Descritta come un essere prodigioso, simile a un coboldo, a un burattino maligno o a un chiuso e torvo feticcio, incapace di allegria e comunione coi suoi simili, la piccola protagonista di Fiorelluccia, una fiaba siciliana si rivela all’analisi come una bimba dall’evidente sintomatologia bulimica. La grandezza della scrittura della San Guedoro si percepisce proprio nella perfetta commistione di immagini reali ed oniriche. M. Gabriella Scuderi.
Sinossi
Fiorelluccia è un essere eccentrico, con tratti di ferocia, dall’insaziabile voracità. Benché si dica che è stata lasciata da una figlia partita per l’America, pare come scaturita dall’inferno per devastare l’ordinata vita dei suoi nonni.
È una creatura immorale e amorale, affine al fauno, al coboldo, simile a un burattino maligno, chiusa e torva come un feticcio, fino all’ultimo s’ignora cosa si muova dietro la sua fronte.
Ancor più che precristiana, è preumana.
Non conosce l’allegria e la comunione coi suoi simili, non ha altri sentimenti che la rabbia, altra intelligenza che quella pratica per condurre a buon fine le sue ladronerie, altra volontà che la determinazione a rubare per soddisfare la sua fame primordiale e senza fondo.
Abita le macchie, le chiome degli alberi, chissà che recessi dell’aranceto, dorme sui tetti. Non fa quasi uso della parola, è un silente mistero, è sola. Spira da lei, in ogni caso, una certa selvaggia potenza.
Titolo: Fiorelluccia. Una fiaba siciliana
Autore: Lodovica San Guedoro
Casa editrice: Felix Krull Editore
Genere: narrativa
Data di pubblicazione: gennaio 2014
Formato: cartaceo, ebook
Pagine: 78
Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.
Un’affascinante fiaba ambientata in Sicilia che pare antica, eppure è stata scritta oggi. A mio avviso, una lettura intrigante per tutti.