Narrativa
Gammarò Edizioni
18 ottobre 2019
Cartaceo
464
Traduzione di Vincenzo Gueglio: il suo titolo insolito e spiritoso, Viaggi di Grulliver è un gioco di parole su “grullo”, “credulone”, simile a quello che Swift intendeva per il suo eroe.
Grulliver parte per i suoi viaggi da bravo cittadino britannico, serenamente incastonato nella tranquilla persuasione della propria naturale superiorità: egli è un gigante in un mondo di nani; può risolvere con irrisoria e sprezzante facilità problemi che per gli altri sono insormontabili: un incendio, lo spegne pisciandoci sopra. Ma poi gli è inflitta l’esperienza che lo relativizza e, concretissimamente, lo ridimensiona. Subisce quindi l’immersione nella mostruosa realtà della nuova scienza: un paradossale battesimo i cui tratti carnevaleschi non hanno niente di allegro, ma sono la cupa testimonianza della follia tecnologica dilagante. Infine, la rivelazione: scopre di essere uno yahù, una bestia il cui barlume di ragione è volto al male.
La verità alla quale Grulliver approda è tragica; ma grottesca; e il ridicolo toglie ogni dignità alla tragedia.
Esso solo resta, e dilaga.
Jonathan Swift è considerato il massimo scrittore inglese del suo tempo ed uno dei più grandi scrittori satirici mai esistiti. Del 1726 è il suo capolavoro e romanzo più famoso “I viaggi di Gulliver”. Non esiste in tutta la letteratura occidentale una condanna del genere umano paragonabile a quella espressa in questo libro. Swift è riuscito a dare a quest’opera un assoluto equilibrio d’insieme. Il suo aggressivo significato allegorico è accessibile a chi vuole intenderlo, tuttavia non danneggia ne il giudizio sulle suggestive costruzioni fantastiche dell’autore, nè la capacità immaginativa del lettore. Di qui l’apparente ironia per cui la più crudele ed elaborata satira contro il genere umano abbia avuto fortuna come libro di amena lettura, e sia diventata, con gli opportuni tagli, un classico per l’infanzia.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.