Saggio
Utet
10 marzo 2020
Cartaceo
816
““Indisponibilità della vita” e “disponibilità della vita” sono formule di centrale importanza, che sintetizzano due diverse maniere complessive di accostarsi ai temi della bioetica e del diritto.”
Tuttavia, nonostante il suo carattere “strategico”, in letteratura questo binomio non è stato specificamente ed organicamente tematizzato. Da ciò lo sforzo, da parte di questo libro, di metterne a fuoco la fisionomia storico-teorica, mostrandone le concretizzazioni giuridiche e penalistiche, soprattutto in relazione ai controversi problemi della morte medicalmente assistita.
Si tratta quindi di una ricerca giuridica e filosofico giuridica che persegue gli ideali del rigore e della chiarezza e che, per queste caratteristiche, si rivolge, oltre che agli specialisti, a un più largo pubblico.
Insieme a una parte espositiva e descrittiva, il volume contiene una parte critica in cui l’autore, oltre a registrare il dibattito in corso (e gli antecedenti storici di esso) prende apertamente posizione in merito alle cruciali questioni del diritto di morire, del suicidio assistito e dell’eutanasia volontaria. Questioni che anche in Italia, con il caso Cappato e l’intervento della Corte costituzionale, sono attualmente al centro di un acceso dibattito, che interpella nello stesso tempo, l’etica, la filosofia il diritto e la politica.
L’AUTORE
Giovanni Fornero Filosofo e saggista, si è occupato di campi disciplinari diversi. Continuatore dell’opera di Abbagnano ed esperto del pensiero contemporaneo, è autore e coautore di storie della filosofia di larga diffusione. Studioso dei problemi della bioetica e della laicità, ha contribuito a suscitare un ampio dibattito sulla distinzione paradigmatica fra biomorale cattolica e laica. Membro della Consulta di Bioetica e dell’Associazione Luca Coscioni si è ultimamente occupato dei problemi di fine vita.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.