
romanzo
NN Editore
15 giugno 2022
cartaceo, ebook
272

Quattro donne di nome Ada vivono in epoche diverse.
La prima è cresciuta nel Ghana del XV secolo, piange la morte del suo bambino ma non riuscirà a seppellirlo.
La seconda è la prima programmatrice della storia, è nobile e privilegiata ma questo non basterà a fermare la gelosia del marito quando la scopre in compagnia dell'amante, Charles Dickens.
La terza è detenuta nel campo di concentramento di Mittelbau-Dora, nel 1945, dove è costretta a prostituirsi per le guardie naziste e i prigionieri.
La quarta Ada è una giovane londinese appena arrivata a Berlino, è Nera, e tra mille difficoltà cerca una casa per sé e per la bambina che darà alla luce.
I destini di queste quattro donne sono legati da un oggetto speciale, un braccialetto prezioso che ogni uomo sulla loro strada tenta di sottrargli. Le loro storie formano il racconto di un'unica Ada, alla ricerca di una "stanza per sé" dove vivere senza discriminazione e violenza.
“Che cosa vorresti essere? Non avevo dubbi. Qualcosa che porti gioia, risposi” – da “Una stanza per Ada” di Sharon Dodua Otoo, edito da NN Editore.
Un braccialetto di perle testimonia il passaggio su questa terra di quattro donne (o forse una sola), figlie di differenti epoche, ma con il medesimo nome: Ada. Esse sono perseguitate da uomini senza scrupoli che vorrebbero depredarle del prezioso monile, unica loro ricchezza. Cercano di difendersi con i pochi mezzi che possiedono, in quanto creature svantaggiate a causa della loro etnia, colore della pelle o del semplice fatto di esser donne. Cercano idealmente una stanza per loro quale rifugio dalle ingiustizie della vita.
“… perché l’amore è un concetto ormai abusato, che fa prendere cattive decisioni e fa nascere pessime canzoni”
Nel 1459, Ada è una giovane appartenente ad una tribù del Ghana. È alla ricerca disperata di una degna sepoltura per il suo bambino, morto prima ancora di vedere la luce, esattamente come tutti gli altri suoi figli. È disperata e fragile. Le donne più anziane del villaggio considerano quelle gravidanze terminate con un lutto come un fallimento. Ma a lei importa solo di trovare un luogo dove il piccolo possa riposare in pace e raggiungere l’aldilà con il prezioso braccialetto legato al polso. È proprio quel monile ad attirare l’attenzione del perfido uomo bianco, giunto con la sua nave sulle loro coste. È ben deciso ad impossessarsene con qualunque mezzo.
Nel 1848, Ada è la ricca e nobile moglie infelice di Sir William, uomo possessivo che può disporre di lei a suo piacimento. Ha un portentoso talento per la matematica. Il marito trova questa dote inutile, se non irritante. Lei trae consolazione dagli incontri con l’amante, il famoso scrittore Charles Dickens. Vorrebbe abbandonare la sua casa e fuggire, ma è sprovvista di mezzi propri. L’unica ricchezza che possiede è un braccialetto di inestimabile valore, che ha fatto nascondere dalla domestica. Sir Williams non deve sapere dove si trova.
Nel 1945, Ada è una bella ragazza internata in un campo di sterminio. La sua avvenenza l’ha condotta alle baracche “speciali”, dove può nutrirsi meglio delle altre detenute, curare la propria igiene e indossare abiti puliti. Questo, in quanto destinata alla prostituzione. La sua quotidianità è fatta di umiliazioni, ribrezzo e dolore. Per sopravvivere deve separare la sua mente dal corpo abusato, farla vagare lontano. L’unico ricordo di ciò che era prima consiste nel suo braccialetto di perle che tiene ben nascosto. Un perfido soldato, nel frattempo, pensa a come potersene appropriare.
Nel 2019, Ada è una giovane londinese originaria del Ghana, decisa a vivere a Berlino dove, molti anni prima, si era trasferito il padre, senza mai fare ritorno per portarla con sé. L’uomo ha avuto un’altra figlia, Elle, sorellastra di Ada, che l’aiuta nella ricerca di una casa. Ada è sola e incinta. Ha un regolare passaporto, è europea a tutti gli effetti, eppure nessuno sembra vederla come una tedesca a Berlino. Per tutti rimane una ragazza nera, un’immigrata da guardare con sospetto. Ma è con lei che il cerchio si chiuderà e le zone oscure delle vicende delle sue omonime, vissute prima di lei, andranno snebbiandosi… o quasi.
“Il motto, urlai, è: l’ignoranza non protegge dalla punizione” – Una stanza per Ada
Lettura dal ritmo vivace e rapido, questo per merito di uno schema espositivo singolare e innovativo. Sharon Doduá Otoo alterna le vicende che si svolgono in periodi diversi, avvalendosi di un narratore d’eccezione. Una sorta di spirito che assume le sembianze di diversi oggetti facenti parte della quotidianità delle protagoniste. Una scopa, un battente sulla porta di casa, una stanza e un passaporto. Attraverso i suoi brevi ed incisivi colloqui con Dio, esprime la sua più grande ambizione: materializzarsi nel famoso e desiderato braccialetto. Quest’ultimo funge da anello di congiunzione tra le protagoniste e il loro tempo.
Il linguaggio narrativo è semplice, nonostante la trama rappresenti un vero e proprio labirinto a quattro ingressi e una sola uscita. Il percorso per arrivarvi è tutt’altro che semplice, ma interessante. Può rappresentare un piacevole enigma da risolvere per il lettore.
Attraverso una crescente tensione narrativa, fatta d’interruzioni tattiche, l’autrice ci riempie di aspettativa e carica la trama di suspense. I suoi personaggi sono credibili e abilmente trasportati dalla sua penna, tra un’epoca e l’altra. Le tematiche emergenti consistono nella diversità, discriminazione e complessità femminile, tipica di qualsiasi epoca. L’oggetto del desiderio, il braccialetto, è la metafora della consapevolezza, strumento principale contro le avversità della vita.
“Le associazioni di parole erano state il mio gioco preferito, molto tempo prima. Ma un giorno avevo capito: le probabilità che io prima o poi vincessi contro l’Onnisciente erano minime” – Una stanza per Ada
Il panorama della letteratura è fatto anche di autori giovani ed esordienti, dalle diverse origini, che portano un po’ della terra dei loro antenati presso di noi. Rappresentano non solo il ponte tra due culture, ma anche una piacevole scoperta di nuovi stili di scrittura e interessanti punti di vista.
Ogni volta che mi imbatto in uno di questi autori, ne ricavo una sorta di arricchimento personale. Rimango piacevolmente sorpresa di me stessa, in quanto mi riscopro ad apprezzare un genere letterario che si discosta dalle mie abituali letture. Questo mi piace! In fondo i libri servono soprattutto per ampliare i nostri orizzonti.
Il merito è di questi bravissimi autori. In questo caso, l’autrice riesce a saltare da un’epoca all’altra con un’agilità naturale. Ci fornisce un quadro così completo di ogni periodo, pur cambiando scenario frequentemente, con la stessa destrezza di un esperto regista. Sebbene io prediliga trame più lineari e meno enigmatiche, mi sono ritrovata a divorare questo libro in poco tempo, tanta era la curiosità di comprenderne il mistero. Ne ho apprezzato soprattutto la singolarità e la fantasia, che ben si sposano con la concretezza degli eventi storici e culturali.
Le storie narrate in “Una stanza per Ada” si ambientano in luoghi e anni diversi. In Africa nel 1459, in Inghilterra nel 1848, nel campo di Mittelbau-Dora (Germania) nel 1945 e, infine, nella Berlino moderna dei nostri giorni.
Quale storia, per epoca e ambientazione, potrebbe incuriosirvi di più?