Biografia
Baldini & Castoldi
28 febbraio 2019
cartaceo e kindle
184
“Ancora un giro di chiave” è il libro d’esordio della giornalista del Tg1 Emma D’Aquino, una ricostruzione toccante e incredibile della storia del detenuto Nino Marano.
È il 31 gennaio del 1965 quando Nino Marano entra in carcere per aver rubato melanzane e peperoni, la ruota di un’Ape e una bicicletta. L’aveva rubata, racconta, «per andare a lavorare come manovale, non l’avessi mai fatto. Ci sono rimasto per un’eternità. La cella, la coabitazione coatta mi hanno trasformato. Dietro quelle sbarre le mie mani si sono macchiate di sangue e io sono diventato un assassino».
Il presidente della Repubblica è Giuseppe Saragat, s’inaugura il traforo del Monte Bianco e i Beatles arrivano in Italia ma Nino sembra uscito da un romanzo di Verga: menzanu, mediano di cinque figli, madre casalinga, padre bracciante, una casa «che puzzava di fame». Non ha neanche un avvocato quando un giudice si occupa per la prima volta di lui: i furti vengono considerati «in continuazione», fanno cumulo, e lui si ritrova con una condanna a quasi undici anni.
Entra ed esce di prigione fino al 13 giugno del 1973, quando varcando la soglia del penitenziario di Catania ha inizio il suo peregrinare, da nord a sud, per le patrie galere: da Pianosa a Voghera, da Alghero a Porto Azzurro fino a Palermo, spesso nelle sezioni di Alta Sicurezza.
Il 22 maggio 2014, dopo quarantanove anni, due omicidi, due tentati omicidi e due condanne all’ergastolo, Nino Marano, il detenuto più longevo d’Italia per reati commessi in carcere, ha ottenuto la libertà condizionale e si è riaffacciato al mondo, compiendo la sua «metamorfosi».
Un viaggio umano appassionante, una storia incredibile.
«Vivo nell’inferno, Emma», mi disse una volta al telefono. Il suo è un inferno interiore, dell’anima. È l’inferno dei ricordi. È il prezzo che sta pagando per quello che ha fatto.
Io in lui ho conosciuto l’uomo, e più Nino si mostrava nudo, indifeso, più la sua storia di uomo mi affascinava. Raccontarla è stato un viaggio umano appassionante.
Emma D’Aquino è una giornalista del TG1, nata a Catania nel 1966 e dal 1996 in Rai. I telespettatori sono abituati a conoscerla perché ha sempre seguito alcuni degli avvenimenti più importanti degli ultimi anni. Come inviata di Porta a Porta è stata a New York per occuparsi dell’attentato delle Torri Gemelle e, sempre per la trasmissione di Bruno Vespa, ha seguito i casi di Cogne e il delitto di via Poma. Come giornalista è stata nelle redazioni di Tv7 e Speciale TG1 ed è entrata nelle case degli italiani attraverso seguitissimi fatti di cronaca, si è occupata, infatti, del delitto di Avetrana, del terremoto dell’Aquila e dell’omicidio di Meredith Kercher, tra gli altri.
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.