
Narrativa
La nave di Teseo
5 marzo 2020
Cartaceo
196
Il lettore, alla fine, ha qualcosa di molto più importante di un piccolo catalogo di notizie: ha cognizione di un sentimento capitale della vita
“A ripensarci, solo un incosciente poteva intitolare nel 1978 un suo romanzo L’amore borghese, in pieno post Sessantotto, con la borghesia fatta a pezzi e i sentimenti, a cominciare dall’amore, dileggiati o messi sotto le scarpe. Del resto, era vero: volevo raccontare la storia di un adulterio, descrivere una famiglia borghese proprio di quell’epoca, e i tormenti di uno scrittore che dalle strettoie palesi di quell’epoca voleva sollevarsi. Nelle interviste mi chiedevano: lei parla della borghesia? Sì, rispondevo, ma è così strano? Poi, con la sua recensione, arrivò Carlo Bo. Che scrisse: “L’abilità dello scrittore va colta nel confronto fra la mediocrità dei dati (adulterio, matrimoni, vita di scrittore) e il riflesso interiore delle conseguenti vicende. Il lettore, alla fine, ha qualcosa di molto più importante di un piccolo catalogo di notizie: ha cognizione di un sentimento capitale della vita… che è poi il mistero o quanto del mistero siamo in grado di cogliere”.” (Giorgio Montefoschi)
Giorgio Montefoschi (1946), giornalista e scrittore, è autore di numerosi romanzi. Laureato in Lettere con una tesi su Menzogna e sortilegio di Elsa Morante, è collaboratore del “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri ricordiamo: Ginevra (1974), La casa del padre (1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (Rizzoli 2001), La sposa (Rizzoli 2003), L’idea di perderti (Rizzoli 2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (Rizzoli 2009), Eva (Rizzoli 2011), La fragile bellezza del giorno (Bompiani 2014), Il buio dell’India (Guanda 2016), Il museo africano (La Nave di Teseo 2019).