
Alice in Zombieland, Zombie allo specchio, La regina degli Zombie, Zombie party
young adult, horror
HarperCollins
ottobre 2014 - maggio 2016
ebook
374, 410, 416, 382

Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finché non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta...
Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie.
Oggi recensiamo la collettanea “White Rabbit Chronicles” di Gena Showalter, composta dai volumi “Alice in Zombieland”, “Zombie allo specchio”, “La regina degli zombie”, “Zombie party”. Edizione HarperCollins.
“Gli zombies non conoscono la paura, non conoscono il dolore ma hanno fame. Oh, se hanno fame. C’è solo un modo per fermarli, ma non posso spiegarlo. Ve lo devo mostrare. Ciò che posso dirvi è che dobbiamo combattere gli zombie per renderli inoffensivi. Per combatterli dobbiamo avvicinarci a loro. E per farlo dobbiamo essere un po’ coraggiosi e molto folli”
Se è vero che gli zombie (il cui nome ha un’origine collegata ai riti vudù), sono l’espressione personificata delle paure della società occidentale in tanta produzione letteraria e cinematografica, la loro presenza nei quattro romanzi che costituiscono le “White Rabbit Chronicles”, scritti da Gena Showalter, marcatamente una serie destinata ad un pubblico “teen”, nasconde una valenza che potremmo definire come l’aspetto più “pauroso” e “misterioso” del passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta.
In sintesi, potremmo vedere, metaforicamente, negli zombies di Showalter quegli elementi della vita adulta difficili da gestire per ogni ragazzo e che formano il corpus delle esperienze che portano alla maturità. E questo ci porta a pensare che nei quattro volumi “Alice in zombieland“, “Zombie allo specchio“, “La regina degli zombie“, “Zombie party“, l’autrice ha incentrato il suo lavoro sulla figura di creature sovrannaturali. Figure che si prestano benissimo a suscitare nei giovani (e non solo) un grande interesse, seguendo l’onda di altre produzioni, in primis la saga di Twilight.
Se, in quel caso, i vampiri erano creature di cui ci si innamorava e si arrivava anche a parteggiare per loro, qui gli zombies sembrano più un elemento di contorno, un mezzo per riallacciarsi alle problematiche dei personaggi, giovani ragazzi che vivono a Birmingham in Alabama. In “Alice in Zombieland” e nelle puntate successive i protagonisti sono i ragazzi-guerrieri che combattono contro mostri senza alcuna personalità, mossi solo dalla fame, che li porta a uscire di notte dai loro nidi. I ragazzi-guerrieri posseggono delle doti particolari, delle misteriose forze spirituali ed energetiche, legate al fuoco purificatore, che permettono loro di sconfiggere i nemici e che, a mano a mano che essi crescono, diventano sempre più raffinate e potenti.
“I cacciatori – me compresa – potevano evocare il fuoco e usarlo per uccidere i non-morti: le fiamme crepitavano alle estremità delle nostre dita, le premevamo sugli zombie e il calore si diffondeva e purificava, bruciando il male e l’oscurità. Alla fine gli zombie esplodevano. Per qualche ragione io ero in grado di prendere fuoco dalla testa ai piedi e mi bastava il contatto di un attimo per uccidere un non-morto” (cit. La regina degli zombie, in White Rabbit Chronicles)
Il linguaggio usato, semplice e giovanile (si fa molto spesso ricorso, ad esempio al gergo dei messaggi sui cellulari), la scrittura colloquiale e le avventure, di cuore e non, fantasiose e mozzafiato, si adattano alla perfezione ai personaggi .
Su tutti, spicca ovviamente il personaggio principale, Alice Bell, che è la voce narrante e che “parla” in prima persona direttamente al lettore. Nonostante i titoli dei romanzi richiamino, implicitamente e/o esplicitamente, il capolavoro di Carroll, sono poche le correlazioni con il mondo di “Alice nel paese delle meraviglie”.
Troviamo sì una Alice, ma è una Alice dei nostri giorni, figlia maggiore di una coppia particolare, che da sempre allontana le figlie dalla vita “normale” degli altri ragazzi. Il motivo è subito reso palese. I genitori cercano di proteggere le due ragazzine dagli attacchi degli zombies, presenze sempre più invadenti in una società che sembra non accorgersi di quanto stia avvenendo.
La morte dei genitori e della sorellina Emma, proprio a causa dei mostri, rende Alice Bell una ragazza sola, smarrita, ma non per questo indifesa. Si trova, dunque, catapultata in una nuova scuola, ospitata a casa dei nonni materni (e la figura della nonna diventerà nei vari romanzi sempre più una fondamentale figura amica ) ma, soprattutto, inizia a svelarsi per quello che è: una dotata e fortissima guerriera contro gli zombie.
Vita normale e fenomeni paranormali diventano la sua nuova realtà. Ci sono, infatti, delle nuvole bianche a forma di coniglio bianco che le si palesano improvvise e sembrano messaggere delle presenza del pericolo. Sono messaggi inviati dalla piccola Emma che ritorna da lei in forma di spirito per aiutarla.
Alice non sarà destinata solo a combattere gli zombie, ma dovrà scoprire un segreto che la riguarda e che cambierà la sua prospettiva nell’azione. La scoperta più preponderante, però, per la protagonista è l’attrazione e, a seguire, l’amore tout court per il capo dei guerrieri, Cole Holland, compagno di scuola. Ma non c’è solo l’amore nella nuova vita di Alice. Infatti, la ragazza-guerriera scoprirà anche l’amicizia vera con l’affetto per l’amica Kat, una ragazza particolare, determinata, molto sicura di sé, pur prostrata da una terribile malattia. Affetto e sentimenti contrastanti di attrazione e repulsione nascono anche per i nuovi compagni di scuola e per tutti gli amici, dei veri e propri ”duri”, bellissimi fisicamente e guerrieri molto dotati.
Immersi in una vera e propria saga dove assistiamo alla crescita di Alice e al dipanarsi di veri e propri misteri che la riguardano da vicino e che riguardano un manipolo di adulti che cercano di trasformare gli zombie in armi letali, leggiamo di scontri sanguinolenti, di rivalità tra bande, di rancori e odi, di amicizie e, come detto prima, di amore. Quell’amore come lo si conosce da adolescenti, un sentimento travolgente, che fa palpitare il cuore e non dà tregua, dove l’amato è sempre bellissimo e che, nel gioco del tira e molla, crea quell’aspettativa e quella brama tipica dei giovani.
Alice ha in sé delle qualità soprannaturali. Riesce a vedere e ad interagire con gli spiriti, riesce a comandare il suo animo e a sdoppiarsi. Capacità innate che le permettono di essere una cacciatrice di zombie al di sopra di tutta l’organizzazione che li combatte. Ma, soprattutto, Alice trova nei suoi compagni-guerrieri la sua vera forza, quando, soprattutto nei capitoli seguenti, i ragazzi sono chiamati a combattere non solo i mostri, ma un’organizzazione di uomini che vedono in queste creature, se studiate e gestite accuratamente, una fonte di possibilità distruttive.
“Gli esseri umani erano composti di tre parti. Lo spirito – fonte della vita – era legato all’anima, costituita da mente, volontà ed emozioni. Ambedue erano ospitati dal corpo, il guscio esterno” (cit. La regina degli zombie, in White Rabbit Chronicles)
Alice, come la maggior parte di ogni giovane ragazza under 18, è, dunque, circondata da una pletora di amiche e amici. Da Kat, il cui spirito aiuterà Alice anche dopo la sua prematura scomparsa, alle altre ragazze amiche/nemiche e rivali in amore; oltre, ovviamente, al gruppo di ragazzi immancabilmente belli, muscolosi e tenebrosi e particolarmente sexy, capitanati da Cole Holland, il maschio alfa che, molto abile nella lotta con gli zombi, si innamora e fa innamorare di sé Alice. I rapporti tra i ragazzi sono difficili, come lo sono nella realtà, ed è facilmente intuibile come un pubblico giovane possa identificarsi nei protagonisti, tra battibecchi d’amore, azioni contro gli zombie e difficoltà nei rapporti con gli adulti.
È in quest’ottica che i romanzi presentano la loro parte migliore e trasmettono un certo appeal per i lettori young adult, anche se ad un pubblico più smaliziato risultano, in alcune parti, un po’ forzati. Peccato perché l’idea suggerita dal titolo del primo capitolo della saga, ossia quella di convertire il mondo di Alice, nato dalla fantasia di Carroll, in un mondo popolato da mostri sarebbe risultato molto più stimolante. Ve lo immaginate uno Stregatto-Zombie o un Cappellaio Matto guerriero pronto a combattere i non morti?