
Cartaceo
Marsilio Editori
28 novembre 2019
Cartaceo
80
“O Tànato, la luce è ne’ tuoi occhi!
T’offro le bende splendide e il crinale
e la rete e la mitra e il velo.”
Il saggio, muovendo dalla riscoperta dell’Ellade, analizza l’arte e la messa in scena di Fedra al Teatro dell’Opera di Parigi, il 7 giugno 1923, in cui il mito diviene archetipo, metafora e codice interpretativo dell’innovazione drammaturgica. I suggestivi scenari di Léon Bakst, venati da un’atmosfera di poesia e di sogno, ricostituiscono un’epoca lontana che lo spettatore, affascinato, rivive virtualmente, comunicando con l’ambiente ampio e profondo del Palazzo di Teseo, muovendosi liberamente nelle accoglienti dimensioni della dimora, culla delle proprie origini e fiction di un immaginario “possibile”. Questa singolare esperienza di un’identità ritrovata assurge a funzione paradigmatica, dal momento che l’autore l’addita al pubblico perché sia ripetuta come “esempio” da imitare. Di qui il valore dell’opera di d’Annunzio e la sua originale “poetica figurativa”.
L’AUTORE
Carlo Santoli è ricercatore di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università degli Studi di Salerno. È autore di monografie su d’Annunzio e contributi su Goldoni, De Sanctis, Carducci, Campana, Rebora, Pascoli, Betocchi, Quasimodo, Stuparich. È direttore scientifico della rivista «Sinestesie».

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.