Thriller
Mondadori
29 settembre 2020
Cartaceo+Kindle
276
Il romanzo del caso Bebawi
Sono le nove del mattino, del 20 gennaio 1964. A due passi da via Veneto, cuore della mondanità romana, una giovane segretaria scopre negli uffici della società tessile Tricotex un cadavere immerso in una pozza di sangue, crivellato da quattro colpi d’arma da fuoco, il volto sfregiato dal vetriolo. La ragazza lancia un grido disperato. Il morto è il suo principale, Farouk El Chourbagi, un giovane industriale egiziano, figlio di un ex ministro delle Finanze, protagonista delle notti della capitale. La sua era una vita fatta di lusso, macchine sportive, belle donne, avventure e trasgressioni.
I sospetti degli investigatori si concentrano subito su Claire e Youssef Bebawi, una coppia di egiziani residenti in Svizzera che, dopo un breve soggiorno a Roma che coincide con le ore dell’omicidio, si sono dati alla fuga alla volta di Napoli, Brindisi e quindi Atene. Entrambi hanno un movente: lei, la gelosia di un’amante abbandonata; lui, l’onore di un marito tradito.
Inizia così un processo destinato a occupare per mesi le prime pagine di tutti i quotidiani. In ogni sfumatura del rito che si celebra nel Palazzaccio di piazza Cavour c’è qualcosa di irresistibile, capace di attrarre la spasmodica curiosità del pubblico, che a ogni seduta gremisce la solenne aula d’Assise. La malia della dolce vita romana, il profumo esotico della vicenda, le sei lingue che risuonano durante le testimonianze, l’impasto di religioni, l’intrigo di passioni, l’odore del sesso, il veleno del tradimento, un’imputata enigmatica dagli occhi verde smeraldo, il duello tra due principi del foro, Giuliano Vassalli e Giovanni Leone. E, soprattutto, il velo di mistero calato dalle accuse reciproche che si lanciano i due coniugi imputati.
Con un racconto vibrante, ricco di colpi di scena, attento non solo a ricostruire i dettagli di un’indagine complessa e le avvincenti schermaglie processuali, ma anche a scandagliare la personalità dei protagonisti, Francesco Caringella apre al lettore le porte di quello che fu definito «il processo del secolo», il dibattimento che più di ogni altro ha messo in scena il dramma del dubbio e l’impotenza della giustizia.
Francesco Caringella, già commissario di polizia e magistrato penale a Milano durante «Mani pulite», attualmente è presidente di Sezione del Consiglio di Stato. Inoltre, è presidente della Commissione di garanzia presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e giudice del Collegio di garanzia per lo sport presso il Coni. Autore di numerose opere giuridiche, ha pubblicato anche tre libri di narrativa: Il colore del vetro (2012), Non sono un assassino (2014; vincitore del Premio Roma per la narrativa) e Dieci minuti per uccidere (2014). Da Mondadori ha pubblicato i saggi Dieci lezioni sulla giustizia (2017), La corruzione spuzza (2017), scritto a quattro mani con Raffaele Cantone, e l’affilato legal thriller procedurale Oltre ogni ragionevole dubbio (2019).
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.