
Distopico
SEM
17 marzo 2022
cartaceo, ebook
464

La figlia di cinque anni di Bea, Agnes, sta lentamente deperendo, consumata dallo smog e dall'inquinamento di una metropoli dallo sviluppo incontrollato. Se rimangono in città, Agnes morirà. C'è solo un'alternativa: lo Stato delle Terre Vergini, l'ultima fascia di terra incontaminata e protetta, da cui gli uomini sono sempre stati banditi. Fino a ora.
Bea, Agnes e altre diciotto persone si offrono volontarie per andare a vivere nello Stato delle Terre Vergini, cavie di un esperimento volto a verificare se gli uomini possono convivere con la natura senza distruggerla. Come nei tempi antichi, la loro situazione è quella di nomadi, cacciatori-raccoglitori che imparano lentamente e dolorosamente a sopravvivere in una terra imprevedibile e pericolosa, combattendo per il potere e per il controllo, tradendosi e salvandosi a vicenda.
Ma mentre Agnes abbraccia la libertà selvaggia di questa nuova esistenza, Bea si rende conto che aver salvato la vita di sua figlia significa ora perderla sul piano affettivo e personale. Più si allontanano dalla civiltà, più il loro legame viene messo alla prova in modi sorprendenti e dolorosi.
“La terra non è fatta per essere posseduta” – Da “Un mondo quasi perfetto” di Diane Cook
La città è invivibile. L’uomo ha distrutto e sfruttato all’eccesso l’ambiente, rendendolo inospitale e asfittico. L’aria è inquinata, così come il cibo e l’acqua e i bambini si ammalano. Esistono tuttavia, ai margini del pianeta, le Terre Vergini: zone selvagge incontaminate che diventano scenario di un’esperimento. Si seleziona un gruppo di candidati che dovranno trasferirsi in quei luoghi, viverci senza cambiarli, nel pieno rispetto della natura, producendo meno rifiuti possibili. Tra i candidati ci sono anche Bea, suo marito Glen e sua figlia Agnes, bambina in precarie condizioni di salute a causa dell’inquinamento. Le Terre Vergini rappresentano l’unica speranza di sopravvivenza per lei, e Bea è disposta a tutto.
“Avevano creduto che vivere lì, li avrebbe resi più compassionevoli, più buoni, più in sintonia come uomini. Invece erano giunti a capire che il significato di ‘migliore’ era oggetto di un grosso malinteso” Da “Un mondo quasi perfetto”
Bea è una madre disperata quando accetta la proposta del marito Glen di partire per le Terre Vergini. È una donna concreta, intelligente con una buona dose di scaltrezza. Eppure prende in considerazione questa folle idea per amore della sua bambina Agnes. Non ce la fa più a vederla deperire giorno dopo giorno. Le terribili condizioni ambientali della Città la stanno distruggendo. L’aria è avvelenata e una creatura così delicata rischia di soccombere.
Glen non è il padre naturale di Agnes, nata da una precedente relazione di Bea con un uomo che è uscito dalle loro vite. Glen è colui che, sposando Bea, ha scelto di essere il padre della sua bambina, la quale lo adora. E come potrebbe essere diversamente? È un uomo molto dolce, pacato e generoso. Il papà migliore che potesse desiderare.
Dopo qualche tempo dal loro trasferimento nelle Terre Vergini e relativi scontri con gli altri membri del gruppo, Agnes recupera la salute, cresce e cambia sotto gli occhi sgomenti di Bea. Si trasforma in una ragazzina forte, istintiva come una creatura di quei luoghi ai quali pare conformarsi sempre di più. Diventa indipendente da Bea, che si ritrova a metter in discussione il suo ruolo di madre. Il loro rapporto diventa conflittuale e pieno di contraddizioni.
“E amava Agnes con ferocia, anche se la maternità le pesava addosso quanto un cappotto che era costretta a indossare ogni santo giorno, a prescindere da che tempo facesse” – Un mondo quasi perfetto
La narrazione è semplice, ma brutalmente seduttiva. L’autrice si dimostra abile nel descrivere un contesto inquietante ma misterioso e affascinante, dei personaggi attraverso la loro natura primordiale che si differenzia a seconda delle loro inclinazioni personali. Brutale perché spietata come la lotta stessa per la sopravvivenza, dove l’uomo tende a perdere la sua razionalità facendo prevalere gli istinti. Seduttiva in quanto pone il lettore in condizione di farsi delle domande e, per cercare le risposte viene spinto verso direzioni ignote attraverso un percorso quasi ipnotico. Questo rende il ritmo più rapido.
Al centro della narrazione vi sono temi di tipo ambientale e sociologico. Le azioni dell’uomo moderno volte a trasformare l’ambiente per i proprio scopi, avvelenandolo e rendendolo ostile. I comportamenti dell’essere umano in un gruppo disomogeneo e disarmonico avente il medesimo obiettivo, in questo caso la sopravvivenza.
Importante anche l’approfondimento del rapporto tra madre e figlia. Un’evoluzione naturale bruscamente virata verso una direzione inaspettata a causa di una defezione materna, mai compresa o giustificata dalla figlia.
“Bea immaginava che, crescendo Agnes sarebbe cambiata. Avrebbe iniziato a sentirsi meno preda e più predatrice. Lo capiva dal sorriso della figlia, da una saggezza senza nome. Era il sorriso di una bambina che aspettava il suo momento“
“Un mondo quasi perfetto” di Diane Cook è una lettura che non specifica il periodo nel quale si svolge la storia. Si presuppone che sia proiettata in un futuro più o meno lontano, lasciando presagire che il suo approssimarsi dipenda dagli attuali comportamenti umani, quelli dei nostri tempi, che nel romanzo rappresentano il passato.
Il romanzo appartiene al genere distopico che io non amo. Personalmente, non l’ho trovato piacevole e neppure troppo scorrevole, ma solo e unicamente perché non rientra nei generi letterari che preferisco.
Dare una valutazione negativa, tuttavia, sarebbe stato scorretto e disonesto da parte mia in quanto si tratta di una trama funzionante, impeccabilmente scritta e sicuramente gradita agli amanti del genere. Non ho riscontrato incoerenze, superficialità, stereotipi o banalità. Sono convinta che possa rappresentare una lettura molto interessante per coloro che si approcciano volentieri al questo tipo di letteratura, anzi, mi sentirei sicuramente di consigliarlo.
Avete mai provato a consigliare un romanzo che non vi era piaciuto ma del quale riconoscevate la buona qualità?