
Narrativa
Mondadori
2 Ottobre 2018
Ebook cartaceo
805
Prima metà dell’Ottocento. Fra Piemonte e Inghilterra.
Anne Bacon, figlia di un mercante della seta sposa un ufficiale piemontese e scopre come conquistarsi un posto nella storia di un Paese non ancora nato, di un orizzonte ideale che infiamma il mondo. È la grande storia di come è cominciata la nostra Storia.
Prima metà dell’Ottocento. L’ufficiale piemontese Prospero Carlo Carando di Vignon, di stanza a Londra, sposa Anne Bacon, figlia di un mercante di seta, ma, richiamato dal suo reggimento, torna a Torino. Anne decide di raggiungere lo sposo più tardi, ma è costretta a fermarsi ulteriormente, colpita da un attacco di febbre vaiolosa. La malattia passa, ma i segni delle cicatrici restano. Quella che infine arriva a Torino è un’Anne molto diversa dalla giovane vivace e un po’ frivola di pochi mesi prima.
Prospero l’accoglie con la fredda correttezza dell’uomo che mantiene fede ai patti, ma la vita coniugale si annuncia come un piccolo inferno domestico. Il suocero Casimiro invita Anne a occuparsi della proprietà del Mandrone, del cui futuro soltanto lui – conservatore di ferro – sembra preoccuparsi. Tra i due si stabilisce un’imprevedibile complicità e Anne matura un profondo amore per quella campagna, per la vita appartata e operosa che vi conduce, per le prospettive legate a un accorto sfruttamento delle risorse. Enrico Verra, giovane vigoroso e sempre più ricco produttore di seta, condivide la febbrile immaginazione di Anne. Il racconto delle vicende di Anne Bacon e della famiglia Vignon si intreccia ai fili (che non sono solo quelli della seta) dello spirito del tempo, degli eventi in cui non si insinua – anche quando le coordinate sono ideologicamente regressive – lo spasmo del futuro. Siamo di fronte a un romanzo della nazione – a una nazione di potenzialità che guardano al di là dei confini, che non hanno confini. Viene da chiedersi se Anne, Prospero, Enrico, Casimiro (e i numerosi incisivi comprimari) appartengano davvero a un’era felice.
Viene da rispondere che la Cibrario, narrativamente parlando, ci racconta idee, emozioni, gesti, figure che non sono “in costume”, ma portano con sé i modi comportamentali della società, quando si muove, quando produce movimento.
BENEDETTA CIBRARIO
Benedetta Cibrario è nata a Firenze nel 1962, da padre torinese e madre napoletana. Vive a Londra. Nel 2007 esordisce con il romanzo Rossovermiglio (Feltrinelli, 2007), premio Campiello nel 2008. Rossovermiglio viene tradotto e pubblicato in diversi Paesi, tra cui la Germania, l’Olanda, il Portogallo, la Grecia. Nel 2009, esce Sotto cieli noncuranti, premio Rapallo Carige nel 2010. Nel 2011 scrive un romanzo breve Lo Scurnuso (Feltrinelli 2011), sul rapporto fra il singolo e la Storia.

Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!