
Giallo storico
Newton Compton
27 giugno 2023
Cartaceo, ebook
336

Gerusalemme è appena caduta nelle mani dei cavalieri crociati quando, in un affollato caravanserraglio vicino ai sobborghi del Cairo, giunge un uomo avvolto dal mistero. È alla ricerca di un’antica città sotto la quale – così narra la leggenda – si nasconderebbe un inestimabile tesoro. Molto poco si sa di lui, se non che il suo nome è Sufrah e che, attraverso l’arte divinatoria della geomanzia, domina le menti umane e sottomette gli spiriti maligni. Nel viaggio lo accompagna Alif, un giovane servo dal passato di ladro, sul quale ricadranno inaspettatamente le sorti della spedizione. Raggiungere le rovine maledette di Zarzourah si rivelerà un’insidiosa caccia al tesoro, capace di attirare uno sciame di avventurieri: infidi cammellieri, spie cristiane, sicari della setta degli assassini.
Ambientata nel deserto egiziano, uno dei luoghi più inospitali del Medioevo, questa storia dal sapore esotico fa rivivere un mondo affascinante, in cui, attraverso personaggi dall’ammaliante bellezza, risuonano gli echi di meravigliose, antiche culture.
“Il profanatore di tesori perduti” di Marcello Simoni, edito Newton Compton, è un romanzo di mappe, di sortilegi e di leggende. Simoni, da autore prolifico, presenta dei nuovi personaggi.
Dopo Ignazio da Toledo, il mercante di reliquie, e Girolamo Svampa, l’inquisitore, facciamo la conoscenza di un nuovo enigmatico personaggio, Sufrah.
L’ambientazione è affascinante e misteriosa: l’Egitto dell’anno dell’ègira 627. Alif, un giovane ladruncolo, è fiero di stare accanto ad un uomo scontroso e introverso come Sufrah. Il ragazzo aveva inteso che il suo padrone stesse cercando qualcosa, ma che cosa non era riuscito a saperlo.
“Qualcosa di prezioso, forse un tesoro. Tuttavia gli riusciva difficile immaginare quale genere di tesoro potesse interessare a quell’uomo arcigno, sempre intento a sussurrare preghiere al vento e a tracciare strani disegni sulla sabbia”
Chi è Sufrah? Quasi nulla si sa di lui.
È propria questa la bellezza del romanzo: quell’alone di mistero nel quale è avvolta tutta la vicenda.
Il protagonista indossa al collo un talismano: “un amuleto d’oro con uno smeraldo incastonato al centro”. Sufrah è un geomante:
“Tu conosci le scienze delle sabbie e degli astri! Sei uno sǡhir, un iniziato ai grandi misteri del mandal e del tilasmǡt! Ciò nondimeno (…) hai una vaga idea di cosa succederebbe se il tuo demone custode, il tuo Rufutis, non fosse in grado di proteggerti dalla maledizione che grava su quelle rovine?”
È una conoscenza antica, quella di Sufrah, che risale alle quattro Madri: quelle di Mezzogiorno, di Ponente, di Levante e di Settentrione. E alle quattro figlie: Aria, Fuoco, Terra e Acqua.
Nei romanzi dell’autore ci sono spesso figure solo intraviste, la cui immagine si riflette su qualche superficie o la cui presenza si coglie di sfuggita.
“Osservando la sua immagine riflessa sulla pancia ramata di un calderone, scorse una figura intabarrata alle sue spalle. Era solo un’impressione o quel tizio lo stava seguendo?” – Il profanatore di tesori perduti
È un romanzo dalle atmosfere calde e avvolgenti. Il canto del muezzin che richiama i fedeli alla preghiera del pomeriggio, la salǡt al-‘asr. Lo scrutare il cielo per conoscere l’ora: “Era tardi, meditò alla vista di Sirio che iniziava a sorgere accanto al sole. Poco più di un’ora al tramonto”. Una conoscenza che oggi è andata perduta.
Chi mai sa distinguere, eccezion fatta per pochi studiosi o appassionati, i corpi celesti e individuare le costellazioni?
È piacevole avere la sensazione di dormire all’aperto, insieme ad Alif, mirando le stelle del firmamento. Alif: “scaltro e sospettoso (…) Ogni giorno che passa, assomigli sempre di più al tuo padrone!”. La sua specialità era la mano lesta, soprattutto tra i banchi dei gioiellieri e le botteghe di dolciumi.
Questa “piccola volpe” è un imbroglione simpatico e scaltro.
“La mia bisaccia trabocca di pezzi d’oro e d’argento (…) non avertene a male, dubito che la tua brodaglia raggiunga il valore della moneta meno preziosa in mio possesso.”
La protagonista femminile del romanzo è Azda: “Odiava ricamare (…) per la pazienza richiesta da quel genere di occupazione. Il suo spirito era come un ruscello in continuo movimento, uno scorrere argentino di energie”. Azda è figlia del ricco mercante di Aleppo, Zyriab al-Zubayr, che si unisce alla missione misteriosa di Sufrah.
Non lasciatevi ingannare dall’apparente fragilità di questa “giovane luna”, perché sa come ottenere ciò che vuole. Con l’arte della musica, pizzicando le corde del suo rebab, e con l’arte della cucina, preprando le fata’ir, profumate focacce, riesce ad abbindolare suo padre!
Le figure femminili tratteggiate da Marcello Simoni nei suoi romanzi hanno sempre una personalità marcata. Con il loro carattere deciso non restano mai ai margini della narrazione, anzi ne diventano co-protagoniste.
Anche i paesaggi descritti sanno incantare.
“Ogni volta che raggiungeva le sponde del grande fiume, Alif provava meraviglia per la velocità con cui il paesaggio riarso intorno al caravanserraglio mutasse in una distesa di canneti e di palme da dattero.”
Marcello Simoni ci conduce nel monastero sotterraneo dei copti, i monaci cristiani, fra preghiere sussurrate e strani simboli religiosi. Fino ad arrivare ad un luogo inquietante, “il convento delle sette fanciulle”, il covo delle tawǡbi’, le mangiatrici di cadaveri. Siamo in pieno deserto, quello che ti prosciuga non solo gli occhi ma anche i pensieri.
“D’un tratto il paesaggio intorno a loro era diventato arido e desolato, quasi che un alito mortifero fosse spirato su quel lembo di oasi. Pietre aguzze, ossa di animali e alberi contorti delimitavano il sentiero al pari di lugubri segnacoli dell’averno, mentre le fragranze degli orti e dei frutteti avevano lasciato mercé a un sentore di muffa e di sepolcri” – Il profanatore di tesori perduti
“Il profanatore di tesori perduti” è suddiviso in quattro parti, più un Prologo ed un Epilogo.
I capitoli brevi e l’utilizzo del cliffhanger aumentano il pathos e la voglia di continuare a leggere per addentrarsi in quei racconti arcani.
Ogni personaggio descritto rappresenta un frammento dell’Egitto del periodo.
Quale altro scrittore ha parlato della chetab hamelachin, “la scrittura degli angeli che si perde nei meandri del tempo e della storia dei popoli.”?
Preparatevi a vivere un’avventura piena di enigmi da decifrare, talismani e formule magiche.
“Storie di demoni e dei jinn. Storie della sīmiyǡ’, la magia bianca dei sufi, e quella nera del mano morta, il tendrjs, venerato dai nomadi e dagli antichi idolatri”
Un colpo da maestro è l’ingresso, tra i personaggi, di messer Leonardo de Bonaccis, il Fibonacci, il Pisano, il più grande matematico del mondo antico, autore, tra l’altro, del Liber Abbaci.
Efficace la contrapposizione tra il credo del Pisano, “in un dio diviso in tre persone” e la credenza di Sufrah in formule magiche e suppliche per placare la ferocia dei demoni.
Una curiosità: i disegni che abbelliscono le pagine del romanzo sono stati realizzati dallo stesso autore.
Vi lascio con una delle sagaci battute della protagonista femminile, Azda:
“Sei bella, mia signora, a dispetto della tua pelle scura.
Ho sentito beduini rivolgere lusinghe più raffinate ai loro cammelli (…)
Te l’avevo detto, mio padrone (…) è una giovenca d’indole mordace”

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.