n. 3 di Cajkovskij e un poema sinfonico di Panin per la voce solista di Lydia Blum, soprano russa. Capelli scuri pettinati all’indietro, profonde rughe che gli solcano le guance, Kilbarron sembra un individuo freddo, con un atteggiamento arrogante studiato apposta per le scene. La sua esecuzione, tuttavia, è a dir poco impeccabile: un uragano; probabilmente ciò che gli spettatori dovevano aver provato ai concerti di Liszt. Alla fine della serata, Brodie si reca nei camerini degli artisti e, bussando a una porta, si ritrova al cospetto di una giovane donna. Capelli biondi mossi e arruffati, occhi azzurri e labbra rosee, una vestaglia sgargiante addosso a coprire un’evidente nudità, una sigaretta tra le labbra con qualche briciola di tabacco raccolta alla punta della lingua, Lydia Blum,la soprano russa, fissa i suoi occhi nei suoi, e una grossa bolla d’aria si fa largo, come un pugno, nel petto di Brodie Moncur, giovane accordatore scozzese. Storia di un amore folle e cieco, intimo ritratto della vita di un uomo e, al contempo, lucido sguardo sullo spirito del tempo, “L’amore è cieco” è il nuovo romanzo di William Boyd. Un romanzo di vertiginosa passione e brutale vendetta, in cui arte e vita si danno la mano dinanzi alle speranze e alle illusioni, alla potenza e alle crudeltà che l’amore puntualmente riserva.
William Boyd nato ad Accra, in Ghana, nel 1952 ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo per i suoi romanzi. Sono: A Good Man in Africa (1981, vincitore del Whitbread Award e Somerset Maugham Prize) An Ice Cream War (1982, finalista per il Booker Prize 1982 e vincitore del John Llewellyn Rhys Prize), Stars and Bars (1984 ), The New Confessions (1987), Brazzaville Beach (1990, vincitore del McVitie Prize e James Tait Black Memorial Prize) The Blue Afternoon (1993, vincitore del premio del libro Sunday Express del 1993 e del Los Angeles Times Book Award for Fiction, 1995), Armadillo (1998) e Any Human Heart(2002, vincitore del Prix Jean Monnet). I suoi romanzi e storie sono stati pubblicati in tutto il mondo e sono stati tradotti in oltre trenta lingue. È anche l’autore di una raccolta di sceneggiature e di un libro di memorie dei suoi racconti scolastici , School Ties (1985); e tre raccolte di racconti: The Yankee Station (1981), The Destiny of Nathalie ‘X’ (1995) e Fascination (2004).

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.