
Narrativa
Self-publishing
18 novembre 2020
ebook
76

Dopo l’improvvisa e inaspettata morte dei genitori, il ventenne Jeremy scopre di non essere rimasto solo al mondo. In una casa-famiglia vive un fratello di cui ha sempre ignorato l’esistenza: Gavin, un ragazzino di undici anni, concepito a seguito di una violenza subita dalla madre. La donna, incapace di gestire il frutto di quell’amore rubato, se ne separò dandolo in affido.
È la vigilia di Natale e finalmente Jeremy può incontrare il fratello. Sapere di poter ricostruire la sua famiglia lo spinge a trovare il modo di diventare il tutore legale di Gavin, ma non sarà una cosa semplice. Il giovane scoprirà tutte le difficoltà che comporta quella scelta, ma sarà pronto a non arrendersi pur di realizzare quel sogno.
«Quasi tutte le persone sono simpatiche quando si riescono a capire. È una delle frasi che ricordo di quel libro. Forse c’è un senso di verità..»
Questa frase, tratta dal romanzo di Harper Lee Il buio oltre la siepe, vincitore del premio Pulitzer (1961) per la narrativa, è pregna di significati sia in generale che calata, nello specifico, nel contesto di L’ultima notte di Cristiano Pedrini.
Due fratelli, Jeremy e Gavin, che scoprono di esserlo all’improvviso, nella loro fase adolescenziale; che troppo presto perdono la guida delle nostre vite, ossia i genitori; che da ragazzi devono sopportare sacrifici emotivi e materiali. Due fratelli che, nonostante tutto questo, provano un affetto viscerale reciproco; due fratelli, o più preciso definirli “fratellastri”. Eh si, perché Jeremy è figlio di entrambi i suoi genitori; Gavin è figlio della sola madre, a causa di un evento tragico che viene ripercorso nel libro grazie ai ricordi del maggiore Jeremy. Due fratelli che devono lottare per stare insieme: Jeremy potrà avere in affidamento Gavin solo se dimostrerà all’assistente sociale di avere un lavoro stabile, di guadagnare abbastanza soldi per garantire al fratello più piccolo uno stile di vita dignitoso e un alloggio confortevole.
Il libro è strutturato in pochi capitoli, ognuno dedicato ad un personaggio che Jeremy incontra e da cui viene profondamente segnato (in realtà, è soprattutto lui a “segnare” gli animi). Hector, il tassista solitario, gli offre amicizia e, al contempo, impara i valori dell’amicizia; Akihito, il ragazzo senzatetto per scelta, gli ricorda il calore della famiglia, ma allo stesso tempo, capisce che della famiglia non si può fare a meno, nonostante tutti i difetti o le scelte sbagliate che possa prendere; Richard, il burbero ex marinaio, gli mostra la gentilezza dell’animo e, contemporaneamente, ricorda a se stesso che tutti, chi più chi meno, siamo sensibili; Rachel, la responsabile della Biblioteca, gli dà fiducia, affetto, premura, ricevendo lo stesso in cambio.
In ogni capitolo vengono narrate relazioni a due, ma, invero, queste sono sempre plurilaterali: ogni volta che Jeremy si rapporta agli altri, involontariamente ricorda scende del suo passato, della sua famiglia o indirizza un pensiero, un ricordo, una riflessione, un gesto a Gavin.
«Io non so chi di noi è il fratello debole; credo
che, in modo diverso, lo siamo entrambi»
Ultima notte è il titolo di questo racconto, ma è anche il punto nodale della storia. Ultima notte del turno di notte in biblioteca; ultima notte degli incontri notturni con quella che sarà la sua “nuova casa”; ultima notte di vita solitaria, nella speranza di ricostituire un nucleo familiare, come avrebbero voluto i suoi genitori; ultima notte di sacrificio, prima di ottenere il tanto desiderato premio; ultima notte, prima di iniziare una nuova giornata, una nuova vita, con un nuovo sé. Non a caso, questa ultima notte coincide con la Vigilia di Natale, da sempre il simbolo della ri-nascita e del rinnovamento dei cuori.
I temi che si ritrovano nel corso della lettura sono tanti: l’amore verso i propri genitori; il carico di responsabilità che un ragazzo, ritrovatosi solo da un giorno all’altro, deve sopportare; la scoperta di vicende impensabili, di cui si è all’oscuro; la scoperta di un amore fraterno verso un ragazzino di cui non si conosceva l’esistenza prima d’ora; la speranza che tutto andrà per il meglio, nonostante i sacrifici da fare; la maturità che si può avere anche da ragazzo, che ti porta a rinunciare a te per pensare all’altro, più bisognoso di affetto e cure. Ma potrei continuare ancora…
La Biblioteca è lo sfondo di tutta la storia: è il luogo in cui Jeremy deve ricominciare, ma è anche il luogo in cui fa conoscenza della sua nuova famiglia; è il luogo che lo accompagna nella sua solitudine, ma è anche il luogo che lo affascina, in ricordo di quegli studi che ha dovuto, per forza di cose, abbandonare. È il luogo in cui l’ultima notte termina, ma la nuova giornata-vita inizia!
…l’idea di ricostruire da capo la sua vita tenendo conto delle esigenze di Gavin erano state via via l’unica stella polare da seguire
Questo racconto mi è piaciuto come un climax. Mi è entrato dentro pian piano, fino a farmi anche emozionare. Jeremy è un ragazzo d’oro; non a caso uno dei personaggi della storia lo associa ad un angelo o ad uno spirito. La sua forza d’animo, soprattutto alla sua età, fa invidia anche ai più saggi; la sua bontà e genuinità non passano inosservati; la sua sofferenza e il suo dolore lo rendono una persona dedita al prossimo e desiderosa di dare a chi sfortunatamente non ha potuto averla la vita che si merita.
Lo stile è, come sempre (Cristiano Pedrini è una nostra, ormai stabile, piacevole conoscenza narrativa), chiaro, scorrevole, pulito. Le descrizioni sono precise, senza per questo essere pesanti. Bellissimo il tempo della narrazione: frapporre i ricordi ad ogni azione o parola vissuta dal protagonista contribuisce a far entrare profondamente il lettore nella storia. E la lacrima, nelle ultime pagine, diventa obbligatoria.
Una storia di valori, che al giorno d’oggi spesso dimentichiamo. E per questo profondo messaggio (si, la parola chiave oggi è “profondità”, quindi potrei ripeterla ad ogni riga), L’ultima Notte è un libro da portare con sé, se non materialmente, almeno nella memoria e nel cuore.

Leggere mi stimola e mi riempie. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Prediligo i classici, i romanzi storici, quelli ambientati in altre epoche e culture. Spero di riuscire a condividere con voi almeno parte dell’impatto che ha su di me tutto questo magico universo.