
thriller
Baldini + Castoldi
23 luglio 2020
cartaceo, ebook
416

Rostock, febbraio 1935. Un ufficiale delle SS viene mandato da Berlino per un sopralluogo che ha ben poco di ordinario: un incendio ha distrutto la scuola fino alle fondamenta. Terrorizzata, la maestra sostiene che a scatenare il fuoco sia stata un'orfana di dieci anni. E senza alcuno strumento. Roma, oggi. Sara Wolner, trentatré anni, carriera singolare e temperamento insofferente, soprattutto verso le tradizioni della sua famiglia di origine ebrea, trova che ci sia qualcosa di insolito nel tragico incidente di laboratorio di cui è stata vittima una studentessa italiana a Rostock. Il suo istinto le dice che le similitudini con altri episodi recenti sono troppe: donne torturate, e poi bruciate. Bruciate come carta... E se si trattasse di omicidi rituali? Nella sua indagine solitaria Sara individua un insperato complice in Desmond Mirri, collega trasgressivo, dallo stile di vita quasi borderline, e nella sua sensuale coinquilina degli alloggi ufficiali, Sveva Idalgo, capace di guidarla tra le regole non scritte dell'Interpol. Ciò che accomuna le donne uccise rimanda però a una storia che nessuno ha voglia di far riaffiorare: quella della Società Vril, l'ordine esoterico esclusivo e segreto del Terzo Reich che negli anni Quaranta concentrò a Berlino le medium più illustri dell'epoca.
Donne carismatiche, pericolose, che tennero rapporti enigmatici con i gerarchi nazisti, spingendoli a compiere l'esperimento peggiore e a sancire la più fatale delle alleanze. Donne che sembravano angeli, splendenti e ambigue quanto Lucifero, eppure in attesa del nuovo Messia invocato da secoli. E se la Storia non fosse affatto quella che conosciamo? Un thriller che si snoda tra passato e presente, tra Roma e Berlino, e in cui alla storia segreta del nazismo si affianca un'indagine potente, che oggi più che mai solleva sorprendenti interrogativi.
“… sprofonda in te stesso e, trasformandoti, svelerai il tuo occulto mistero: la capacità di mutare ogni cosa ti dorma dentro. La forza senza nome che ogni nome vanifica”
Cosa accomuna la misteriosa Società del Vril, una loggia esoterica del Terzo Reich che usa l’energia magica di una civiltà arcana i Vril-ya, razza semidivina dall’aspetto nordico, con Sara agente della sezione dell’Interpol di Roma che, peraltro, si occupa di reati ambientali?
Verrebbe da rispondere assolutamente nulla se non ci fossero di mezzo le morti di tre donne, bruciate e sfigurate, avvenute in diverse città europee senza un apparente collegamento. Un rompicapo che Sara, dotata di particolare sensibilità, riuscirà invece a risolvere scoperchiando, al contempo, un vaso di Pandora di eventi storicamente documentati e che indirettamente la riguardano, rendendo “Il male degli angeli”, uno dei thriller più originali e fuori dal comune che abbia letto negli ultimi tempi.
Questo intrigante romanzo è costruito sull’intreccio di un “allora” che spazia tra Rostock e la Berlino degli anni Trenta-Quaranta e un “ora” dove la protagonista Sara Wolner, di famiglia ebrea, donna dalla complessa e chiusa interiorità, si trova ad indagare su un “caso” partendo da una inspiegabile sensazione, a dispetto dello scetticismo del suo superiore, l’affascinante e intransigente Milo Kuraki.
Il nesso tra la morte di una studentessa italiana di chimica perita tra le fiamme in un incidente di laboratorio a Rostock, con una donna bruciata in una scarpata accanto alla sua moto nei dintorni di Bonn e con una avvocatessa morta suicida tra le fiamme in un parco a Ginevra, emerge da una precisa caratteristica delle vittime: l’inusuale lunghezza delle loro capigliature. Nel frattempo però Sara deve vedersela anche con una stranissima ed inspiegabile nevrite, che l’ha colpita sin da bambina e che nessun dottore è stato capace di risolvere, un disturbo persistente che la debilita soprattutto quando, la notte, è perseguitata da terribili e spossanti incubi.
La personalità della protagonista si staglia come uno degli elementi fondamentali per la risoluzione del mistero (e non solo in veste di investigatore) proprio per le differenze e i rapporti che instaura con gli altri personaggi. Se da una parte deve confrontarsi con un madre che sembra uscita da una rivista di moda degli anni ’50, dedita a seguire le regole della religione, e soprattutto le apparenze sociali, trovando altamente disdicevole avere una figlia “militare”, Sara scopre una rapporto di sorellanza in Sveva, la sua coinquilina e collega dalla personalità particolare che la sosterrà molto di più di quanto lei stessa creda. Ad accompagnarla nelle indagini, poi, anche se in modo poco ortodosso, c’è il suo assistente Desmond, un tipo dimesso, apparentemente lavativo, dal linguaggio “schizofrenico” infarcito di espressioni inglesi e di neologismi, che si scoprirà essere espressione di un tormento interiore, nel momento in cui svelerà invece una spiccata sensibilità e una capacità investigativa accorta e determinante.
In parallelo ai progressi nell’indagine, si dipana sul piano temporale dell’allora, la storia di Maren, una bambina quasi sbucata dal nulla in riva al mare, che dopo aver dato vita alle fiamme che hanno distrutto la sua scuola viene portata a Berlino da un ufficiale delle S.S. per essere “studiata”. E’ qui che inizierà per la piccola una vita famigliare di facciata, dove Karl che l’ha portata via da Rostock veste il ruolo di padre, mentre quello della madre è personificato da Maria Ostricht, leader del gruppo di donne medium dai potenti poteri telepatici ed extrasensoriali, accomunate dalla bellezza e dal taglio dei capelli, e che il Terzo Reich protegge per realizzare il misterioso progetto Vril. Maren, ragazza con il dono del vril del fuoco, cambierà nome per diventare Sigrun (non a caso il nome di una valchiria della mitologia norrena), come la donna che l’ha preceduta nel ruolo di partner telepatica di Maria, diventando a tutti gli effetti il fulcro degli eventi narrati e, in un certo senso, anche della risoluzione del mistero da parte di Sara.
Man mano che la matassa dell’arcano si dipana, Sara scoprirà di essere il trait d’union tra l’”ora” e l’”allora”, proprio grazie alle sue origini, e poiché le sarà più facile accettare la sua essenza fin a quel momento per lei inimmaginabile, troveranno una soluzione anche i terribili mal di testa e gli spaventosi incubi.
Uno degli aspetti affascinanti de Il male degli angeli è che, disseminati lungo tutta la narrazione, i singoli elementi emergono grazie al proprio antitetico doppio. L’attitudine nei confronti della figlia della madre di Sara, ad esempio, contrasta con la comprensione di Sveva nei confronti di questa; il sensibile e tormentato ex-commissario Desmond va a confrontarsi con Milos, l’uomo tutto d’un pezzo ancorato alla realtà dei fatti; la prima e la seconda Sigrun, entrambe legate a Maria, sono una lo specchio distorto dell’altra, mentre il presente, dove è forte la necessità di Sara di far emergere la sua vera natura, si misura con il passato segnato da guerra e sofferenze. Infine, su tutto, l’irrisolto ed eterno dualismo tra l’essenza del Bene e l’essenza Male, i cui limiti dell’uno si confondono, sovente, con quelli dell’altro.
Sono questi gli elementi che costituiscono la struttura portante di questo thriller dal ritmo serrato e dalla prosa fluida, piacevolmente ricercata ed infarcita di riferimenti della cultura letteraria antica e moderna: una struttura che, proprio per la liquidità e scorrevolezza della scrittura, nasconde una esaustiva ricerca delle fonti che hanno ispirato la vicenda.