Saggio
Bompiani
28 agosto 2019
Cartaceo+Kindle
1760
“Si in finibus illam suis…vincere minime concessum nobis fuerit, id saltem praestabimus,ne, dum minime victores e pugna discedimus, victi ignaviter abeamus”
In questo volume si raccolgono i testi più rappresentativi della produzione letteraria e scientifica di Giovanni Pontano, uno dei più grandi scrittori in latino del Quattrocento. Al di là della sua produzione poetica, infatti, i “Dialoghi, La fortuna e La conversazione” si offrono come matura testimonianza dei suoi ampi interessi: i cinque dialoghi (sospesi tra l’apologo morale, la conversazione faceta, la satira e la critica letteraria) polemizzano con il malcostume sociale e la pedanteria scolastica; il trattato della Fortuna (centrato sui complessi problemi della volontà e del destino) interpreta in maniera originale la crisi e gli slanci di fine secolo; mentre La conversazione (dedicata soprattutto all’analisi del linguaggio ludico) apre la fortunata stagione rinascimentale delle riflessioni sulla “civile conversazione”, sull’uso della facezia, sull’arte del comunicare. Le introduzioni, i commenti e gli apparati bibliografici – a cura di Francesco Tateo, internazionalmente riconosciuto come uno dei più importanti studiosi di Pontano e dell’Umanesimo – si presentano come una guida indispensabile per cogliere la ricchezza del percorso intellettuale pontaniano. In appendice, a cura di Anna Gioia Cantore, figura l’intero corpus dell’epistolario privato che, pur distinto da quello ufficiale, si rivela necessario per cogliere, assieme alla produzione latina, rari ed efficaci esempi di scrittura in volgare.
L’AUTORE
Giovanni Pontano, che già nella prima giovinezza assunse lo pseudonimo classicheggiante di Gioviano, era nato a Cerreto nell’Umbria il 7 maggio 1429 da una famiglia della piccola nobiltà. A Napoli si definì il suo orientamento culturale attraverso la frequentazione di Antonio Beccadelli, il Panormita, di letterati greci come Gregorio Tifernate, Giorgio Trapezunzio, Teodoro Gaza, e cultori di astrologia come Tolomeo Gallina e Lorenzo Bonincontri. L’insegnamento della lingua latina ai rampolli della famiglia reale e gli incarichi diplomatici sempre più impegnativi gli assicurarono una brillante carriera di maestro e di politico. Si dedicò alla stesura di versi e di prose di argomento etico, storico e astrologico. Dopo la morte di Ferrante e l’effimera conquista del Regno da parte di Carlo VIII (1494), si ritirò a vita privata assistendo, poco prima di morire il 17 settembre 1503, alla definitiva caduta del Regno in mano spagnola.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.