
Narrativa Contemporanea
Io scrittore
18 luglio 2019
Cartaceo+Kindle
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La vita, si sa, è un incrocio di coincidenze e di incontri casuali. Sul treno che porta da Monaco a Berlino, una mattina come tante altre, seduti nello stesso scompartimento, si trovano due uomini. Cosimo Beningarda è un giovane colto e appassionato, che insegna italiano all’università. Bertfried Ziegler è invece un anziano signore, malato e forse consapevole della propria fine imminente, cresciuto nella Germania nazista degli Anni Trenta. Tra i due occasionali compagni di viaggio si crea una sorta di strana complicità. Così, Ziegler racconta di sé, del suo passato: gli anni in cui lavorava come correttore di bozze con l’ambizione di diventare giornalista, il difficile rapporto con un padre che sognava per lui solo il meglio, l’incontro con Hanne, la donna già sposata che ha cambiato per sempre il corso della sua vita.
Mentre il treno corre verso Berlino, Cosimo diventa senza volerlo il testimone della vita di Ziegler, un doloroso cammino personale dove si mescolano entusiasmi e delusioni, gioie e ferite brucianti; con il rimorso di non aver saputo opporre all’onda crescente dell’orrore nazista nemmeno il suo amore per Hanne e per la sua bimba, finita nel programma di eliminazione delle persone ’imperfette’.
Ziegler, con il suo racconto, confida in qualche modo al giovane che il viaggio a Berlino è fatto per ritrovare Hanne, il suo perdono e finalmente la pace.
“Non lo so. Così sembra, adesso. Lo sono stati, anni terribili, ma quando tutta quella storia ebbe inizio, non ce ne accorgemmo. Non eravamo consapevoli, eravamo indifferenti.”
Due compagni di viaggio occasionali, un giovane ed un uomo anziano seduti nello stesso scompartimento.
“Sono a disagio. Ho di fronte la Storia, quella vera, me ne accorgo all’improvviso e mi ammutolisce”
Il giovane Cosimo, insegnante di lingua italiana, diventa il testimone della vita difficile di colui, Bertfried Ziegler, che, seduto di fronte, racconta il proprio passato sullo sfondo della Germania nazista.
Diciamo che la trama del libro potrebbe essere fin troppo scontata…ma non lo è.
Si viene coinvolti fin da subito nel dialogo tra i due passeggeri. Un dialogo fatto di ricordi, di vita vissuta, di speranze, di delusioni; pur non essendo i protagonisti descritti con minuzie di particolari, li vediamo lo stesso, sono loro, li riconosciamo e il soffermarsi sulle vicende personali ci fa capire la psicologia dei due viaggiatori ed il loro intimo.
Nulla di ciò che racconta Ziegler ripercorre le atrocità della Germania nazista eppure nel suo narrare c’è tutto il dolore di quel tempo: i libri bruciati, le persone portate via in treno. Cosimo si ritrova, in questo viaggio, all’interno dell’anima di altre persone, in un tempo lontano, quando la vita non valeva più nulla.
E mentre il treno continua la sua corsa verso Berlino in una giornata uggiosa le parole di Ziegler si uniscono al tempo, i pensieri di anni dolorosi terribili si uniscono alle nubi, quelle nubi cariche di pioggia che puliranno le strade, daranno da bere ai campi, ma non porteranno via ricordi dolorosi.
Cosimo è curioso vuole arrivare alla fine della storia, ma nello stesso tempo vorrebbe fermare il tempo. La capacità di Ziegler di narrare lo cattura, lo incuriosisce, però, non comprende i comportamenti di chi a quel tempo doveva rendersi conto di quello che la Storia avrebbe raccontato in anni successivi, come lo sterminio degli ebrei e di come una popolazione intera, il mondo intero, non si accorgesse di nulla.
“In quegli anni anche Dio aveva abdicato in favore di Hitler. La Chiesa ha sempre sostenuto il contrario. Il concordato andava fatto per tutelare la religione cattolica in un regime totalitario, una sorta di prassi. Questo non significava la condivisione degli ideali nazisti. Quando per tutelare una religione, i più alti ministri della stessa devono giurare di onorare un governo come quello di Hitler, io la chiamo abdicazione. In ogni caso, Dio non si vedeva molto in giro, in quei giorni.”
Un treno per Berlino è una delle dieci opere vincitrici del torneo letterario ‘IoScrittore’. Decisamente bellissimo libro, non facile, perché quando si vuole ripercorrere la Storia è come camminare in cima ad un burrone, facilmente si può scivolare nella retorica od impantanarsi e cadere in certe forme di pietosismo che non giovano alla narrazione. Tutto questo però non succede e Luca Granato è bravissimo nel condurci all’interno dello scompartimento insieme ai nostri protagonisti, stare fianco a fianco insieme a loro, farci carico dei loro pensieri e dei loro ricordi.
Un scrittura semplice ed una lettura veloce ci portano alla fine del libro e nel momento in cui voltiamo l’ultima pagina siamo consapevoli di aver aggiunto al nostro sapere un altro tassello di quella Storia.
“Pagine che diventano racconti. Racconti che diventano capitoli. Capitoli che diventano una storia. La Storia.”

Sono principalmente moglie e mamma di due splendide ragazze ed ho la passione per la musica ma soprattutto per la lettura. Leggo di tutto romanzi, saggi, storici, ma non leggo libri nè di fantascienza né di horror.