
Romanzo contemporaneo
Morellini Editore
25 agosto 2023
Cartaceo, ebook
208

Chi può davvero sostenere di aver conosciuto i propri genitori?
Sovente le complessità della vita non ce lo permettono ed è questa l’amara riflessione di Enrico, il protagonista, quando apprende che suo padre non c’è più. Più del dolore per la perdita gli brucia la consapevolezza di non averlo conosciuto come uomo, un senso di vuoto che trascende l’ineluttabilità della morte.
Ma una lettera inaspettata cambierà tutto: una donna vuole assolutamente vederlo per parlargli di suo padre. Enrico è perplesso e titubante, ma la voglia di sapere è così forte che decide di incontrarla. Inizia così un viaggio, sia reale che metaforico, che lo porterà nelle zone oscure della storia della sua famiglia e dell'esistenza di suo padre.
Prima a ritroso nel tempo, con una ricerca nei ricordi familiari più cupi e dolorosi che gli permetteranno di mettere a fuoco le cause delle mancanze paterne. Poi verso l'hinterland napoletano e Napoli, dove viveva suo padre e dove anche lui aveva vissuto da ragazzo.
“Un imperfetto sconosciuto” di Enrico Tommasi, Morellini Editore, è un libro fatto di ricordi, spesso amari e di confessioni dolorose.
Vi è mai capitato di avere la sensazione di prevedere un evento?
È quello che accade al protagonista una sera di febbraio del 1993. Fa un sogno sulla morte di suo padre, che si rivela essere premonitore.
“Un soffio leggero aveva preso la sua anima e l’aveva portata chissà dove e pensai che la vita, per una volta, avesse voluto premiarlo risparmiandogli un’ultima sofferenza e l’infermità che non avrebbe mai sopportato.”
Quando viene a mancare un genitore, soprattutto se vive distante da noi, restano delle zone d’ombra, delle cose non dette.
“Durante il viaggio io e mia sorella scambiammo solo poche battute, non avevo nessuna voglia di parlare, ero scosso e mi preparavo ad affrontare la sfida emotiva più difficile fino a quel momento della mia vita”
Enrico Tommasi riesce a farci percepire tutte le sensazioni e i sentimenti contrastanti che affiorano nel suo protagonista. Persino l’abitazione dei genitori sembra manifestare il dolore per la perdita subita, con quelle pareti sbiadite e i mobili pieni di polvere.
Osservando il padre, nel suo letto di morte, con indosso il suo vestito grigio, il protagonista ha la sensazione di non conoscerlo affatto, come se fosse un estraneo.
Sono riuscita a percepire quel senso di vuoto che aleggia sulla casa e sui figli.
“Un imperfetto sconosciuto” è un racconto che parla di un rapporto padre-figlio rimasto incompiuto, senza dialogo e con poco affetto.
Nel porgere le condoglianze, i parenti ripetono che “era un uomo di spirito, comunicativo e sempre di buonumore”. In realtà, il figlio non conosce affatto quell’aspetto caratteriale del genitore.
“Era mio padre e gli volevo bene, ma non ero disposto a sopportare quella sorta di beatificazione che lui per primo avrebbe respinto”
È uno stile antico, quello di Enrico. Con la sua penna delicata, intrisa di malinconia, è riuscito a portarmi indietro nel tempo, ad altre epoche e ad altri luoghi.
La narrazione in prima persona mi ha fatto entrare in empatia col protagonista. Mi sono ritrovata ad avere i suoi stessi dubbi per le piccole scoperte fatte.
“C’era un tarlo che lavorava silenziosamente nella mia mente e mi suggeriva che quella poteva essere un’occasione unica per colmare i vuoti di conoscenza di mio padre che tanto mi amareggiavano” – Un imperfetto sconosciuto
Una lettera ed una persona che arrivano dal passato sembrano poter fornire quelle risposte tanto desiderate. Anche se venendo a conoscenza di certi dettagli, tutto sarebbe cambiato.
Secondo voi è necessario conoscere i segreti della propria famiglia? Oppure è meglio non riesumare fatti sepolti nel passato?
“In quei giorni pensai intensamente a mio padre perché mi apprestavo a entrare nella sua vita e a violare la sua sfera privata. Riflettevo e non mi capacitavo di come la sua esistenza (…) fosse stata così misteriosa e segnata da passaggi opachi”
“Un imperfetto sconosciuto” è un racconto intriso di coincidenze e di segni che lasciano esterrefatti, ma anche di sogni, di coincidenze e di pensieri dettati dall’intuito.
Le descrizioni di Enrico, anche dei luoghi, sono vivide e accurate. Essendo stata a Napoli, l’autore è riuscito a farmi provare la sensazione – visiva e gustativa – di essere seduta ad un tavolino di Piazza del Plebiscito a bere un caffè e a gustarmi una sfogliatella frolla!
Ho trovato meraviglioso e toccante il viaggio del protagonista a ritroso nel tempo, fatto di dettagli ritrovati e, all’epoca, considerati insignificanti, ma che ora sembrano avere un senso.
L’abilità di Tommasi è quella di unire tutti quei puntini che paiono essere “messi a casaccio”. Da un incontro discreto e guardingo con una donna sconosciuta, emerge una verità non facile da accettare: “Sto per dirti delle cose che non ti aspetti …”. Conversazioni da cui si delineano tanti granelli di verità.
Avete mai avuto la sensazione di capire certi disegni del destino solo a posteriori?
“Un imperfetto sconosciuto” è un romanzo che deve essere letto con calma, in modo da interiorizzare ogni reazione che affiora da ogni singola rivelazione.
“In un raro momento di silenzio mi accarezzò il viso con un gesto dolcissimo e capii che quella carezza era per il bambino deluso che aveva di fronte”
Vi ricordo la splendida iniziativa della Morellini Editore legata ai suoi romanzi: il QR Code da inquadrare per entrare nel mondo dell’Extended Book.
In questo caso, troverete immagini del Caffè Gambrinus di Napoli, del ristorante sul mare a Torre del Greco, ma anche del padre e di Enrico nel 1993, l’anno in cui si svolge la storia.
Inoltre, potete ascoltare su Spotify la colonna sonora abbinata al romanzo.
Vi auguro buona lettura in questo viaggio dei ricordi.
5 stelle ⭐⭐⭐⭐⭐

Mi chiamo Alessia. Sono un’insegnante di matematica e inglese. Vivo in provincia di Pavia. Adoro leggere (soprattutto gialli), fare yoga e cucinare.