
narrativa
Fazi Editore
6 maggio 2021
cartaceo, ebook
300

Carmel McBain è figlia unica di genitori cattolici irlandesi della classe operaia. Sua madre aspira a qualcosa di più per lei rispetto a ciò che la vita, nella loro desolata cittadina, ha da offrire, nutre grandi ambizioni per la figlia ed è determinata a superare le rigide barriere sociali dell’Inghilterra. Così spinge Carmel a ottenere una borsa di studio per la scuola del convento locale, e poi a sostenere gli esami per un posto alla London University. E Carmel non la delude. Ma il successo porta con sé un prezzo spaventoso.
Carmel comincia un viaggio solitario che la porterà il più lontano possibile da dove è partita, sradicandola dai legami di classe e luogo, di famiglia e di fede. In fondo, sradicandola da se stessa: alla fine degli anni Sessanta, a Londra, si troverà di fronte a nuove preoccupazioni - sesso, politica, cibo e contraccezione - e dovrà affrontare una grottesca tragedia.
“La Thatcher ha dichiarato a uno dei suoi intervistatori – non che badi moltissimo alle sue affermazioni ma questa mi è rimasta stampata in mente – che, passati i quindici anni, non aveva più niente da dire a sua madre. Una confessione triste, brusca, eppure sarebbero in poche a riuscire a pronunciare queste parole. Il mondo corre talmente spedito che perdiamo qualsiasi possibilità di essere come le nostre madri; perdiamo completamente il senso di cosa le ha formate.”
In “Un esperimento d’amore“, scritto da Hilary Mantel nel 1995, veniamo immersi, a differenza di altri lavori più conosciuti dell’autrice, nel passato recente degli anni ’60, in un’Inghilterra dove le suddivisioni delle classi sociali e lo status economico sono le misure sulle quali si definiscono la vita delle protagoniste del romanzo. Sono, infatti, tutte donne le figure che popolano le pagine di questo lavoro, tanto che potremmo definirlo un romanzo femminile; una fotografia scattata in un momento in cui una generazione di donne guardava con desiderio al potere che gli uomini esercitavano
“Le donne erano obbligate a scimmiottare gli uomini e destinate a non riuscirci”
Un desiderio che, proprio per le pastoie delle generazioni passate, veniva al contempo trattenuto da un certo timore nell’abbandonare ciò che, per la morale, era visto come giusto ed appropriato.
“Eravamo donne vestite da bambine, atee che andavano a messa, vergini in via ufficiale e libertine de facto. Non era un inganno; era dualismo. Ci siamo cresciute dentro.”
Scritto magistralmente, con una narrazione fluida ed un’economia della parola perfetta e mai lasciata al caso, “Un esperimento d’amore” è un lungo flash back che riporta il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta di Carmel McBrain. Un flash back che inizia con Carmel ormai matura, la cui vita sembra felice e appagata, intenta a leggere un articolo di giornale su Julia, una delle sue amiche della giovinezza, diventata una terapeuta per i disturbi alimentari delle celebrità.
Partendo da questo articolo, Carmel inizia a ricordare, raccontando in prima persona, il suo passato,
“come se nel tessuto della carta, nella sua trama, potessi scovare un filo capace di guidarmi attraverso la mia vita, da dove ero allora a dove sono adesso”.
Carmel, la cui famiglia è di origine cattolico-irlandese, ha vissuto la sua infanzia e l’adolescenza in un paesino dell’area di Liverpool, dove nebbie e problemi economici, legati al declino dell’industria tessile, sembrano le caratteristiche peculiari del luogo; immerso in atmosfere che ricordano le canzoni dei Beatles, dove le Eleanor Rigby rimangono affacciate alla finestra, in perenne attesa di qualcosa.
Emerge a tutto tondo dal racconto di Carmel la figura della madre, una donna dal carattere forte, tanto da mettere in secondo piano il marito che, al suo confronto, sembra piatto e di una disarmante semplicità. Il carattere di Mrs McBrain è pervaso da un sentimento di rivalsa sociale e di ambizione per un riscatto che non la vedrà coinvolta in prima persona, ma che potrà vivere per interposta persona attraverso la figlia. Proprio al fine di ottenere quei risultati a lei preclusi, la madre di Carmel la iscriverà, con non pochi sacrifici, al Santissimo Redentore, la scuola cattolica più in vista della regione, con la prospettiva del passo successivo, ossia raggiugere una educazione universitaria. Obiettivo che Carmel riesce a centrare e che la porta, ormai alle porte della maturità, alla London University a studiare legge.
È questo il momento del passaggio da una Carmel “provinciale”, piegata dalla volontà della madre, a una Carmel che si trova, per la prima volta, a gestire la sua vita da sola a Tonbridge Hall, mentre fa i conti con le “novità” sociali con cui la sua generazione si trova a misurarsi. Il sesso, l’amore, il controllo delle nascite, l’impegno politico nonché le difficoltà che una giovane non abbiente si trova ad affrontare, con il conseguente negarsi il cibo per mancanza di soldi, sono gli elementi che determinano il suo vivere l’esperienza universitaria e il rapporto con le altre sue coetanee, tra cui le amiche e compagne di scuola del paesino del Nord da cui proviene, Julianne Lipcott (la Julia dell’articolo) e la strana, e per questo mai compresa, Karina, figlia di emigrati.
Si dipana, dunque, la narrazione della vita di Carmel e delle difficoltà che incontra nell’impatto con una vita “altra” rispetto alle sue origini; potremmo dire che la sua storia evidenzia uno studio sull’esperienza femminile degli anni della Swinging London, giocata, in primo piano, sulla psicologia delle protagoniste, dove la personalità provinciale deve fare i conti con le incongruenze e il disorientamento, la lacerazione con il proprio passato e i non sempre chiari rapporti tra coetanee.
“Un esperimento d’amore” è, dunque, una storia dai toni sobri e forse un po’ malinconici, segnata nel finale da una tragedia quasi inspiegabile, che non sembra però abbia impedito a Carmel di diventare una donna soddisfatta della propria vita. Tra le pieghe della sua storia personale, diventa facile immaginare, pertanto, anche le storie di altre ragazze di allora, di quanto e come hanno vissuto per non perdere completamente “il senso di cosa le ha formate” e per le quali ora, come appunta Carmel alla fine del romanzo, “il passato scorre come acqua fra le dita”.