epistolario, biografia
HarperCollins
30 settembre 2022
cartaceo, ebook
429
Ha detto che uomini e donne sono uguali e che “una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro”. Ha detto che bisogna fare studiare le bambine e se solo le donne avessero fatto i libri... Ha detto che le donne non provano piacere a essere stuprate, come molti credono, ma subiscono un dolore senza pari. Lo ha detto un giorno in cui Parigi era un tempo più che un luogo, e l’anno 1405 era un luogo più che un tempo. Lo ha detto nel Medioevo insanguinato dalla Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra.
Davanti a tutta la corte francese, a re e nobili. Christine de Pizan, nata in Italia, prima storica donna, prima editor, poetessa e scrittrice. Donna. Nicoletta Bortolotti ricostruisce la sua vita, che, dopo un’infanzia meravigliosa al seguito del padre divenuto astronomo reale a Parigi, fu colpita da lutti e rovesci che la lasciarono, giovanissima, vedova e madre. Il risultato è un libro meraviglioso che da un lato sembra provenire dal passato, a partire dalla forma epistolare scelta, che tanti capolavori ha regalato alla letteratura, e che qui si incarna nelle lettere tra una madre e una figlia. E dall’altro è assolutamente moderno. Perché molte delle conquiste sognate da Christine si sono verificate solo in anni recenti, e altre si stanno verificando adesso, o devono ancora farlo.
Con Un giorno e una donna Nicoletta Bortolotti ha scritto un romanzo importante, che è al tempo stesso un’opera di grande valore letterario in grado di far rivivere le passioni e i sentimenti di un’epoca, un’opera di grande valore storico nella ricostruzione perfetta, per quanto immersa nell’immaginazione romanzesca, della vita e dell’opera di Christine de Pizan, e di valore etico, perché l’esempio di Christine possa servire da guida in questi anni non sempre facili.
“Libri di donne non si sono mai visti”. Inizio la recensione di “Un giorno e una donna” constatando, mio malgrado, che sia un vero peccato che Christine de Pizan, autrice del passato, sia poco conosciuta e non si studi nelle scuole. Il ringraziamento a Nicoletta Bortolotti per avercela fatta conoscere è doveroso!
Il libro è una sorta di epistolario: vi è uno scambio di lettere tra una madre e sua figlia, che si trova lontano, precisamente in convento. Man mano che si procede nella lettura, scopriamo come sia intriso di difficoltà il rapporto tra le due.
“Mi sembra che ti stai imbarcando in un impresa più grande di te. E per cosa poi?” mi ha detto una mattina, mentre dormivate ancora “cosa pensi di fare? Di darci da mangiare con i libri?”
Con queste semplici parole, comprendiamo come sia stato difficile per Christine de Pizan realizzarsi come donna e come scrittrice, soprattutto. Ci troviamo in un’epoca in cui alle donne non veniva data molta scelta se non sposarsi, avere dei figli ed essere una buona moglie. La storia, infatti, è ambientata nel 1400, secolo caratterizzato da profondi cambiamenti, su ogni fronte.
E com’è bello vedere come, nonostante tutto, una donna c’è l’ha fatta… è davvero emozionante.
Nicoletta Bartolotti è stata bravissima anche nella scelta di un linguaggio appropriato, che ha reso la lettura scorrevole. Per non parlare della sua preparazione storica, affascinante.
Un ulteriore punto a favore di questo meraviglioso libro è la scelta dell’autrice di inserire, nel testo, anche le frasi e i pensieri tratti da Christine de Pizan, in cui apprendiamo come lei abbia dato vita alla sua grande opera.
Alla fine, un’interessante bibliografia ci dimostra quanto ci sia ancora da raccontare su de Pizan e quanto sia stato difficile reperire le notizie a riguardo.