
giallo
Self-publishing
26 giugno 2021
ebook, cartaceo
98

Questo testo è volutamente sbagliato ma allo stesso tempo accattivante.
"Volevo essere in Libreria" è un testo dedicato a tutti quei ragazzi che hanno questo sogno, che ogni giorno cercano di migliorare, di cercare un testo sempre più puro, che entri nel cuore della gente. Loro che, oltre a fare gli autori, devono essere spesso: correttori di bozze, editor, grafici, promoter del loro romanzo.
Questi giovani ragazzi hanno il diritto di sognare un mondo dove l'autore scrive e l'editore si occupa di mettere insieme il resto dei pezzi.
Sapevo che “Volevo essere in libreria, allora ho scritto un giallo sgangherato” di Jessica Mariani sarebbe stato un libro “diverso”. Potremmo definirlo un racconto breve, dal titolo che stuzzica la curiosità del lettore.
La trama è molto originale: si parla di un uomo che lavora in una radio e da moltissimi anni deve avere a che fare con il suo capo e con il suo dj di spicco. Uomo non proprio gentile e affabile anzi, anche in diretta dice tutto ciò che gli passa per la testa.
Sembrerebbe la classica trama dove vi sono un’ambientazione, appunto la Radio, e un omicidio che avviene al suo interno. E il nostro protagonista si ritrova coinvolto, suo malgrado, in questa vicenda. Invece all’interno di questa lettura nulla è come sembra, neanche la trama.
Anche se il ritmo narrativo è scorrevole e la lettura è rapida, ho trovato serie difficoltà a comprendere appieno la storia. Essa è accompagnata costantemente da un alone di mistero che invoglia il lettore di arrivare fino alla fine. Ma c’è da dire che l’autore, che scrive sotto pseudonimo, ci aveva avvertito, già a partire dal titolo, di aver scritto una storia sgangherata.
Un libro fuori dal comune potremmo definirlo, anche caotico e confusionale, perché non sappiamo mai cosa stia effettivamente succedendo e chi sia il colpevole. Quando, poi, sembra essere giunti quasi alla conclusione, ecco che il lettore viene sorpreso con dei colpi di scena che non ci saremmo minimamente immaginati.
Nonostante “Volevo essere in libreria, allora ho scritto un giallo sgangherato” non sia il classico giallo, a cui ero abituata nelle mie letture, posso definire “Volevo essere in libreria, allora ho scritto un giallo sgangherato” straordinariamente simpatico e allegro.
“Questo testo è volutamente sbagliato, ma allo stesso tempo accattivante” – Volevo essere in libreria, allora ho scritto un giallo sgangherato
Si, perché, nonostante il caos che regna al suo interno, la storia risulta talmente attuale e fuori dal comune che difficilmente può essere riposto nello scaffale del dimenticatoio.
L’unica pecca che potremmo attribuire al racconto riguarda i dialoghi che, alle volte, non sono così formali e standardizzati e alle volte ci si perde tra il dialogo stesso e la restante lettura.
Sappiamo che la storia è ambientata a Reggio Emilia, ma ancora una volta l’autore ci lascia pochi indizi e questo mi ha lasciato perplessa a riguardo.
I protagonisti, coerentemente alla vicenda narrata, sono fuori dal comune e sgangherati. Come Giulio, che si ritroverà coinvolto involontariamente, o volontariamente, nella vicenda e nell’omicidio alla Radio; per non parlare del poliziotto che lo aiuterà in qualche modo.
La sgangheratezza è un aspetto che può essere una lama a doppio taglio: di certo, le storie originali affascinano, ma la troppa originalità può essere da tutti apprezzata in un libro?