
Romanzo
Utopia edizioni
22 marzo 2024
cartaceo e-book
208

Sull'orlo di una crisi di nervi, Mani Rafat, un giovane ingegnere dallo spiccato gusto letterario, vaga per Teheran alla ricerca della sorella gemella. E' disperato. Non ne trova più traccia e, tutt'attorno, nel disinteresse di una metropoli caotica, i pochi che si curano di lui sembrano nascondergli qualcosa. Un flusso di pensieri inquieti gli sferza la testa, alimentando la sua diffidenza nei confronti di chi gli è più vicino.
“Lei era l’acqua e io la terra che l’assorbe. E’ meglio l’acqua o la terra?” da “Ventre sepolto” di Aliyeh Ataei
Ventre sepolto è la storia della disperazione di Mani. Sua sorella è uscita di casa e non ha più fatto rientro. E’ la sua gemella e sono molto legati. Vaga per le strade di Teheran chiedendo informazioni alle persone che conoscono la sua famiglia. Nessuno ha visto la donna e tutti assumono un atteggiamento quasi omertoso. Anche i suoi familiari non lo convincono, è come se a nessuno importasse della giovane, minimizzando sulla sua scomparsa. Mani non si dà pace.
“Nessuno tranne me sa quanto sia doloroso essere innocui”
Mani è un giovane ingegnere appartenente alla famiglia Rafat, un casato di una certa importanza al loro paese. Pur non avendo ricordi della sua infanzia, è orgoglioso delle sue origini. E’ un uomo colto ma anche insicuro e fragile. Per paura di affrontare una vita per lui sempre più complicata, inizia a far uso di sostanze stupefacenti, arrivando alla dipendenza. Il tracollo totale avviene per una richiesta della moglie Nergin.
Nergin è una donna colta. Alla facoltà di ingegneria, tramite il comune amico Babak, aveva conosciuto il futuro marito.
“Il sottosuolo femminile è una città a sé, coi suoi palazzi governati in segreto, qualcosa di simile a una fortezza o a un antico castello. E se sei in uno dei loro tortuosi corridoi non è così facile trovare la via d’uscita”
Da quando Mani ha scoperto che Malus non è la sua vera madre e che Yaqub Aqa non è suo fratello, non riesce a sentirsi più a suo agio tra loro. Eppure Malus è una donna premurosa che lo ama e Yaqub Aqa si sente suo fratello a tutti gli effetti. L’unica che lo capisce veramente e che gli appartiene, è la sua gemella. Una ragazza ingenua come una bambina dai sogni modesti che pare svanita nel nulla, lui teme si sia persa.
“Insistere è sempre così: vuol dire che stai cercando di negare una realtà da cui vorresti scappare”
Lo stile di “Ventre sepolto”
Una lettura dallo stile elegante, fortemente introspettivo. Aliyeh Ataei ha grande cura nel descrivere ambienti e personaggi, anche se non vengono quasi mai citate le caratteristiche fisiche se non dei particolari che contraddistinguono (un neo, uno sguardo o il tono della voce), preferisce introdurre i protagonisti attraverso tratti caratteriali e comportamentali.
Il romanzo si divide in tre parti con titoli che corrispondono a periodi dell’anno, metafore della ricerca portata avanti dal protagonista. Il tempo della trama è imprecisato ma presumo si tratti di un periodo non troppo lontano dai nostri giorni.
Il ritmo di lettura è lento, il ché non significa che la storia sia noiosa. La narrazione è in prima persona, dalla voce di Mani che è vittima di nevrosi, quindi occorre prestarvi attenzione per non perdere l’orientamento, seguendo il filo dei suoi pensieri. Ciò che leggiamo, è ciò che lui vede, percepisce e pensa. E lui è un uomo sofferente. Piano piano, troverete la via che vi conduce all’esterno e vi ritroverete a seguire questa storia come foste su un drone che osserva dall’alto. Sarà allora che capirete… cosa? Lungi da me rivelarvelo!
“Si dice che l’unione fa la forza! E allora com’è che mi ritrovo solo e voi non avete neanche mezza idea di quale sia il rimedio al mio dolore?” – da Ventre sepolto
Per individuare la tematica principale, occorre prestare attenzione al titolo, “Ventre sepolto”. Si riferisce non solo al ventre della madre del protagonista, morta in seguito ad un complicato parto gemellare, ma anche a quello delle altre donne della sua vita. Sua sorella che ha un apparato riproduttivo diverso perciò non potrà mai avere figli. La sua ex fidanzata Homa con la quale non ha voluto formare una famiglia e ha generato un figlio con un altro uomo. Nergin, sua moglie che non riesce a rendere madre perché, come la sua gemella, anche lui è sterile. La sua matrigna che non l’ha portato nel proprio ventre ma l’ha accudito come un figlio.
“I segreti sono cose da donne! Lei il suo segreto a me non lo dice. Le cose interessanti sono sempre roba da donne”
Altra tematica è l’esigenza di appartenere al luogo dove ci sono le proprie radici, cosa che per Mani non è la città in cui risiede, Teheran, che avverte estranea e ostile. Ce ne fa un quadro assai cupo dove si muove con passo guardingo come se temesse un agguato. Ci narra inoltre della dipendenza, non tanto da sostanze stupefacenti, ma soprattutto di quella affettiva. Il protagonista dipende sempre da qualcun altro: dalla persona con la quale ha una relazione amorosa, dal legame indissolubile con la sorella, dal pensiero di quella madre che non ha potuto crescerlo.
E’ una lettura interessante ma impegnativa. Ha un finale commuovente e conclusivo: è la chiusura di una spirale che vorticava angosciosamente, quindi suscita un ampio respiro liberatorio.
Vi ispirano i romanzi scritti da autori/autrici mediorientali?