Thriller
Newton Compton
28 ottobre 2022
cartaceo, ebook
320
Un tranquillo weekend in famiglia lungo il sentiero degli Appalachi, in Georgia, si trasforma in un incubo quando la piccola Penny Matthews scompare nel nulla. La detective Ellie Reeves viene chiamata a indagare su quello che appare da subito come un caso complicato: l'unica traccia lasciata dalla bambina è un braccialetto abbandonato a terra, e l'arrivo di una violenta tempesta rischia di interrompere le ricerche, e cancellare qualunque indizio utile a ricostruire l'accaduto. Ellie ha bisogno di tutto l'aiuto possibile.
Oltre alle forze di polizia locali, anche l'agente speciale Derrick Fox è determinato a unirsi alla caccia. Sua sorella è scomparsa nella stessa area venticinque anni prima e lui è certo che ci sia un collegamento tra Penny e una decina di sparizioni denunciate nell'ultimo ventennio. Ellie non può negare che ci siano dei punti in comune tra i casi, ma si rifiuta di credere che la loro piccola comunità montana sia il rifugio di uno spietato criminale.
L'unica certezza è che l'aiuto di Derrick potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte della piccola Penny.
“La gente del posto dice che i fiori di campo su questo crinale si fanno largo tra la neve e ghiaccio come un miracolo di Dio, un segno di speranza di fronte al male che abita il bosco” – Da “Urla nella neve” di Rita Herron, edito Newton Compton.
Due detective si ritrovano ad indagare sulla scomparsa di una bambina durante una gita in famiglia sui monti Appalachi. Uno di essi, Derrick Fox, si sente coinvolto personalmente, in quanto anche la sua sorellina scomparve nella medesima zona parecchi anni prima. È certo si tratti dell’opera di un rapitore seriale, lo stesso, ritornato ad agire a distanza di tempo. La collega Ellie Reeves, invece, è attanagliata da incubi ricorrenti e ricordi confusi, quelli che indussero i genitori a portarla in terapia durante l’infanzia. Si sente inspiegabilmente vicina alle piccole vittime, come se avesse vissuto la medesima esperienza. Non può credere che un maniaco pericoloso si nasconda all’interno della loro piccola comunità. Deve, tuttavia, mettere da parte i giudizi personali se vuol ritrovare la bambina sana e salva.
“Aveva quasi raggiunto la cima quando percepì una presenza nella boscaglia alle sue spalle” – Urla nella neve
Ellie è la figlia dello sceriffo, ormai in pensione, della contea. È un agente di polizia e spera di poter sostituire il padre, prossimo alla pensione, con il suo pieno appoggio. Sa di essere brava e di avere la giusta esperienza per occupare quella carica, eppure grande è la sua delusione quando suo padre caldeggia la candidatura di un altro agente, Bryce. Un giovane spocchioso, arrogante e vanesio.
Ellie è una donna forte, arguta e coraggiosa, ma per i genitori rimane sempre la bambina fragile dalla fantasia malata. Quella che vedeva cose e persone inesistenti, motivo per il quale, all’epoca, la portarono da una psicoterapeuta. Ma la giovane ha superato tutto questo e si è trasformata in una donna consapevole e matura, fino alla scomparsa della piccola Penny.
Quando Susan e Stan Matthews, genitori della bambina, denunciano il fatto, la detective prova una sensazione strana, una sorta di déjà-vu, e i suoi incubi tornano a tormentarla. La coppia stava facendo una gita sugli Appalachi quando, in un momento di distrazione, avevano perso di vista la piccola Penny e non l’avevano più ritrovata. Susan è una madre affettuosa, che aveva affrontato parecchie difficoltà prima di riuscire a rimanere incinta, e Penny è il dono più prezioso per lei. Il marito Stan, invece, è un uomo collerico, non proprio un violento, ma piuttosto un impulsivo che fatica a frenare la propria ira. Entrambi, però, amano la loro bambina e sono disperati al pensiero che qualche pazzo abbia potuto rapirla.
Derrick Fox, agente dell’Fbi, venendo a conoscenza del caso, decide di partire per la Georgia e dare il suo contributo. È un uomo affascinante e un poliziotto capace; tuttavia, alberga nel suo cuore una profonda e vecchia ferita. La scomparsa della sorellina a lui affidata, proprio in quella stessa zona. Sono passati molti anni, la sua famiglia ne è uscita devastata e lui è convinto che Penny sia stata portata via da colui che rapì anche Kim vent’anni prima.
“Il Sentiero era casa sua: poteva essere duro, con il vento gelido e il terreno spietato. Ma lui accoglieva il dolore. Era l’unica cosa che lo faceva sentire vivo” – Urla nella neve
La struttura del romanzo è piuttosto lineare, non ci sono capitoli divisi da salti temporali, tranne quello introduttivo, mentre gli episodi del passato vengono narrati attraverso dei flashback che non sono, però, frequenti. Il linguaggio è semplice e il ritmo molto incalzante. La trama non è particolarmente originale, ma comunque ben articolata, con la sua buona dose di suspense e un bel finale a sorpresa.
Le descrizioni ambientali sono molto suggestive e accrescono il sentimento di tensione continua della storia. Il clima inclemente, la bellezza tenebrosa della foresta e il passato oscuro della maggior parte dei personaggi, che potrebbero esser tutti il potenziali sospettati. Essi sono ben delineati, misteriosi al punto giusto, ma, in alcuni casi, decisamente stereotipati. In particolar modo i due agenti protagonisti, belli, bravi, coraggiosi e tormentati. La relazione sentimentale tra i due è scontata. Sorprendente, invece, è la svolta che prende la trama, molto inaspettata.
È una vicenda ambientata ai giorni nostri in una piccola comunità montana statunitense, con le tipiche problematiche delle realtà ristrette: pettegolezzo, sospetto, curiosità e, soprattutto, la mancanza di conoscenza approfondita del proprio prossimo, nonostante la perpetua vicinanza o addirittura il legame familiare.
“Viveva in mezzo al bosco, passando da un angolo buio all’altro. Alla ricerca. Cercava da tanto tempo” – Urla nella neve
Rita Herron è cresciuta nella stessa zona dove ha scelto di ambientare il suo romanzo. L’amore per quelle montagne e la conoscenza della vita delle piccole comunità si percepiscono attraverso le descrizioni dei paesaggi e dei rapporti interpersonali tra i personaggi. Un bellissimo quadro per una vicenda drammatica e ansiogena, dall’intreccio avvincente e per nulla scontato. I protagonisti, invece, non sono particolarmente originali: belli, audaci, pronti a tutto in nome della verità. Tuttavia, si tratta di un buon thriller con un finale inaspettato, autoconclusivo, sebbene l’autrice ci preannunci una vera e propria serie in una lettera finale a noi lettori. Ovviamente vorrò leggere anche un eventuale sequel.
Amate le serie di romanzi polizieschi o preferite le singole vicende? Credete ci sia il rischio di una progressiva perdita di “smalto” di storie e personaggi, dando vita a vicende successive?