Saggio
Biblion Edizioni
17 luglio 2019
Cartaceo
342
“l’uso d’i mortali è come fronda in ramo, che sen va e altre vene” (Dante Alighieri, Paradiso XXVI)
Nel canto XXVI del Paradiso, Dante affida alla voce di Adamo la sua riflessione sulle dinamiche del mutamento linguistico: se «opera naturale è ch’uom favella», le forme del cambiamento sono legate al gusto e alle vicende culturali («ma così o così, natura lascia / poi fare a voi secondo che v’abbella»). Un’eco oraziana sostiene la constatazione che «l’uso d’i mortali è come fronda / in ramo, che sen va e altra vene». Muovendo da quest’immagine, molto nota e discussa, il volume affronta alcuni momenti della storia dei volgari d’Italia, tra XIII e XVI secolo. Nello spazio, geografico e mentale, definito dal «viaggio dell’esilio», il libro avvicina in primo luogo l’esperienza dell’area che ha per centro Milano, città pronta a diventare fulcro di un’identità culturale più ampia. Il tema del volgarizzamento duecentesco delle retoriche classiche si propone quindi come punto prospettico di un’indagine sulla formazione del linguaggio poetico nel secolo XIII e sulla funzione del dictator.
L’AUTORE
Giuseppe Polimeni, insegna Linguistica italiana e Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Milano.
Si è occupato di storia della formazione linguistica tra Ottocento e Novecento, tema a cui sono dedicati La similitudine perfetta. La prosa di Manzoni nella scuola italiana dell’Ottocento (2011), Una di lingua, una di scuola. Imparare l’italiano dopo l’Unità. Testi autori documenti (2012) e Il troppo e il vano. Percorsi di formazione linguistica nel secondo Ottocento (2014). Con Silvia Morgana e Massimo Prada dirige la rivista “Italiano LinguaDue”.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.