Narrativa contemporanea
Bompiani
10 aprile 2019
cartaceo e kindle
320
“Tra mercatini dell’antiquariato, storie di violenze domestiche e misteri del Ventennio si delinea una storia intricata di gelosie tra scrittori e raffinate contraffazioni.”
Il cuore di questo romanzo è l’ex cartolibreria di un piccolo paese trasformata da Duccio Tancredi, detto altrimenti il Capo, in un santuario di libri usati, antichi, preziosi. Nel retrobottega ha l’abitudine di riunirsi un gruppo di amici, il Pio Convento, che accompagnano le loro chiacchiere colte e argute con libagioni di barolo chinato. È un libro raro, così raro che forse non esiste, a scatenare il gusto per l’avventura che li accomuna: «La Catastrofe del Duce, ovvero una musica d’addio». Un libro fantasma, che compare solo in qualche vecchio repertorio, improvvisamente ricercatissimo. Che cos’ha di tanto interessante questo libro, a parte il fatto di essere introvabile? Tra mercatini dell’antiquariato, storie di violenze domestiche e misteri del Ventennio si delinea una storia intricata di gelosie tra scrittori e raffinate contraffazioni.
Mario Baudino, nato a Chiusa di Pesio nel 1952, vive a Torino dove fa il giornalista nel quotidiano “La Stampa”. Ha scritto i libri di poesie: Una regina tenera e stupenda (Guanda, 1979), Grazie (Guanda, 1988, Premio Montale), Colloqui con un vecchio nemico (Guanda, 1999, premio Brancati), Aeropoema (Guanda, 2006). Ha pubblicato i volumi di saggistica Al fuoco di un altro amore (Jaca Book, 1988), Il gran rifiuto, storie di autori e di libri rifiutati dagli editori (La Gaja Scienza, 1991), Voci di guerra 1940-1945, Sette storie d’amore e di coraggio (Ponte alle Grazie, 2001), Il mito che uccide (Longanesi, 2004) e i romanzi In volo per affari (Rizzoli 1994), Il sorriso del Druida (Sperlig & Kupfer, 1998), Per amore o per ridere (Guanda, 2008).
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.