
La scala
narrativa straniera
Rizzoli
1 ottobre 2019
cartaceo, kindle
128
L’anno prima di pubblicare il suo romanzo d’esordio, il futuro premio Pulitzer Michael Chabon si ritrova a parlare, a una festa, con uno scrittore affermato, che gli somministra senza mezzi termini un consiglio non richiesto: “Non fare figli” dice.
“Ecco quanto. Non ne fare. È tutta qui la legge della vita”.
A vent’anni di distanza, dopo quattro figli fatti e numerosi libri pubblicati, è a questo scambio di battute che Chabon affida l’apertura della raccolta che avete in mano, pensata per essere una meditazione estrosa ed elegante – niente di meno rispetto a quanto ci ha abituati il suo sguardo obliquo e sempre centratissimo – su cosa significhi essere genitori oggi.
C’è, in questa sottile e impagabile collezione di pensieri, che prende spunto da episodi autobiografici, un tentativo sincero e meditato di mettersi in ascolto dei propri figli, di guardarli e capire quale sia il limite dell’intervento, delle parole da usare, della libertà da dare.
Che poi, forse, è proprio lo stesso atteggiamento dello scrittore davanti a una nuova storia.
Michael Cabon è nato a Washington nel 1963 e vive a Berkeley, in California. Tra le sue opere, disponibili in Rizzoli e nel catalogo BUR, Wonder boys (2002), da cui è stato tratto l’omonimo film con Michael Douglas, Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay (2001), vincitore del premio Pulitzer, Il sindacato dei poliziotti yiddish (2007), Cenere e ulivi (2017) e Sognando la luna (2017).

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.