
Romanzo
Un cuore per capello
25 settembre 2020
ebook
230

Cosa significa tornare a casa per un weekend? Magari anche ritrovarsi dinanzi alla propria storia, per ripercorrerla tutta. Èquello che accade a Marta, giovane ingegnere napoletana trapianta a Milano, che torna nel suo paesino per semplici incombenze e che vivrà l’avventura di ritrovarsi, di riattraversarsi. Dopo anni di frenetico incedere, si ritroverà a ripercorrersi a passi lenti ed emozionati, rivedendosi bambina, adolescente, innamorata, felice e dolorante come ogni donna dal profondo sentire, che decide di vivere in pienezza la propria esistenza.
“Ripercorsi” è un sostantivo inesistente nella lingua italiana. Ma questo “neologismo”, sdoganato dalla sua funzione ufficiale di prima persona del passato remoto del verbo ripercorrere, può essere una sintesi originale del percorso che si ripete grazie all’unico modo di rivivere il tempo, cioè attraverso il ricordo. Un sentiero faticoso e affascinante: questo è la vita. E ripercorrerlo ci fa immaginare di poter ancora toccare ciò che è lontano e di poter ripensare con occhi nuovi a ciò che il tempo ci ha donato come presenza imperitura. Riflettere su ciò che si è stati consente alla vita di essere più consapevole, più vera, più preziosa.
Marta vivrà in quarantott’ore il giro del mondo intorno a se stessa, regalandosi inestimabili momenti di delizia e toccherà le corde più profonde del suo cuore, riascoltandone tutte le vibrazioni possibili, ed essendo grata per ciascuna di esse.
“Il sogno e il desiderio sono le nostre sentinelle da sempre, ci guidano alla ricerca della verità e della felicità…La vita va esplorata ogni giorno per scovare segreti, va interrogata per percepire il senso profondo”
Ripercorsi: per conoscersi meglio, per ritrovare il proprio respiro, per poter andare avanti senza perdersi. Queste sono i primi pensieri che il mio cervello ha macinato appena ho letto il titolo del romanzo di Lucia Boggia.
Devo ammettere che mi sono persa in questo libro pieno di emozioni; ne sono testimoni le tantissime frasi evidenziate sul mio kindle, ognuna in grado di suscitare qualcosa dentro di me che volevo custodire.
La storia che viene raccontata potrebbe sembrare una delle tante: una ragazza, i suoi amori, la sua voglia di andare avanti. Ma l’autrice riesce a intessere ogni pagina di vita, di emozioni, grazie alla sua scrittura ricercata, mai banale, a tratti poetica.
La mia casa ha in sé l’essenza dei miei nonni e il profumo dei miei bambini; qui è depositata la mia storia di bimba e di donna in una irreale continuità spazio-temporale. Adesso riesco quasi a vederne la trama dipanarsi davanti ai miei occhi …La sensazione di tortuosità che avevo percepito in passato non esiste più. …i bivi si sono trasformati in dolcissimi tornanti, i dossi si sono appianati, le nebbie diradate. La strada ha preso le sembianze di una passeggiata in campagne assolate.
Bellissime le atmosfere che si respirano. La nostalgia per la vita passata, per un paese che, pur riconoscendo che non sempre è stato il luogo ideale dove stare, è stato il suolo dove la piccola Marta da seme è diventata germoglio. Gli odori, le vie, le sensazioni custodite gelosamente dalla sua mente si espandono come un fiume in piena una volta che rimette piede nel suo borgo natio, e la catapultano in un passato pieno di passi dolorosi e lieti che l’hanno portata ad essere la donna forte e serena che ora è.
Questo luogo rappresenta il vaso all’interno del quale le mie radici vivono e rinvigoriscono, si nutrono e si espandono. Ho spazio a sufficienza, terra a sufficienza ed è la sintesi di tutto l’amore che ho ricevuto dalla mia famiglia.
Spaccati di vita quotidiana i suoi, comuni a quelli di noi che hanno avuto la fortuna di crescere in un mondo meno tecnologico, ma più a contatto diretto con la natura e la gente. Giorni passati mi si sono affacciati alla memoria disegnandomi un sorriso sul volto quando, nel secondo capitolo, l’autrice ha ricordato la casa dei nonni, la vendemmia, quando venivano preparate le salsicce o la conserva per tutto l’inverno.
“… le conserve di pomodoro… si preparavano nel cortile… nella seconda metà di agosto… Le mamme si alzavano alle quattro del mattino armate di cucchiai di legno, grembiuli, macchina passa-tutto… I tavoloni e i bollitori erano stati già allestiti e preparati la sera precedente… Noi bimbi… tutti in cortile a tagliare i pomodori, schiacciarli nel barattolo, intervallarli con profumate foglie di basilico… La chiusura spettava alle mamme, così come anche la passata, per cui si riempivano bottiglie che… avevano ospitato profumate e spumeggianti birre.
I concetti espressi sono semplici ma profondi. Tutta la vita di Marta è stata una continua ricerca di sé che l’ha portata ad essere una donna felice e realizzata.
Ricerca non sempre semplice, per la quale ha dovuto rinnegare credenze e preconcetti che parevano ingabbiare l’anima della bambina prima e della ragazza poi; ricerca che l’ha portata a reinventarsi per ritrovare il suo profondo mare di serenità.
… la natura si sviliva dietro maschere ben cucite… stava iniziando per me quello che sarebbe stato un processo di lenta scissione tra ciò che ero e il luogo cui appartenevo. Cominciai a capire che quel mondo non mi assomigliava, che non aveva i colori del mio cuore o la libertà dei miei pensieri… Dopo un periodo di sconforto, cominciai a razionalizzare la cosa: avrei dovuto attraversare il deserto, non c’era altra possibilità.
Non le sono mancate le amicizie vere e eterne. Sara e Flavia l’hanno accompagnata nel suo percorso e ancora oggi l’affiancano, nonostante la distanza e la scarsa frequentazione. Con loro è cresciuta, è andata avanti, facendosi a volte asciugare le lacrime e altre volte bagnandosi con le loro.
La sua famiglia è stata il suo rifugio sicuro nei momenti di tempesta. La dolcezza della nonna che ancora oggi rimpiange, la gratitudine verso lo zio che ha capito e stimolato la sua innata propensione per i numeri, la poesia del padre che le scriveva bellissimi versi appena nata, e la silenziosa presenza della madre, fatta di profumi, di coccole invisibili, di certezze solide: tutti pezzi di quel puzzle d’amore che suo marito Marco e i suoi figli hanno completato e incorniciato.
Ma vi ho svelato più di quanto forse avrei dovuto. Concludo ringraziando l’autrice per queste pagine profonde augurandomi di poter leggere in un futuro prossimo qualche altro suo libro. La mia valutazione per “Ripercorsi” è di quattro stelle e mezzo.
Sahira

Sono emozione e di essa mi nutro
trovando scialbo ciò che non colora,
Sono emozione che con la penna divora
il bianco candido di un libro vissuto…