romanzo contemporaneo
Youcanprint
giugno 2024
cartaceo, ebook
212
Nelle selvagge e mistiche terre delle Black Hills, dove il vento dell'est soffia promesse di cambiamento e la natura si rivela nella sua maestosa bellezza, due anime destinate a infrangere le barriere dell'odio e dell'incomprensione sono destinate ad avvicinarsi: Joshua, erede di un potente magnate ferroviario di Boston, e Mukky, giovane guerriero pellerossa dal cuore coraggioso.
Recensione di “Yampa. Il vento dell’est” di Cristiano Pedrini, Youcanprint.
Nashua frequenta il liceo e per via di una ricerca riguardo la sua stirpe, richiesta da un suo professore, si ritrova, suo malgrado, nella polverosa soffitta di casa, tra antiche foto in bianco e nero, lettere ingiallite e vecchi documenti del nonno e… custode di tanti sogni. Un diario, con una particolare foto che attira la sua attenzione. Due ragazzi, di cui uno gli assomiglia molto, e due nomi: Mukky e Joshua, 1890. Nashua rimane sorpreso da tanta somiglianza, anche se sa che la sua famiglia è di origine indiana.
Da questa scena, Cristiano Pedrini ci accompagna nelle alte pianure del Midwest, in un tempo lontano, facendoci sognare attraverso una fiaba che narra di un lupo e la luna. Fiaba che trasmette forte empatia e generosità, aggettivi che ritroviamo in tutti i racconti di questo brillante autore.
Questa fiaba era la preferita di Mukky, adesso diventato un giovane guerriero indiano, in un’epoca in cui gli uomini bianchi tramavano contro di loro nell’intento di occupare le loro terre. L’ambientazione della riserva indiana del Sud Dakota, immerge il lettore in fantastiche pianure in cui sorgono fiere, le tende dei pellerossa. Luoghi bramati dai bianchi per imporre la loro civiltà, le loro necessità, senza rispetto; perciò, difesi con coraggio dai popoli indigeni che, ispirandosi alla natura, adottano nomi di animali per connettersi con le potenze occulte che credono risiedano in ogni creatura vivente e perciò attingere alla loro forza.
“Quante albe avrebbero potuto vedere sorgere insieme? Quanti tramonti avrebbero ammirato l’uno accanto all’altro? Nessuno poteva rispondere a quelle domande, quel che davvero importava era solo il presente che appagava i loro sensi, liberi di condurli verso un mondo tanto inesplorato quanto affascinante. Ma su quel presente sapevano che nuove nubi si sarebbero addensate minacciose e l’unico modo per affrontarle era non separarsi” – Yampa. Il vento dell’est
Ma, ben presto, l’esistenza del giovane Mukky incrocerà quella di Joshua, giunto da Chicago, figlio di un colosso delle ferrovie e desideroso di scoprire nuovi mondi, nuove culture ben lontane dalla sua. Lui, però, aspira ad approfittare delle ricchezze naturali delle Black Hills per poter estendere la linea tranviaria. A differenza del padre, scaltro, pragmatico e calcolatore, Joshua è un sognatore, con un cuore generoso e un’anima romantica. L’incontro con Mukky è abbastanza turbolento, ma tra i due sboccia subito una profonda intesa, grazie soprattutto alla loro comune lealtà e onestà d’animo. Nonostante provengano da mondi diversi, le loro differenze di pelle, cultura e usanze svaniscono rapidamente.
Ben presto, una serie di peripezie li lega indissolubilmente, suscitando in loro emozioni forti e intense. Il desiderio di non separarsi mai prevale, anche se sono consapevoli delle loro origini estremamente opposte e delle enormi difficoltà nel decidere di avere un futuro insieme. La loro scelta è molto sofferta. Avrebbero dovuto sfidare entrambi le loro comunità.
Grazie alla sua prodigiosa bravura, l’autore espande l’atmosfera colma di mistero e trepidazione che avvolge il romanzo “Yampa. Il vento dell’Est” e ci conduce nell’anno 1890, nel singolare mondo dei Lakota.
Le scelte lessicali impeccabili e intense, nel presentare i luoghi, sono ben appropriate alle emozioni e agli stati d’animo dei protagonisti. I dettagli nella presentazione paesaggistica rapiscono l’attenzione del lettore grazie a una scrittura pulita e ordinata. I dialoghi sono perfettamente in linea con il linguaggio dell’epoca. Non mancano le svolte improvvise, le quali mantengono la trama di “Yampa. Il vento dell’est” viva e avvincente.
Molto significativi e rilevanti i proverbi indiani inseriti ad ogni capitolo, come a voler indicare una saggezza da espandere, una consapevolezza da coltivare, migliorando i pensieri e accrescendo le conoscenze.
Un racconto che ci invita a un viaggio interiore, arricchendo il nostro spirito di bontà e riportandoci alla nota metafora: “l’amore abbatte le frontiere”, come forza in grado di superare ogni confine. Ci incoraggia a liberarci dai condizionamenti e ad aprire il cuore al prossimo.
Beatrice Castelli
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐
Béatrice Castelli vive a Torino, cresciuta a Parigi fino all’età di 17 anni, coltiva sin dall’età di otto la passione per la lettura e quella della scrittura.
A dieci anni leggeva Crime et Châtiment di Dostoïevski, preso per caso dalla fornitissima biblioteca di suo padre, senza sapere ancora nulla di questo scrittore.
A 17 anni, con tutta la famiglia si stabilisce in Italia a Torino, dove dovette imparare l’italiano. Lo studio per la letteratura italiana l’appassiona in fretta, come da piccola per quella francese, iniziai così a scrivere pensieri in entrambe le lingue.
Ha frequento l’interpretariato di Torino con il desiderio di tradurre libri per la sua casa editrice preferita: l’Adelphi. Purtroppo incontra sul suo cammino molte difficoltà per arrivarci e così si ritrova a tradurre testi tecnici per nulla entusiasmanti…
L’amore per la scrittura l’accompagna da sempre. Non avendo mai nessuno a chi confidare i suoi pensieri, scrive per se stessa. Ha pubblicato, per due case editrici, poesie d’amore in due diverse raccolte, una per Segnidartos l’altra per Rupe Mutevole Ed. e una favola per bambini sempre per Rupe Mutevole. In alcuni siti letterari ha pubblicato inoltre dei racconti brevi.
In questo momento ha un romanzo già ultimato nel cassetto.