
autobiografia, musica
Rizzoli BUR
febbraio 2020
cartaceo, ebook

"Saghe mentali" è un viaggio alla scoperta del favoloso mondo di Caparezza, poliedrico artista refrattario alle definizioni, fossero anche le sue. Un libro in quattro tomi, sulla traccia della discografia ufficiale, che raccoglie pagine e pagine di stramberie caparezziane e tutti i testi delle sue canzoni, meticolosamente analizzati da critici partoriti dalla sua stessa mente. Il primo tomo, ?!, è un finto diario segreto che raccoglie fotografie imbarazzanti e documenti mai pubblicati prima d'ora, grazie al cielo. Nel secondo, i brani dell'album "Verità supposte" ispirano una raccolta di "fiabe senza fronzoli" per bambini troppo cresciuti: stralunate, surreali e senza nemmeno l'ombra di un lieto fine. Nel terzo, i brani di "Habemus Capa" diventano i canti di una personalissima versione dell'Inferno dantesco, con tanto di note a pie' di pagina e tavole disegnate da un Gustavo Dorè in preda agli acidi. Il quarto è un vero e proprio "fonoromanzo"; un racconto di fantascienza, sullo stile della storica collana "Urania", che si dipana in quattordici capitoli, le tracce dell'album "Le dimensioni del mio caos". Idee, immagini e provocazioni si combinano in un caleidoscopio fantastico - con una grafica al limite dell'arresto cardiaco, o semplicemente dell'arresto - che rivela la sferzante ironia e la travolgente energia polemica di un vero funambolo della parola.
Recensione di Saghe Mentali
di Michele Salvemini, in arte “Caparezza”
Appena ho preso in mano questo libro non ho potuto fare a meno di sorridere.
Mi sono soffermata sul titolo “Saghe Mentali“, che già dice tutto; sul sottotitolo “Viaggio allucinante in una testa di capa“, tipico di Michele Salvemini e della sua profonda ironia, ma soprattutto su una frase evidenziata in un cerchio giallo: Un libro mitico e sconvolgente.
Più sconvolgente delle melodie che Caparezza scrive di solito?
Più mitico della perfezione della scrittura dei suoi testi?
Più mitico e sconvolgente della lungimiranza delle sue canzoni e del modo diretto e penetrante che ha di entrarti nella mente e nel cuore?
Ho sorriso, perché per me leggere questo libro è come aprire quella testa riccia e farvi un viaggio all’interno, nuotare fra idee innovative e metafore accattivanti, fra l’allucinazione di un futuro già scritto e la consapevolezza della potenza di provare a cambiare le cose.
Caparezza, all’anagrafe Michele Salvemini, con la sua faccia sfrontata e quella capigliatura indomabile, riesce senza indugi a farti battere il cuore e a farti alzare gli occhi al cielo, tanto è provocatorio e veritiero nel raccontare la società attuale.
Un poeta 2.0 che con quella voce nasale e quelle parole sempre al limite del politically correct.
A volte, in realtà, anche oltre.
E io lo amo anche per questo.
Saghe mentali è una biografia stampata per la prima volta nel 2008, dopo i primi album di Capa, per poi essere riproposta, a grande richiesta, nel 2018, sempre per Rizzoli, e nel 2020, per BUR, Rizzoli.
Lo stesso Michele racconta che aveva accantonato il ricordo di questo libro appena uscito, tanto era preso dal nuovo album e dai concerti, ma di aver capito, anni dopo, di doverlo rispolverare perché in ogni intervista veniva chiesto qualche aneddoto sulla sua scrittura.
E così, nel giro di due anni due nuove edizioni.
“Saghe Mentali” racconta la vita musicale di Michele e dei suoi primi album, del modo in cui si è appassionato alla scrittura dei testi e di come sia stato rocambolesco tutto il percorso che lo ha portato ad essere quello che è ora.
Un’ispirazione.
Diviso in quattro tomi, in classico stile caparezziano, troviamo il primo in forma di diario; un racconto, a volte così divertente da diventare quasi imbarazzante, di come il Michele Salvemini di Molfetta, all’epoca Mikimix, sia riuscito, grazie ad un incontro fortuito alla stazione ferroviaria di Milano, ad avere la possibilità di pubblicare il suo primo album.
La fortuna aiuta gli audaci, si dice, e tutto possiamo dire a Caparezza tranne che non sia audace.
Ma il ragazzo del sud dai grandi sogni non è ancora pronto a fare il grande passo; e dopo aver provato, decide di tornare nella sua città natale, perso nei suoi pensieri e nella confusione per il suo futuro.
“Caro diario,
io non sono mai stato Jim Morrison. Una serie di congiunzioni astrali ha voluto che diventassi qualcosa di molto meno significante. È giusto che ti racconti chi sono stato e perché sono stato in quello stato.”
Il secondo tomo, che ho letteralmente adorato, è suddiviso in “Fiabe senza fronzoli”, storie per bambini ormai adulti ispirate e accompagnate ad uno degli album più venduti in assoluto della sua intera discografia: “Verità Supposte“.
Solo Michele poteva avere l’idea così bizzarra di introdurre i suoi testi con favole dalla morale profonda; e, vista la scorrevolezza della scrittura e le riflessioni interiori che provocano, ha fatto centro.
Come sempre.
“La legge dell’ortica – aka- Io e te concimeremo il mondo.
… È per questo che seguo la legge dell’ortica che ogni giorno mi incita. Quando butti giù il testo che vuoi che ti dica…
Non è giusto se non irrita.”
Il terzo tomo, in cui si racconta il suo album “Habemus Capa“, è irriverentemente ispirato all’inferno di Dante, con i testi suddivisi in quartine, con tanto di spiegazione a piè di pagina.
Appena l’ho visto ho pensato alle ore passate a scuola a leggere la spiegazione in piccolo dei testi danteschi, suddivisa per numeri, che ti facevano ciecare per quanto erano microscopici.
Questo è decisamente uno degli album più politici di Caparezza, e, nonostante io lo abbia adorato e ascoltato all’inverosimile, non è andato bene come si sperava.
Riprende dall’ultima frase del disco precedente, “Mamma, quanti dischi venderanno se mi spengo“, e, nonostante Capa lo definisca un suicidio, gli ha permesso di fare oltre cento concerti, linfa vitale per un artista come lui.
Questa parte del libro è senza dubbio quella che spiega meglio i testi delle sue canzoni; è un viaggio davvero unico e irripetibile. Anche i disegni rappresentati hanno quel retrogusto irriverente che rende Caparezza il personaggio raro che è.
L’ultimo tomo è niente di meno che scritto sotto forma di fotoromanzo, con tanto di copertina e di spiegazione raccontata in prima persona, come un innamorato struggente che narra la sua storia finita male fra mille disperazioni e pianti angosciati.
Il titolo di questo fotoromanzo “Ilaria e le dimensioni del mio caos, aka Il fonoromanzo”, lascia intuire la confusione mentale, per così dire, che di certo non troveremo realmente nei testi che ne fanno parte.
Capa è sempre qualcosa in più.
È sempre qualcosa che va oltre.
“Alla fine della canzone una forza sovrannaturale si impossessa del mio corpo…
Inizio ad ancheggiare vorticosamente, come cinto da un hula hoop invisibile, mi schianto contro l’asta del microfono e simulo atti talmente osceni che in prima fila Riccardo Schicchi arrossisce coprendosi gli zigomi.”
Tanto per intenderci…
E arrivata a questo pezzo non ho potuto fare a meno di coprirmi il volto. Non per il troppo rossore, ma perché credo sia possibile che Caparezza ponga in essere veramente una scena del genere. Senza arrossire tra l’altro. Nella più totale naturalezza.
Un’immagine goffa che alla fine trova il suo perché e la sua spiegazione.
Ed il viaggio finisce così, fra i suoi primi album e i pensieri ossessivi di un genio talmente grande da risultare assurdo; fra la testa riccia di un ragazzo dai grandi valori. E da una scrittura impeccabile.
“Saghe mentali” ci porta veramente dentro i pensieri dell’autore per i suoi testi, certo, ma anche per il modo unico di approcciarsi al pubblico e per la maniera irresistibile di presentare una biografia che va oltre il susseguirsi degli eventi.
Caparezza si può amare o odiare, ma questo libro va assolutamente letto per la natura visionaria dei suoi scritti e per la passione incondizionata che ha per la musica.
Michele. Mikimix. Caparezza.
Un uomo. Un cantante. Un personaggio.
Un artista.
Per me Michele Salvemini è tutto questo.
Ed in questo libro, unico nella sua specie, ce lo si trova tutto. E non lo si vuole più lasciare andare.
E per voi, cos’è Michele Salvemini?
Anzi, chi è Michele Salvemini?
E che dite, vi va di fare questo viaggio assurdo insieme a me?
E scoprire cosa c’è nel più profondo del suo animo?
Io ve lo consiglio, perché in quell’animo si nasconde un infinito ancora da scoprire.
E solo leggendolo potremmo riuscirci.
L’autore di Saghe Mentali
Michele Salvemini, in arte Caparezza, nacque e crebbe a Molfetta per puro caso. Quando Saghe Mentali uscì per la prima volta, nel 2008, divenne un caso letterario.

Appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, ho scritto e pubblicato quattro libri. Moglie e mamma, passo le mie giornate ad inventare storie d’amore per emozionare chi le leggerà.