Sonzogno
18 ottobre 2018
Una voce polemica, e molto ascoltata, fa il punto sulle nuove sfide del femminismo oggi
Marina Terragni, giornalista, opinionista, sulla base della sua pluridecennale esperienza di pensiero e lotta propone un “femminismo radicale” che non si accontenta della lotta per l’autodifesa.
A che punto è la battaglia femminista? Apparentemente avanza su molti fronti. Basti pensare al movimento #metoo, che ha messo sulla difensiva migliaia di uomini potenti. O al grande discorso ai Golden Globe di Oprah Winfrey («il tempo della brutalità maschile è scaduto»). O alla marcia mondiale delle donne per protestare contro l’elezione di Donald Trump. Ma proprio mentre il dominio patriarcale sembra simbolicamente vacillare, per le donne in carne e ossa – dice Marina Terragni – le cose non vanno affatto bene: gli indicatori materiali (salute, lavoro, stipendi, giustizia) sono tutti negativi, mentre crescono i numeri della violenza sessuale e la politica non è stata mai tanto misogina. Dopo un secolo di femminismo, il bilancio lascia ancora a desiderare. L’autrice invoca quindi un “femminismo radicale”, che non chiede pari opportunità, non elemosina posti, non si compiace del vittimismo, non subisce le intimidazioni della cultura gender, ma valorizza il corpo delle donne e la sua irriducibile natura, contro il
dominio di un sesso sull’altro.
Marina Terragni
Marina Terragni è giornalista e blogger milanese . È autrice di vari saggi, tra cui La scomparsa delle donne (Mondadori 2007), Un gioco da ragazze (Rizzoli 2012), Temporary Mother. Utero in affitto e mercato dei figli (VandA 2016). Tra le prime blogger italiane: il blog MaschileFemminile ora è diventato FemminileMaschile. Così, per rimettere le cose al loro posto
Leggo per diletto qualsiasi genere; è sempre stata una mia grande passione. Di una lettura mi colpisce sia una bella trama che una scrittura ricercata. Un romanzo rosa, un romanzo storico, della narrativa contemporanea non importa basta che non sia… fantasy!