“Com’è profondo il Male” di Guido Rojetti pubblicato il 2 marzo 2022
Questo libro è un esorcismo contro il Male attraverso l’umorismo, dispiegato in sette racconti a tema dal ritmo incalzante.
Racconti amari e drammatici scaturiscono dagli anfratti della memoria e della storia attraverso situazioni comiche, in un continuo gioco di specchi dove realtà e finzione sono mescolate tra loro come carte da gioco nel proprio mazzo.
Storie tra il comico e il malinconico; il tragicomico e il paradossale (ma non troppo) per esorcizzare il demone del Male che ci sovrasta dalla perdita dell’innocenza a causa del Peccato originale.
Rivelazioni ironiche e inattese di fronte al dolore, al mistero, all’amore.
Con stile burlesco e pungente, l’autore – che ama definirsi uno “spirito libro” – gioca con le parole costruendo storie piene di humor e con un certo nonsense, ma sempre con puntuale autoanalisi e trasfusione emotiva.
Il ritmo narrativo è scorrevole e fa andare via le storie con una certa velocità, grazie anche alla varietà testuale che il lettore si trova davanti. Perché, assicura l’autore:
“Se un testo scorre leggero, non è stato scritto con leggerezza.”
Il tutto attraverso una scrittura che si appalesa sì tra il sacro mainstream letterario, ma è volutamente amalgamata al profano “per vedere l’effetto che fa…”
Un terzo occhio con cui osservare il mondo costellato di malvagità e ipocrisie che incutono paura.
E la redenzione non sarà per tutti.
L’AUTORE
Guido Rojetti nasce a Torino il 30/11/1952. Ha lavorato presso Editrice La Stampa di Torino e come imprenditore pubblicitario. E’ alla sua terza opera pubblicata. Precedentemente ha scritto L’amore è un terno (che ti lascia) secco, Youcanprint Editore (libro vincitore del Premio internazionale per l’Aforisma Torino in Sintesi 2014) e Giorni da Beoni, Brè Edizioni (2020).

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.