È il 24 ottobre del 1976 e sul circuito giapponese, alle pendici del monte Fuji, la pioggia scende incessante dal mattino. Oggi si deciderà il campionato di Formula 1. A contendersi il titolo, l’austriaco Niki Lauda, che qualche mese prima al Nürburgring ha avuto un incidente terribile, salvandosi miracolosamente, e l’inglese James Hunt, talento spesso irruento. I due piloti sono divisi da soli 3 punti e uniti da una singolare amicizia.
In un tempo e in uno spazio sospeso, nell’attesa che si decida se la gara si correrà o meno, si muovono tutti i grandi protagonisti dell’automobilismo di quegli anni: non solo piloti, come Lauda, Hunt, Fittipaldi, Regazzoni, ma anche tecnici e uomini di scuderia, come Mauro Forghieri, Alastair Caldwell, Daniele Audetto e Bernie Ecclestone, e con loro tutto il variegato mondo che anima il circus. Una piccola folla di anime in movimento i cui desideri e destini, passioni vere e interessi economici si intrecciano, si incontrano e si allontanano. E su questo sfondo, l’intenso, contraddittorio ed esclusivo rapporto tra Enzo Ferrari, che segue ogni cosa da Maranello, e Niki Lauda.
La gara del Fuji 1976 segna il destino di un mondiale, ma anche l’inizio di cambiamenti epocali per la Ferrari e per tutta la Formula 1.
Il romanzo del Fuji
Diego Alverà
Lauda, Hunt, F1 1976
In libreria dal 18 novembre
Collana: Vite inattese | 240 pagine | 17.00 euro
L’autore
Diego Alverà ha scritto numerosi libri di sport, tra cui Ronnie Peterson. Quell’ultimo rettilineo (Nada, 2019), Ayrton Senna. Il predestinato (Nada, 2020) e Gilles Villeneuve. Oltre il limite (Nada, 2022). Dal 2016 scrive, progetta e porta in scena, con il fortunato format di «live storytelling», molte narrazioni originali dedicate a miti e icone dello sport.

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.