
Narrativa contemporanea
Persiani Editore
29 aprile 2020
ebook
120
Lo scrittore bolognese Alessandro Bruni presenta “We Were Grunge”, un romanzo intimo ma anche un’opera di non fiction che rievoca i tempi della musica grunge in quel di Seattle, quando gruppi come Nirvana, Soundgarden, Alice in Chains e Pearl Jam hanno rimescolato le certezze e le coscienze dei ragazzi degli anni novanta. È anche la storia di un uomo, aspirante scrittore, che cerca sé stesso attraverso un pellegrinaggio tra i boschi della Via degli Dei, con la sola compagnia dei fantasmi dei soccombenti e dell’ingombrante figura di chi è rimasto, con il quale intrattiene un emozionante dialogo interiore.
l 18 maggio 2017 Chris Cornell, cantante dei Soundgarden, viene trovato morto in una stanza d’hotel a Detroit. Sono trascorsi oltre vent’anni da quel pugno di tempo contrassegnato dal grunge e dall’ultima onda di ribellione musicale.
Kurt Cobain dei Nirvana e Layne Staley degli Alice in Chains sono morti da anni e ora il destino è venuto a prendersi Cornell.
Un protagonista di cui non sappiamo il nome, con il suo sole e il suo tempo in bilico sul mondo, si allontana da casa e dalla famiglia, dagli impegni presi e dal lavoro. Vuole solo camminare e scrivere, scrivere e parlare con l’ultimo di quei ragazzi che fronteggiavano il pubblico, l’ultimo ora rimasto in vita, l’ultimo ancora sul palco. Eddie Vedder.
We Were Grunge è il racconto di questo cammino di stenti, questa disputa di anime che toccano il fondo e si contendono quello che resta, nella meschinità, nella passione, nella vergogna e nella verità, sino alla conta finale per capire se esiste ancora una differenza fra soccombere e resistere.
«La mia foto a vent’anni, non è tanto diversa dalla tua Eddie e nemmeno tanto diversa da quella di Christopher, il Supertramp. Siamo abbronzati di spazi aperti, abbiamo occhi spiritati, disordinati negli impulsi, desiderosi di essere liberi, non controllati e fedeli solo a ogni nostro desiderio e alla nostra vera, singola e unica natura. Siamo arruffati e capelloni, talvolta sporchi, sempre affamati di tutto. Pronti a stravolgerci, più incoscienti che coraggiosi, incapaci di guardare oltre il limite dei nostri anni. Vale forse per tutti. Ci tuffiamo nella promiscuità di ogni percezione sensoriale e di ogni pensiero o emozione che ne consegue. Credo sia giusto o inevitabile così, eppure come vorrei riuscire a tornare vicino a un ragazzo che si è perso, per portarlo in salvo, anche contro la sua apparente volontà […]».
Alessandro Bruni, nato a Bologna nel 1972, ha esordito con il romanzo La prossima estate (Giraldi), un noir costruito sul tema della tragedia degli equivoci. Ulisse aveva una figlia (2015) è il suo secondo romanzo in cui prosegue la tematica dell’equivoco, affrontando il registro della commedia. Ha pubblicato successivamente per Persiani Editore: Killing Rock Revolutions (2017), La prossima estate (2019). Esercita la professione di avvocato civilista.

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.