thriller
Il Cielo Stellato
2011
cartaceo, ebook
Nadia fermò la moto, scese, si tolse la budyonovka, scrollò i capelli neri a caschetto, alla Louise Brooks. Quella pettinatura era decisamente poco militare, ma serviva per una delle personificazioni che interpretava in quella città in guerra, per conto del comando del GRU.
Nadia non si chiama Nadia, ma Zsuzsanna, con la Z, perché era ungherese, di Siofok. Zsuzsanna Eotvos lavorava da quattro anni per il GRU. A reclutarla era stato uno strano tipo, un figuro grosso come una casa, con una faccia larga e piatta e con due occhi a mandorla come due fessure, che ogni tanto si spalancavano in una espressione vivacissima: Abdul Ilichi Pjielesk.
“Il silenzio era la cosa che colpiva di più di quel posto, ma era la cosa che colpiva di più in tutti i campi di battaglia, dopo la battaglia” – Zsuzsanna. Incontro al destino
“Zsuzsanna. Incontro al destino di Giovanni Ingrosso, edito da Il cielo stellato edizioni, è un thriller ambientato nel 1937 ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e dopo la fine della guerra.
La protagonista di questo thriller si chiama Nadia, ungherese di Siofok, capelli nero a caschetto e lavora da quattro anni per il GRU, è stata scelta da un tipo strano.
Una figura grossa, una faccia larga e con due occhi a mandorla. Il suo nome è Abdul Ilich Pjielesk.
Ma, in realtà, Nadia ha qualcos’altro da nascondere. Il suo vero nome è: Zsuzsanna
Vi piacciono i romanzi ambientati nel periodo della guerra?
“Zsuzsanna era una donna curiosa e c’erano veramente poche cose che l’annoiavano. Una di queste era la celebrazione dei successi del socialismo reale. Un’altra era la scienza agraria”
Parto subito col dire che nonostante la sinossi mi aveva incuriosito particolarmente, ho trovato la storia un po’ lenta. Sicuramente è dipeso dal fatto che non mi piacciono molto i romanzi ambientati in quest’epoca storica e, in particolar modo, nell’epoca della guerra.
Un’altra nota negativa, come il precedente libro della stessa casa editrice, è stato il font. Ho trovato questo font ancora più piccolo a differenza di quello utilizzato nel libro “Di chi è il corpo?“. A causa di ciò, ho impiegato più tempo nella lettura del romanzo, in quanto sono stata costretta a fermarmi diverse volte. Credo che bisogna trovare un font adatto per far sì che la lettura risulti più facile, ma soprattutto per permettere al lettore di godere di una buona lettura.
Nonostante queste due note negative, devo ammettere che lo stile del libro è leggero, intrigante e accattivante. La storia regge ed è ben scritta. Completa nelle spiegazioni, nei dialoghi e poi questo alone di mistero che gira intorno a Nadia alias Zsuzsanna, ha stuzzicato la mia curiosità.
Anna Calì, classe ’96. Nelle sue vene scorre la lava del Vesuvio e la passione che contraddistingue il popolo napoletano.
Giornalista di professione e con la passione dei libri sin da piccola. Adora annusarli e, quando va nelle librerie, si perde tra gli scaffali ad osservare le copertine.
Grazie a questa passione è riuscita a mettere in campo due sogni nel cassetto: il primo, recensisce i libri che legge, esperienza che fa bene sia al corpo che alla mente. La seconda: è diventata anche scrittrice e ha pubblicato già due romanzi.