romanzo contemporaneo
Sperling & Kupfer
2023
cartaceo, ebook
224
Questa è la storia di due donne. Geneviève, regista cinematografica di grande successo, dal carattere duro e impulsivo. E Azadeh, giovane profuga fuggita dagli orrori di un Paese in guerra. Le strade che hanno percorso non potrebbero essere più distanti. Eppure il filo rosso del destino le unisce nel più inaspettato dei modi: durante un funerale, in una cittadina lontana da Parigi.
Geneviève, cacciatrice di storie, scorge Azadeh e rimane ipnotizzata dalla bellezza e dal pianto della giovane, accompagnata da un bambino. Perciò la cerca, nuovamente la incontra e decide di fermarla per conoscerla e scoprire cosa si cela dietro la disperazione che ha negli occhi.
Tra le due nasce un rapporto sorprendente, fatto di solidarietà e di calcolo, in un delicato equilibrio che si alimenta di ricordi terribili. E sarà proprio la storia di Azadeh, tormentata e straziante, lontana eppure vicina, raccontata in un luogo sicuro, a legare per sempre le loro vite.
Parigi e la Francia strette nella morsa del terrorismo fanno da sfondo a un romanzo dal ritmo incalzante, avvincente, ricco di azione e suspence.
Una storia brillante e originale, in cui Marcello Cesena si rivela essere non solo un grande autore ma anche un bravissimo, coinvolgente, autentico narratore.
“Il profumo del bambino copre l’odore aspro del sangue, i suoi vagiti sovrastano le urla della piazza mentre nella mente di lei ogni tessera del mosaico cambia istantaneamente posto”. Ho voluto iniziare a parlarvi di “Un luogo sicuro”, partendo da questo brano, perché, anche se le protagoniste sono due donne, è un bambino, come succede spesso, a cambiare il percorso già predestinato delle loro vite. Basta un vagito, un sorriso aperto e sincero, braccia spalancate alla vita e alla speranza, per cambiare tutto, prospettive, sentimenti, amore, odio.
Questo romanzo di Marcello Cesena mi ha colpita profondamente per la scrittura trascinante, ipnotica, cinematografica, emozionante, e per la storia, che è un continuo susseguirsi di colpi di scena dal ritmo incalzante, con capovolgimenti improvvisi che lasciano il lettore perennemente col fiato in sospeso, attonito, traboccante di sentimenti che mutano continuamente.
La prima delle due protagoniste che incontriamo è Genevieve. Regista cinematografica di successo, che, dopo otto anni lontana dai set, si appresta a tornare a dirigere un film. La sua vita si è sempre divisa tra periodi di ozio e tranquillità e quelli frenetici ed eccitanti quando si trova sul set. Adesso è in un momento difficile, con la produzione che la spinge a rivedere la sceneggiatura, e sua madre che, dopo un periodo di malattia, viene a mancare.
Genevieve fa ritorno nella cittadina di cui è originaria, lontana da Parigi. Da anni non tornava più a casa, da quella madre che era diventata sempre più ostile e aggressiva con lei e la sorella che, comunque, era rimasta ad accudirla. È proprio al cimitero, mentre stanno seppellendo sua madre, che gli occhi di Genevieve si posano su una donna bellissima, con un bambino in braccio. Il suo sguardo, sempre a caccia di storie, è colpito da quel pianto accalorato, da quel volto. E, invece di tornare a Parigi, come aveva deciso, resta al paese.
Non trova pace finché non rivede la donna e, avvicinandosi a lei e ad Adam, uno splendido bambino di cinque anni, ne apprende la storia. Affascinata, ammaliata dal potenziale cinematografico di quel racconto, convince la donna ad andare a vivere con lei e con suo marito a Parigi per ascoltare tutti i dettagli del suo tragico passato e trasformarlo in una sceneggiatura. Azadeh, che nella lingua del suo paese significa “libera”, ha avuto tutt’altro che libertà. È una sopravvissuta, un’anima ferita, con sulle spalle una storia drammatica e straziante. Si fida di quella donna, le apre il suo cuore e accoglie come un dono la sua ospitalità e l’affetto che lei e il marito provano, da subito, per il piccolo Adam. E racconta, Azadeh, il suo inferno in terra.
“Folla urlante in strada. Ovunque, uomini armati in una città devastata dalla guerra. Adulti, giovani e giovanissimi, quasi bambini, che corrono e gridano vestiti con caftani o tute Nike. Alcuni imbracciano armi più grandi di loro. Dappertutto polvere: nell’aria, sulle cose, sulle persone. Un velo che rende difficile anche solo respirare” – Un luogo sicuro
Due donne che non potrebbero avere un vissuto e un anima più diversi, instaurano un legame che si regge su un sottilissimo equilibrio e che le lega indissolubilmente. Una storia drammatica, ma narrata con una penna delicata e coinvolgente che incanta, sorprende e affascina. E quando il male torna a distruggere equilibri e quella tranquillità così fragile e labile, rimarrete con il cuore in gola. Splendido, ricco di emozioni e fascino, sullo sfondo di una Parigi tenuta sotto scacco dal terrorismo, come se un’epidemia di odio si stesse propagando, rendendo difficile trovare “Un luogo sicuro”.
Credete che due donne che provengono da culture diverse e con una situazione sociale agli antipodi possano diventare amiche?
Salve, sono Giusy e sono un’appassionata lettrice da quando ero una bambina. Mi piace leggere praticamente di tutto, dai classici, ai romanzi d’amore, ma amo soprattutto la narrativa contemporanea. Adoro i manga giapponesi e scrivo racconti.