
Saggio
GOG
5 marzo 2020
Cartaceo
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La modernità ci vuole tutti sradicati: occorre non avere radici né tradizioni né famiglia per essere i perfetti consumatori compulsivi delle metropoli.
La modernità ci vuole tutti sradicati: occorre non avere radici né tradizioni né famiglia per essere i perfetti consumatori compulsivi delle metropoli. La soluzione, però, non è il revival del nazionalismo, argine ingannevole alle derive della globalizzazione. Il radicamento è ancora possibile, ma è necessario, come insegnano Svevo e Pavese, Pasolini e Levi (scrittori italiani universali proprio in quanto “provinciali”) tornare alle piccole patrie interiori, patrie d’elezione individuali e perciò collettive: perché le uniche radici – multiple e celesti – sono quelle che ognuno decide di avere, le patrie vere sono solo quelle immaginarie, e prima di essere difese, vanno conosciute e interiorizzate.
Ha scritto libri di saggistica e critica, tra i quali La nuova narrativa italiana. Travestimenti e stili di fine secolo, edito da Bollati Boringhieri nel 1994, nel quale è disegnata una mappa degli scrittori italiani contemporanei divisa per stili e correnti letterarie.
Con Giuseppe Leonelli ha pubblicato nel 2007 per Bompiani un Dizionario della critica militante, in cui accanto ai grandi nomi della critica italiana appaiono figure meno note come Giancarlo Mazzacurati, Giorgio Ficara, Francesco Dragosei e altri.
Un altro libro significativo della sua produzione è Pasolini, uno gnostico innamorato della realtà, che analizza la poliedrica attitudine artistica e critica del soggetto.
È consulente editoriale e membro del comitato editoriale della Gaffi. Collabora con testate giornalistiche, fra le quali il Corriere della Sera, Il Riformista, Il Messaggero, XL, Left.
Ha vinto il Premio nazionale Latina per il tascabile “La Bancarella” nella stagione 1997-1998.