Storia
Il Sole 24 Ore
27 gennaio 2022
Cartaceo, Ebook
85
Questo libro racconta di un evento della Seconda Guerra Mondiale solitamente trascurato dai manuali di storia nonostante sia caratterizzato da un tasso di drammatica assurdità che lo rende per molti aspetti unico. Ciò che ne viene è una vera e propria narrazione civile. Intrecciando la Storia politica con singole storie individuali e specifiche vicende, Paolo Colombo ricostruisce in maniera toccante e avvincente l’evoluzione bisecolare dei rapporti tra Germania e Polonia fino alla agghiacciante decisione nazista di radere letteralmente al suolo la capitale polacca prima di abbandonarla all’avanzata dell’Armata Rossa sovietica, nel 1944.
Il testo restituisce il tono fluido e coinvolgente della narrazione in pubblico che l’ha generato così da risultare di agevole e al tempo stesso emozionante lettura e offre la sintesi di una vicenda che acquista ancora maggior valore nella ricorrenza della “Giornata della memoria”.
“Non si poteva condannare un’intero popolo se si voleva ricostruire, non si ricostruisce con i complessi di colpa” – Varsavia 1944
E il passato è duro a morire, come è dimostrato dal fatto che ancora nel 1967 parte dei tedeschi era convinto che Hitler sarebbe stato uno dei più grandi statisti tedeschi “se non fosse stato per la guerra”.
Questo libro racconta di un evento della Seconda Guerra Mondiale solitamente trascurato dai manuali di storia nonostante sia caratterizzato da un tasso di drammatica assurdità che lo rende per molti aspetti unico.
Paolo Colombo ricostruisce in maniera toccante e avvincente l’evoluzione bisecolare dei rapporti tra Germania e Polonia fino alla agghiacciante decisione nazista di radere letteralmente al suolo la capitale polacca, prima di abbandonarla all’avanzata dell’Armata Rossa sovietica, nel 1944.
Sintesi di una vicenda che acquista ancora maggior valore nella ricorrenza della “GIORNATA DELLA MEMORIA”
La storia di Varsavia ricalca quella della mitica “fenice”, sorta e risorta dalle ceneri innumerevoli volte.
Periodi di florida ascesa a periodi di abbandono e distruzione, passando per il dominio zarista e finendo con la recente occupazione nazista.
La città è stata completamente ricostruita. La storia è purtroppo quella di uno sterminio di massa, sia della popolazione sia delle abitazioni. Durante l’Insurrezione di Varsavia del 1 agosto 1944, i nazisti deportarono e uccisero quasi la totalità delle persone che ancora vivevano nella città, già annientata da anni di occupazione. Dopo pochi giorni, evacuarono i superstiti e la città fu letteralmente rasa al suolo, distruggendo più dell’80% della sostanza materiale urbana.
Per questo motivo vi sono numerosi monumenti commemorativi, tra cui uno dedicato agli “Eroi del ghetto”. Decine di migliaia di ebrei deportati e sterminati fino all’apice dell’insurrezione del 1943, quando per rappresaglia i nazisti distrussero il ghetto dalle fondamenta. Si dice che il particolare metallo con cui fu forgiata questa scultura provenga da un deposito in cui Hitler lo conservava in attesa di costruire un monumento al trionfo del nazismo nel mondo.
“C’è una città nel cuore dell’Europa in cui tutti gli anni l’1 agosto alle ore 17 in punto iniziano a suonare le sirene e si ferma tutto: tram, metropolitane, auto e soprattutto persone. Questo minuto di silenzio è voluto da tutti, e atteso per tutto l’anno. E’ una ricorrenza che fa parte del nostro DNA, che costituisce la nostra identità; una ricorrenza che ci unisce più di tutte le altre, perché ci ricorda uno degli avvenimenti più tragici nella storia del nostro Paese: la rivolta dell’intera città contro i nazisti, nel 1944″ –
Varsavia 1944
Così descrive Adrianna Siennicka, Console Generale della Repubblica di Polonia in Milano, nella Prefazione del libro di Colombo.
Le storie riguardanti la Seconda Guerra Mondiale, deportazioni, distruzioni, sono innumerevoli, ma in questo libro troviamo qualcosa in più. Sicuramente una narrazione coinvolgente, precisa nei dettagli e nella ricostruzione della vicenda; allo stesso tempo semplice, lineare alla portata di tutti. Bisogna rendere noto e fare memoria di quello che avvenne, perché tutti devono comprendere ciò che successe a Varsavia.
L’autore ci porta sul luogo dove tutto ebbe inizio e dove tutto ebbe fine. Quasi come fosse un reporter di guerra, ci fa sentire i passi sul selciato della gente deportata, l’odore acre della morte; il rombo degli aerei che porteranno distruzione e, infine, le polveri delle macerie.
E se chiudiamo il libro noi torniamo alla nostra realtà, ai nostri giorni, alle nostre vite scandite da tutte quelle cose più o meno belle che sono il nostro vivere quotidiano; alla vita di persone comunque fortunate abitanti in una parte del mondo in pace.
Ma questa Storia ci riporta alla mente altri conflitti attuali che non dobbiamo e non possiamo dimenticare; altre Varsavia, altri ghetti, altre macerie e parliamo di Siria, Yemen, Iraq, Afghanistan, Congo e potrei continuare all’infinito.
La storia dell’umanità è fatta di ostilità, combattimenti, guerre e l’uomo sembra incapace di trovare un modo pacifico di vivere.
E noi siamo consapevoli della sofferenza di tanti per la guerra?
Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.