“Il giovane Aubrey” di Franco Gandolfi pubblicato il 31 maggio 2017 per Parallelo 45 edizioni
Sinossi
Londra, 1944. Edward si ritrova solo nella propria abitazione: i familiari si sono trasferiti in campagna per evitare le conseguenze peggiori della guerra.
La solitudine, l’attesa della prossima esplosione, una trepidazione amara, il desiderio di dare voce alla speranza, tutto questo induce il protagonista a meditare sull’incoerenza delle vicende umane, a ripercorrere la propria vita.
Edward nasce a Brighton nel 1874; in una scuola della città termale incontra la persona che più ne segnerà il cammino della memoria: l’artista Aubrey Beardsley, illustratore.
Ricordando il tempo trascorso, il protagonista rivive i bagliori e le ombre degli ambienti artistici inglesi di fine secolo, lo spirito di quei momenti giudicato spesso decadente, eppure – vissuto tramite gli occhi di Aubrey Beardsley – capace di rivelare tutta la propria ricchezza umana e intellettuale.
Beardsley scopre presto d’essere malato di tisi; consapevole che la sua esistenza sarà breve, affronta gli anni fugaci che lo separano dalla fine pervaso da un’esuberanza insospettabile, costantemente scalfita dalla contraddizione nata da una fragilità ineludibile. Edward condivide a tratti l’esistenza di Aubrey, ne rivive le avventure umane e artistiche, dagli esordi fino alla fama e alla successiva caduta legata allo scandalo che vede coinvolto lo scrittore Oscar Wilde.
Accompagnando il ricordo di vite parallele è possibile rievocare la rincorsa dell’artista verso la bellezza; le inquietudini legate alla debolezza procurata dalla malattia; la complessità e l’ambiguità sessuale di Beardsley; sospettato di omosessualità e nello stesso tempo di incesto con la sorella Mabel, attrice. Le voci si rincorrono e forte è il dubbio che più dell’uomo sia inquisito l’artista ribelle nei confronti delle regole sociali, consapevole di dare scandalo eppure compiaciuto del clamore generato dal proprio lavoro. Il protagonista alterna nel ricordo le vicende dell’amico alle proprie.
Edward, dunque, solo, medita sulla vita passata e attuale; sull’attesa del Cavaliere Nero che raggiunge quotidianamente Londra sul dorso delle “bombe volanti”, le cosiddette V1 e V2, queste ultime capaci di vincere addirittura la velocità del suono. Un punto però rimane oscuro tra i ricordi, tale da rubare il sonno di notti infinite; il culmine del romanzo è dunque la riflessione intorno a una verità ambigua e irrisolta, come spesso ambigua e irrisolta è la vita.
L’AUTORE: Franco Gandolfi
Franco Gandolfi, nato il 5 settembre 1967, vive a Vergato (Bologna). Laureato in giurisprudenza, svolge la professione di avvocato. Appassionato di letteratura e d’arte in genere, predilige gli scrittori europei del dopoguerra. Ammira Georges Simenon, Hieronymus Bosch e Edvard Munch, Francis Bacon e Aubrey Vincent Beardsley. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Il miele di Chopin.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.