A cura di Emerita Cretella e Michela Nacca: “Guarda come una donna. Storia nelle storie”
Prefazione di Alma Maria Grandin, Armando Editore
In un periodo storico in cui si va diffondendo il diversity washing, cioè la cattiva coscienza di chi si limita a declamare la necessità di un cambiamento, si ha l’impressione – scrive la giornalista RAI Alma Maria Grandin nella prefazione del libro – che qualsiasi «sforzo per combattere stereotipi e pregiudizi tramite strategie di attenzione e di apertura alle “minoranze”, donne comprese, non produca i risultati messi in preventivo. Incongruenze, anomalie e sopraffazioni sono sempre dietro l’angolo.
E allora utilizziamo “i mille occhi”, un’espressione che noi donne conosciamo bene, ce la ricordano le nostre mamme e le nonne quando i bambini piccoli e indifesi hanno bisogno di essere guardati a vista costantemente. […] Stiamo in guardia come il gigante Argo, con i suoi cento occhi che fa la guardia ad Io: lei considerata la luna e lui il cielo stellato».
Il saggio è caratterizzato da 17 storie di altrettante donne, amiche, impegnate in diversissimi ambiti professionali ma accomunate da un unico sentire e un obiettivo chiaro; attivare azioni che aiutino la politica, la cultura, gli organismi internazionali, la comunità accademica, l’arte, le istituzioni e la società tutta a raggiungere quella parità di genere che fino ad oggi ci è ancora negata.
Il saggio che ne è derivato è frutto di riflessioni e azioni che rispecchiano le storie, le lotte e le speranze di donne che cercano insieme strade nuove per un cambiamento culturale, sociale e politico necessario a gettare le basi di una rivoluzione per una società finalmente del tutto paritaria.
Dalla Prefazione di A. M. Grandin
Nelle pagine che seguono, trovate le nostre vite, storie reali che vi consegniamo, testimonianze intime, prosa contemporanea: quello che abbiamo vissuto, quello che siamo e che vorremmo essere. E ai nostri sguardi abbiamo voluto aggiungere anche i pensieri e la forza di altrettante donne che ci hanno preceduto. Le abbiamo volute con noi perché sono simbolo di forza e di coraggio.
Ognuna di loro ha tracciato percorsi imbattuti e disegnato una nuova mappa di valori e di diritti, creando le basi per una coscienza femminile più consapevole, più indipendente, più libera. In attesa di mettere fine alle emarginazioni secolari segnaliamo il loro esempio. A loro, alle donne di tutte le epoche, dobbiamo molto e da loro abbiamo molto da imparare. Ma, soprattutto, abbiamo il dovere di non dimenticarle.
(Dalla Prefazione di A.M. Grandin)
Chi sono Emerita Cretella e Michela Nacca
Emerita Cretella, Antropologa esperta sulle tematiche di genere e gli stereotipi culturali femminili, da decenni attivista nel mondo della politica femminista. Laureata presso l’Università degli Studi di Firenze ha conseguito presso l’École des hautes études en sciences sociales il DEA in anthropologie sociale et historique de l’Europe. All’Università degli studi Urbino Carlo Bo ha conseguito il perfezionamento in scienze storico antropologiche delle religioni. Ha svolto ricerche, tenuto corsi, seminari e ha collaborato con le cattedre di Antropologia Culturale e Storia delle Tradizioni Popolari presso l’Università della Calabria. Ha scritto testi e lavori teatrali sulle tematiche femminili.
Michela Nacca, nata a Roma nel 1968; è Dottore in Diritto Canonico e in Diritto Civile alla Pontificia Università Lateranense, Avvocata del Foro italiano e dello Stato Città del Vaticano. Dal 1995 è Avvocata della Rota Romana e della Segnatura Apostolica. Dal 2017 è Presidente e cofondatrice della Associazione di promozione sociale Maison Antigone occupandosi attivamente di violenza e discriminazione contro le donne ed i minori, in particolare di “violenza istituzionale” agita nei Tribunali su madri e bambini: tema riguardo il quale collabora in studi effettuati con centri accademici internazionali.
Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!